sostenibilità 01

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1 commento su sostenibilità 01

Sono arrivati in via Serodine e volevano parlare di coronavirus e delle possibilità future dell’uso della lingua italiana nella Confederazione. Ma ero concentrato sulla sostenibilità. Tante parole ma niente di concreto, mi dicevano ed era l’opinione dei quasi tutti. Era anche la mia opinione, basata sul nulla di fatto quando toccavo l’argomento, era la mia esperienza personale, dalle uscite dalle Associazioni, alle delusioni difronte a risposte di attori della filiera che deridevano, nei fatti, le mie considerazioni relativa, anche se confusamente, al tema della sostenibilità. Ma hai cambiato idea? Partecipavo con mio fratello, nel 2018, all’incontro della multinazionale olandese che aveva riunito i propri fornitori per solennemente ribadire che la stessa era fortemente impegnata nei temi relativi alla sostenibilità e aveva riunito i fornitori per chiedere loro di aderire con dei fatti concreti a questo percorso. Ma anche in questo caso erano parole. Le dichiarazioni e le domande erano in inglese e quindi mi risultava difficile comprendere a pieno, anche se chiedevo dei chiarimenti a mio fratello. Ma, ad un certo punto danno il microfono ad una signora, mora di capelli, che si presenta come Christiana Figueres ed è la segretaria esecutiva della convenzione sui cambiamenti climatici dell’ONU.

La faccio breve: Dire Onu, come Fao o Governo, o UE o altra istituzione, per me significa tirannia della burocrazia. Peggio dell’omelia di certi farisaici sacerdoti. Ma ad una domanda relativa al fallimento della conferenza Cop21, se non sbaglio, di Parigi, ed al chiamarsi fuori di alcuni governi nazionali, sentii la signora Christiana Figueres dire (pressappoco, ma non ci vado lontano): A noi non interessa assolutamente cosa decidono o fanno gli Stati nazionali. Quello che avete sentito oggi qui è l’impegno di una società a voler attuare nei fatti la sostenibilità, anche in funzione della prospettiva del cambiamento climatico. Come fanno loro, lo hanno fatto altre 200 società iscritte in S&P. Le società hanno deciso e chiedono ai loro fornitori di fare altrettanto. Le società sono in diretto contatto con il mercato, e tirano diritto. I Governi delle Nazioni no. A noi non interessa l’atteggiamento di alcuni Governi, a noi interessa l’azione. e l’azione è gestita e comandata dalle società e dal mercato, questa è la sfera pubblica, questo è la politica.

Per me è stata una folgorazione. Finalmente sentivo qualcosa in cui credevo. Se il mondo non perisce, allora conta la sfera pubblica, la politica, e la politica è l’attività che si svolge all’aperto, nel mercato, l’agorà, la piazza del borgo, la mia struttura come leva, il confronto intorno ad un tavolo su argomenti che trascendono la necessità ma riguardano la visione nel medio e lungo termine:  in una parola la politica. Sono andato a rileggermi Ortega Y Gasset La ribellione delle masse, ed anche Hanna Arendt: Solo l’esistenza di una sfera pubblica e la susseguente trasformazione del mondo in una comunità di cose che raduna gli uomini e li pone in relazione gli uni con gli altri si fonda interamente sulla permanenza [continuità del mondo]. Se il mondo deve contenere uno spazio pubblico non può essere costruito per una generazione e pianificato per una sola vita; deve trascendere l’arco della vita degli uomini mortali.

Mi guardate come fossi un alieno. Ma che vuoi dire? Ma non ti sembra di farneticare? Ma vola più basso! La sostenibilità significa dare importanza alle nostre azioni pubbliche, quelle che esercitiamo nelle attività fuori dalla nostra casa, nel nostro privato, ed utilizzare le risorse come un prestito temporaneo. Abbiamo ricevuto un mondo da coloro che lo hanno abitato prima di noi e lo dobbiamo consegnare alle generazioni future e le nostre attività devono essere correlate e coerenti con questo impegno. Se non abbiamo dentro di noi questo concetto opereremo come se il mondo dovesse finire, e se lo facciamo il mondo non potrà che finire, cambiare, diventare una sfera rossiccia come Marte o biancastra come la Luna. La fine del mondo è la fine della vita.

Nel mio piccolo le mie attività hanno riguardato ed ancora riguardano il settore dell’allevamento di animali, ed in particolare sull’impiego di microingredienti (vitamine, oligoelementi, terapeutici e nutrizionali che sono indispensabili al benessere animali in piccole dosi). Io mi occupo di questo ma ho sempre cercato di ridurre le implicazioni negative per l’ambiente che l’impiego di queste sostanze comportava. Adesso sentivo dire, anzi urlare, dalla signora Christiana che è un impegno, un dovere, che è l’eccellenza, che è uscire dalla massa, dal gregge. E’ una buona cosa. Il più delle volte, di fronte ad un rifiuto di condivisione me ne uscivo con: tanto prima o poi lei chiude. Ora posso dire: io non voglio avere a che fare con lei perché lei è una minaccia per il nostro settore e per la vita.

 

About the author:

ho operato da sempre nel settore dell'alimentazione degli animali da reddito in Europa e nel mondo. Benessere animale, sicurezza dei manipolatori, degli utilizzatori e dei consumatori sono le linee direttrici. Un aspetto importante è lo sviluppo durevole e i ruoli per i giovani nonché l'accessibilità per i meno abbienti a derrate alimentari sicure

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1 Comment

  1. flavio.veneroni@mailswiss.ch  - 2020-02-13 - 12:02 PM

    Vita Activa di Hanna Arendt è una base importante per la riflessione dell’attività pubblica, compreso quella che viene svolta nelle attività, che continuiamo a chiamare lavorative.
    La ribellione delle masse di Ortega Y Gasset è da considerare altrettanto importante proprio per non essere annullati dalla massa e dal non senso degli attimi di vita.

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