Il senso
2024-12-03non sempre ciò che capiamo è quanto tratteniamo da quello che ci viene detto e non sempre ciò che campiamo poi lo applichiamo e se lo applichiamo facciamo del nostro meglio.
Nel chiostro della biblioteca di Locarno. Come mai hai riletto Silone? Cercavo Fontamara ma non sono riuscito a rintracciare il libro tra le mie confuse librerie. Così ho riletto l’opera teatrale su Celestino V, ed in particolare i primi brevi saggi introduttivi. E’ sul potere che sempre corrompe, ed è sul sentirsi cristiano. Come mai sono andato a rileggermi Silone? Ho riletto Saul Bellow, il premio Nobel per la letteratura del 1976, ho passato dei bei momenti con il Prof. Corde e poi ho riletto diversi spunti de I conti tornano. E SB cita Silone, e lo cita con ammirazione. E’ vero, nel 1930, avuto sentore dei crimini di Stalin, Silone esce dal partito comunista, vagola nella socialdemocrazia per ritrovarsi cristiano. Non bigotto, non chiesistico, ma solo cristiano. E subito ho vissuto il contrasto tra gli atti concreti di Silone, e la sua coerenza, con quell’articolo del 1956. Chi lo scrisse, lo scrisse ben dopo il 1930, chi lo scrisse (era luglio 1956, e l’autore era nella piena vigoria di uomo giovane) aveva sentito in febbraio il plenum del soviet che convalidava le nefandezze e i delitti di Stalin, anche se poi lo stesso plenum continuò. Ho riletto l’articolo apparso sull’organo del partito comunista e quella frase “I carri armati russi sono andati in Ungheria per salvare la pace del mondo.”. Che tristezza. La mano, io non gliela stringerei.
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