cultura – le persone passano ma il settore resta.
2024-12-23La cultura del settore è importante.
In una giornata grigia ed umida, a Locarno, ho avuto modo di riprendere la riflessione sul ruolo del diluitore di vitamine, normalmente chiamato integratorista, alla luce dello sviluppo sostenibile. Ho trattato l’argomento da una angolazione quantitativa nel post del luglio 2013 L’irresistibile voglia di farci del male, nella categoria zootecnia.
Il primo cartello di cui si è parlato risale al 1922 e riguardava le lampadine. Il cartello stava alla base della convinzione che l’obsolescenza programmata è considerata alla base della società del consumo, ed oltre alle lampadine riguarda anche i chip che bloccano le stampanti dopo un certo tempo, quando ancora sono efficienti (www.nogeoingegneria.com). Il danno è per i consumatori in ragione delle esigenze del maggior interesse dell’industria. Nel periodo nuovo dello sviluppo sostenibile questa decisione suona decisamente stonata.
Per quanto riguarda il settore della zootecnia il riferimento è Official Journal of the EC del 10 gennaio 2003 – Case COMP/E-1/37.512 – Vitamins, in cui vengono esami nate le ragioni per la multa di 845 milioni di euro a: La Roche, Basf, Aventis [Ronc Poulenc], Takeda, Solvay, Merck, Daiichi, Eisai, relativo solamente alle attività europee. Già negli USA erano state stabilite delle multe per 335 milioni di euro, ed anche in Canada. Si invita a rileggere i punti:
222 – La denuncia di integratoristi francesi.
322 – 368 – 369 – 447 – 665 – 715: relative ad alcuni metodi di comportamento per gestire il dominio e deprimere le attività di potenziali concorrenti.
567 – 575: azioni per impedire agli integratoristi indipendenti di esistere e di proseguire nelle loro attività.
727: azioni per diminuire le produzioni cinesi.
La riflessioni avviene perché recentemente ho avuto modo di consigliare la non attività per una produzione di integratori a base di vitamine ed oligoelementi in quanto inefficiente dalle decisioni dei basici.
Il ruolo dell’integratorista ha senso solamente se nell’effettuare le proprie attività operative si tiene in considerazione l’esigenza del fabbisogno degli organismi target, nel nostro caso gli animali da reddito, e ogni aspetto legato alla utilizzazione degli integratori lungo tutto il percorso della filiera sino al piatto del consumatore, senza alcun riferimento ad interessi conflittuali per un maggior utilizzo senza una ragione che tenga in considerazione lo sviluppo sostenibile: evitare qualsiasi consumo non strettamente necessario. Rileggere il tutto è importante per ogni risorsa che intenda operare nel settore feed.
Le problematiche relative alla ripartizione, al mantenimento dei rapporti, al fabbisogno delle specie animali nelle diverse fasi di sviluppo sono le sole da tenere in considerazione.
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