Rivisitazione – Riunione di Formazione Cellule Inattivate

Rivisitazione – Riunione di Formazione Cellule Inattivate

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Rivisitazione riunione di formazione.

OBIETTIVO DELLA FORMAZIONE

L’obiettivo per coloro che partecipano è uno: aumentare le vendite. In maniera diretta in quanto operativi in situazioni di campo, oppure indirettamente attraverso le proprie attività di assistenza a coloro che sono direttamente sul campo.

Stiamo operando nel segmento della quantità, quindi in un clima di concorrenza spietata. La priorità è di saper muovere i pezzi sulla scacchiera, o muoversi come pezzi sulla scacchiera (che è poi la stessa cosa), evitando:

  • Ciò che non è prioritario.
  • Ciò che molto incerto ed ha necessità di tempi lunghi.
  • Ciò che non è stato messo appunto in maniera professionale o non è stato sufficientemente aggiornato, tenendo conto le aspettative dei diversi Intendendo per attori tutti coloro che sono implicati direttamente o indirettamente nella decisione di acquisto.
  • Ciò che nella pratica si rivela un non successo. Che non paga:
    1. Coloro che sono sul campo a promuovere commercialmente e/o tecnicamente la vendita.
    2. Coloro che preparano l’assistenza con le loro attività, con i loro stampati e relazioni, con le loro rilevazioni.

La priorità è quella di eliminare qualsiasi disvalore. Il Covid 19 ci ha obbligato ad un rimodulazione dell’organizzazione delle nostre attività: lavoro da casa, annullamento visite e maggiori video chiamate, e molto altro, tutto questo ha un impatto positivo sulla sostenibilità di Doxal e anche sul nostro ruolo in quanto risorse consapevoli.

E’ con questo spirito che il corso di formazione può essere un elemento utile. Il corso ripercorre, gradino per gradino, l’evoluzione storica di almeno due degli assets immateriali di Doxal.

Il ripercorso è una mappa del ricongiungimento intellettuale e logico dei due assets.

L’obiettivo è quindi quello di preparare e formare le risorse, a vario titolo impiegate, sulle argomentazioni, affinché ogni risorsa sappia utilizzare e mettere a unto i mezzi per potersi destreggiare, nelle diverse situazioni, per raggiungere l’obiettivo: la vendita.

E’ sempre necessario ricordare che la vendita sarà possibile solo se vengono soddisfatte le aspettative dei differenti attori. La vendita non avviene perché noi conosciamo l’evoluzione oppure siamo preparati, oppure abbiamo fatto una accattivante documentazione (queste sono soltanto spese). Sono le aspettative dei differenti attori che debbono essere soddisfatte.

E queste variano nel tempo e nei momenti, ed in funzione delle priorità del momentum del colloquio per la conclusione della vendita. E’ un errore ritenere di conoscerle, di pianificarle se non a grandi linee.

Esaminiamo alcune figure e tentiamo di tratteggiarle.

ATTORI

ASPETTATIVE

Animale

Non parla, non legge, evidenzia con i risultati, anche nei dettagli, se la possibile vendita può rendersi necessaria. La conoscenza delle situazioni, dei problemi e delle implicazioni anche minime, è fondamentale.

Proprietario – Allevatore

Decide perché paga. Il suo comportamento è influenzato dalle implicazioni negative dell’animale, da quello che ha visto presso altri operatori simili, nelle situazioni di cui si tratta. In parte viene influenzato anche dal parere di Tecnici di fiducia. Anche se la fiducia è una cosa molto rara ed in continua discussione. Nella decisione il vantaggio del beneficio deve valere almeno 2, mentre il costo dell’implicazione negativa deve valere 1. Se il rapporto fosse di 3:1, meglio. Difficilmente mette in discussione i suoi beni materiali, le sue procedure, quanto sta già facendo. La critica non è bene accetta.

Tecnico – Nutrizionista e/o Veterinario, e/o riferimento

Non decide ma può influenzare. Quando consiglia deve essere certo che il risultato sia superiore di quanto afferma. Ha la necessità di individuare i dettagli delle implicazioni negative che necessitano di un miglioramento e deve avere la certezza che quanto afferma, venga dimostrato nella pratica. Se questo non avviene il suo consiglio non solo casca male, ma viene messo in discussione il suo ruolo di punto di riferimento. Sa che si dovrebbero migliorare le condizioni del sito, ma sa che questo non è gradito al proprietario. Ha la necessità di difendere delle proprie scelte anche storiche che possono essere messe in cattiva luce dalle argomentazioni di Doxal. Quindi ascolta le nostre argomentazioni per formarsi delle controargomentazioni che supportano quanto da lui suggerito nel passato e nel presente.

Concorrenza

Con attività di intelligence conosce chi e come farà per Doxal chi opera direttamente o indirettamente per la promozione, ed a chi si rivolgerà nel tempo e nei modi. Ha a disposizione i nostri stampati, pubblicazioni, quanto affermato nelle riunioni tecniche e presso diversi clienti. Ha già preparato delle contro argomentazioni, cercando l’anticipo e la banalizzazione delle argomentazioni Doxal, banalizzando sin da subito, l’entrata delle argomentazioni Doxal.

Doxal

Non conosce mai, nel particolare, le situazioni, i problemi e le implicazioni negative del sito. Sottovaluta che la decisione non avviene per le caratteristiche o le specifiche delle proposte Doxal. Non aggiorna le proprie argomentazioni in funzione dei risultati pratici di ciascuna attività di promozione, non attuando una informazione in tempo reale e nei dettagli: sia che abbia avuto esito positivo o negativo. Non dà importanza alle contro argomentazioni ed al comportamento della concorrenza.

Non inquadra bene chi decide l’acquisto. Il lavoro di squadra tra promotore e tecnico e tra il canale e la struttura è sempre da migliorare.

La decisione di muovere le risorse sulla scacchiera è vitale. Nel dubbio meglio non muoverle. La decisione deve essere supportata dalla riflessione e dalla messa a punto di argomentazioni che si focalizzano sulle implicazioni negative, sui problemi, e sulle situazioni di campo. Prioritario e la verifica del gioco di squadra del canale (promotore + tecnico + commerciale) e del canale con la struttura.

E’ importante fare dei test vendita di prova. Provare la vendita per ogni singolo attore.

Se vi sono test negativi, meglio fare dell’altro.

Quale deve essere la disposizione d’animo (atteggiamento)?

Personalmente non ho esperienza ma è come colui che si è perso in un deserto e decide di intraprendere un cammino. Per questo lo chiamiamo ripercorso.

Cosa fa per prima cosa? Anche se non l’ho vissuto direttamente ritengo che la prima cosa è fare l’inventario di cosa si ha nello zaino (la storia, i mezzi, i ruoli, i risultati passati). Il deserto lo abbiamo in parte vissuto nell’esperienza del Covid19, in pochi giorni tutto è cambiato: le abitudini, gli spostamenti, ed abbiamo visto come solo poche settimane abbiano sconvolto l’economia, scoprendo un mondo, in grande parte, fatto come una costruzione a Cinecittà. Sono cambiati i consumi e si sta brancolando nell’incertezza. Da qui la priorità di evitare lo spreco inutile di energie, di risorse.

E non dimentichiamo che la restrizione, il senso della precarietà, la non certezza della fine del tunnel, la paura, l’obbligo di seguire delle imposizioni e direttive anche non condivisibili, la limitazione dell’azione, avviene per > 50% della popolazione mondiale. Anche questo è ripercorso.  

Nel ripercorso tocchiamo almeno due aspetti: l’importanza davvero inattesa del microbiota (che c’è sempre stato, ma non era stato considerato) e il peso della sicurezza, in senso lato. Del primo ci renderemo conto che la corsa affannosa alle soluzioni per il microbiota si scontrerà inevitabilmente con tutto quanto possa rappresentare una interferenza negativa. Del secondo ci rendiamo conto che se davvero si dà importanza la sicurezza non finisce mai. Quello che conta è il comportamento di coloro che decidono l’acquisto (che per noi è la vendita).

MICROBIOTA

Chi e perché è stato scelto il lievito?

Il dr. Ernst Grabitz e Flavio Veneroni hanno rivolto la loro attività R&D al lievito perché ritenuto tra gli organismi più interessanti[1]. Per l’obiettivo ricercato: avere una innovazione propria, il lievito aveva delle caratteristiche positive e delle caratteristiche negative.

[1] Wikipedia: lievito

Caratteristiche positive

Caratteristiche negative

·       Gastroresistente

·       Termoresistente

·       Antibiotico resistente

 

Queste caratteristiche sono proprie della cellula integra, stabilizzata.

Una cellule non integra perde queste sue caratteristiche e diventa un apporto.

·       Non appartiene ai componenti della flora simbionte dominante o sottodominante.

·       Può modificare il proprio comportamento divenendo patogeno (es: candidosi).

·       E’ fortemente aggressivo.

·       Si nutre di zuccheri ed aminoacidi e produce alcool ed anidride carbonica.

·       I lieviti, da quelli con proprietà patogene a quelli innocui, sono microrganismi di tipo eucariota (eu = buono; kariòn = nucleo) costituiti da una cellula soltanto e appartenenti al regno dei funghi, da cui si differenziano per la riproduzione ed il movimento.

·       Esseri viventi eterotrofi, i lieviti si riproducono per scissione binaria o gemmazione (con fermentazione alcolica), prediligono gli ambienti umidi e non crescono per mezzo delle cosiddette ife (che invece sono tipiche di tutte le altre specie di funghi).

·       Esistono numerose specie di lieviti con proprietà patogene, ossia con la capacità di causare malattie (infezioni) nell’essere umano e negli altri animali.

·       In determinate condizioni ambientali, molti lieviti possono diventare delle muffe; tale capacità prende il nome di dimorfismo e i funghi che ne sono protagonisti assumono il nome di funghi dimorfici.

·       Tra i principali lieviti con proprietà patogene, rientrano:Cryptococcus neoformans,Cryptococcus gattii, Pneumocystis carinii,Penicillium marneffei, Candida albicans e Histoplasma capsulatum.

 

Quale era l’obiettivo? E lo è ancora attualmente?
Gradino 1: inizio

L’obiettivo era ed è di:

  1. Impedire la negatività: L’unica soluzione è l’inattivazione certa. Le cellule debbono essere morte.
  2. Stabilizzare nel tempo le caratteristiche positive: L’unica soluzione è mantenere tutte le cellule integre. Ogni cellula deve mantenere le caratteristiche positive.

Come viene evidenziato da queste immagini di archivio.

Qualora l’inattivazione non fosse completa avremmo delle cellule di lievito vivo che, avidamente, si nutriranno di aminoacidi e zuccheri per produrre ciò che all’organismo non è certo benefico: alcool e anidride carbonica.

Qualora le cellule non fossero integre e stabili il risultato sarebbe un lievito morto, con il solo “sacculum” aperto e quindi con un valore alimentare, come uno degli apporti, senza non notare che un lievito morto è una potente calamita per la colonizzazione di altri microorganismi non simbionti.

L’inattivazione e la stabilizzazione dell’integrità di tutte le cellule è la nostra innovazione.
L’innovazione quale vantaggio ha portato? E questo è confermato nel tempo?
Gradino 2 – Verifiche in vitro

Il vantaggio è rappresentato dalla attivazione dei componenti simbionti del microbiota.

Attualmente si sta scoprendo l’importanza fondamentale del microbiota, molto spesso sottovalutata o tenuta in scarsa considerazione, mentre l’attività del microbiota è fondamentale per l’espletamento di tutte le attività del metabolismo delle cellule dell’organismo: produzione di energia, capacità di difendersi, di muoversi e di adattarsi[1].

[1] Henry: La mécanique du vivant

Nei primi lavori avevamo potuto verificare le differenze nei comportamenti delle cellule. Il grafico delle attività R&D evidenzia:

  • Che le cellule inattivate non hanno crescita alcuna, a convalida della inattivazione.
  • Che il simbionte ha una crescita propria (fermentazione acida) in funzione delle caratteristiche uniche delle migliaia di specie che compongono il microbiota.
  • Che le cellule di lievito vivo hanno una forte crescita propria (fermentazione alcoolica).
  • Che la crescita del simbionte viene positivamente influenzata dall’aggiunta di cellule inattivate (passando da 2,8 a 9).
  • Che la crescita del simbionte in presenza di cellule di lievito vivo non c’è, quello che cresce sono le cellule di lievito vivo che sottraggono con estrema rapidità tutto il substrato e non permettono alcuna crescita del lattobacillo.

Conferma delle convinzioni di partenza, relativamente alla potenza delle cellule vive di lievito.

Le attività delle cellule dell’organismo sono strettamente connesse con l’attività delle cellule che costituiscono il microbiota. L’attività del microbiota, nella sua interezza è fondamentale. Per comprendere meglio la crescente importanza che viene data al microbiota occorre ricordare che è solo nel 2016 che Milo e Fuchs convalidano, per il mondo scientifico, che i calcoli relativi alla flora batterica erano inesatti. La flora viene da allora chiamata microbiota. Viene riportato un abstract della pubblicazione (2012) del ricercatore J.P Henry, che per, ad esempio un uomo, calcola in 100.000 miliardi le cellule dell’organismo, e in 1 milione di miliardi le cellule del microbiota dell’intestino, ricordando che il microbiota si trova anche in altre parti del corpo. E’ interessante leggere su www.microbiota.it e www.microbiotaveterinario.it e www.microbioma.it/tutte-le-news le scoperte che mensilmente vengono riportate. La nostra innovazione risale agli anni ’90, ma quello che è mutata è stata la conoscenza dell’inimmaginabile importanza e potenzialità del microbiota.


E’ possibile spiegarlo meglio?

L’importanza dell’attività del microbiota è possibile vederla riconsiderando, alla luce delle conoscenze del nostro tempo, le prove e gli studi effettuati sin dall’inizio nelle attività R&D.

Crescite in Laboratorio

Le attività R&D si sono focalizzate sulle piastre di Petri. www.youtube Culture of bacteria. Questa attività è possibile in ogni Laboratorio di Microbiologia anche di ridotte dimensioni.

Per noi la determinazione di base era ed è importante per verificare che il processo di inattivazione, sulle cellule vive di Saccharomyces Cerevisiae, sia stato ottenuto. Il risultato della inattivazione è la non crescita. Si verifica in seguito la crescita di un ceppo della flora simbionte (normalmente un ceppo della grande famiglia dei Lattobacilli) da solo e con la presenza di cellule inattivate (avendo verificato che queste non hanno alcuna possibilità di crescita in quanto sono state inattivate), a dosi differenti.

Le immagini riportano un risultato routinariamente ottenuto nel Laboratorio di Sulbiate. E’ sempre interessante assistere a queste determinazioni e vedere da vicino, insieme agli analisti, il comportamento del mondo dell’invisibile. E’ un invito a coloro che sono interessati perché è ritenuto istruttivo. In ogni caso si consiglia la visione:

 

Vengono svolte molte diluizioni, e il ceppo, selezionato per il test, di simbionte deve essere “svegliato”, e inoculato in un mezzo di coltura appositamente formulato per ottenere le condizioni migliori per la crescita del simbionte. Queste sono determinazioni possibili in qualsiasi Laboratorio di Microbiologia, in qualsiasi parte del mondo. E’ una tecnica molto ben conosciuta.

Le determinazioni sono relative alla verifica dell’inattivazione del processo. Le cellule inattivate vengono inoculate nel mezzo di coltura per verificare che, nelle condizioni ottimali non è possibile alcuna crescita.

Si procede poi, su altre Petri, alla semina del simbionte (abitualmente un Lattobacillo) e alla verifica se, l’aggiunta di cellule inattivate dia luogo ad un maggior numero di colonie del simbionte. Come evidenziato nella foto questa maggiorazione di crescita è visivamente osservabile. 

Il confronto viene effettuato per ciascun lotto, sia in fase semiliquida e sia in fase solida.

A suo tempo fu il Prof. Cirilli di Bologna che confrontò la capacità di aumentare la crescita su differenti ceppi di simbionti: Lattobacilli, Bifidobatteri, Subtilis, arrivando anche a riprodurre in foto il momento di utilizzazione, da parte del Lattobacillo, della cellula inattivata. (grafici cellule inattivate.xlsx)

 

I test effettuati sono stati e sono numerosi in quanto ogni Tecnico e Ricercatore ha una conoscenza specifica su determinati simbionti di cui conosce le condizioni migliori per l’attivazione della crescita e può quindi verificare se vi è, in vitro, un beneficio e quale sia questo beneficio.

Non è sempre facile conoscere le caratteristiche dei simbionti in quanto sono piuttosto pigri a mettersi in moto e richiedono specifici mezzi di coltura (apporto dato dal substrato su cui dovrebbe crescere il simbionte).

Prof. Cirilli

Il Prof. Cirilli operava presso il Laboratorio di Chimica Applicata di Bologna, era membro dell’AOAC (Association Of Analytical Analist) ed ha svolto attività R&D, in collaborazione con Doxal, per verificare l’aumento della crescita su diverse specie di simbionti (Lattobacilli, Bifidobatteri e Subtilis), con cui aveva familiarità per la conoscenza delle caratteristiche di ognuno di loro. Oltre ai dati della maggior crescita in funzione della dose di cellule inattivate, fornì alcune immagini, dal microscopio elettronico, dell’utilizzo diretto della cellule inattivate da parte dei simbionti.

Queste immagini ci avevano colpito poiché riprendevano l’apertura e l’utilizzo delle nostre cellule inattivate da parte dei simbionti. Fummo impressionati dalle differenze dimensionali di un simbionte rispetto ad una cellula inattivata.

Ci colpì anche la pazienza e la fortuna per le inquadrature. Queste immagini risolsero anche, in maniera evidente, le osservazioni di qualche Prof. che metteva in dubbio la capacità dei simbionti di aprire la cellula: “noi in Laboratorio non siamo riusciti ad aprirla per esaminarne il contenuto, talmente era incistata.”. Questa malevola osservazione non era presa in seria considerazione da noi in quanto avevamo potuto convalidare come la cellula inattivata venisse utilizzata dai differenti simbionti per aumentare la loro crescita.

Le attività R&D del Prof. Cirilli sono riproducibili in qualsiasi Laboratorio di Analisi di Microbiologia.

Sono state eseguite esclusivamente le determinazioni in vitro?
Gradino 3 – In vivo

Le determinazioni in vitro non erano esaustive e sono state effettuate in concomitanza con delle prove di campo su diverse specie animali: polli da carne, da uova, vitelli, suinetti. Quello di cui sentivamo la necessità era una prova in vivo che avesse valore assoluto.

Prof. Randolph Riemschneider

Il dr. Grabitz ed io eravamo contenti di aver ottenuto l’obiettivo: inattivazione e cellule integre, ma avevamo difficoltà a trovare una giustificazione tecnica dell’impiego. La crescita in Laboratorio, su scatole Petri, era una cosa che niente aveva a che vedere con un effetto e quale effetto su un organismo. Grabitz suggerì di rivolgersi al suo Prof. di Università, il Prof. Randolph Riemschneider.

Perché il Prof. Riemschneider?

In primo luogo perché il dr. Grabitz lo conosceva e poi perché il Prof. Riemschneider, allora operante presso l’Università Libera di Berlino, aveva una credibilità relativa ai composti di lievito ed era uno specialista nella la ricerca degli effetti sia positivi che negativi di sostanze nutrizionali o farmacologiche.

Sorprendentemente il Prof. Riemschneider operava su dei girini.

Dei girini? Ma non vi sono allevamenti di rane così importanti per farne dei test.

Certamente non era nostra intenzione fare delle attività R&D relativamente all’utilizzazione dei risultati per allevamenti di batraci. Le ragioni ci vennero chiarite dal Ricercatore. La specie utilizzata in questo lavoro, per noi fondamentale, è tutt’ora utilizzata nei lavori scientifici.

Riportiamo con il linguaggio odierno la parte della relazione scientifica del Prof. Randolph Riemschneider.

I lavori del team del Prof. Riemschneider hanno come obiettivo di dimostrare in vivo se vi è un beneficio nell’impiego delle cellule inattivate e, in caso positivo di poterlo misurare.

Teniamo presente l’aforisma di Jacques Monod (Nobel)

 “Ciò che vale per l’Escherichia Coli vale anche per l’elefante.”.

Nel nostro caso possiamo sostenere:

“Ciò che è valido per l’organismo dei girini è valido per qualsiasi altro organismo.”.

Per verificare l’attività in vivo il modello sperimentale è il punto critico, in particolare se si vuole verificare il beneficio dell’apporto. Nel modello delle Petri vi è:

  1. L’involucro: la scatola Petri: lo spazio.
  2. Il Substrato: la formulazione nutrizionale che contiene tutti gli ingredienti per permettere la crescita del componente del microbiota.
  3. L’inoculazione del simbionte che si ritiene faccia parte della popolazione del microbiota e che non ha competitori nelle condizioni del test.
  4. L’eventuale aggiunta dell’apporto.

In vivo il tutto si complica. Infatti abbiamo:

  1. L’involucro è l’organismo che costituisce una barriera per arrivare al microbiota. L’organismo è sottoposto a numerose variabili ambientali, di salute.
  2. L’apporto è il substrato e questo apporto deve arrivare al microbiota ed il cammino è impervio.
  3. L’apporto che deve entrare in contatto con il microbiota.
  4. Il microbiota: si ritrova in un ambiente protetto (bocca, sistema respiratorio, sistema digerente) super saturo, altamente competitivo per la conquista dello spazio vitale e per la conquista del cibo, popolato da 1 milione di miliardi di cellule costituite da molte migliaia di specie che si scambiano continuamente informazione e sono altamente diffidenti per qualsiasi nuovo entrante, anche se appartenesse ad una qualsiasi della famiglia dei simbionti[1].
  5. Da qui l’importanza della scelta del modello sperimentale per la prova in vivo.

La comunità scientifica internazionale utilizza lo Xenopus Laevis Daudin.

www.youtube/xenopus-laevis-daudin

[1] Henry: Fratricida. Prof. Matteuzzi: il mio bifido non avrebbe alcuna possibilità di attecchire nel microbiota di mia madre.

Riportiamo le parole del Prof. Riemschneider:

Si tratta di un animale originario dall’Africa del Sud, che viene utilizzato in tutto il mondo per prove di laboratorio. Noi lo importiamo direttamente per via aerea, lo utilizziamo nel nostro lavoro oramai da 30 anni, e l’abbiamo prescelto per queste prove per vari motivi:

  • E’ adatto in modo speciale agli esperimenti sulla fisiologia e sulla crescita.
  • E’ descritto in modo completo nella letteratura, con oltre 500 titoli bibliografici.
  • Compie il suo sviluppo totale in acqua, rendendo assai facile il suo allevamento e escludendo le interferenze ambientali.
  • Il controllo degli animali durante le varie fasi di sviluppo è molto facile
  • Sono animali sensibilissimi e manifestano in modo evidente sia gli stimoli positivi come ogni influenza negativa anche lieve.

I girini si nutrono con ortica polverizzata e gli adulti mangiano fegato.

Se nel 1983 le pubblicazioni scientifiche relative allo Xenopus erano 500, attualmente sono più di 5000. Perché è l’organismo animale di riferimento per tutti i ricercatori mondiali. E’ stato anche portato nello spazio per avere ancora più dati condivisibili dalla comunità scientifica globale. I dati relativi alla sua crescita e ai tempi e modi delle sue metamorfosi sono descritti in pubblicazioni apposite, proprio per dare un valido supporto per i test dei ricercatori. I girini del test provengono tutti dalla stessa copia parentale, e questo è una caratteristica rara. Lo sviluppo avviene poi senza alcuna interferenza ambientale (aria, luce, temperatura, ad esempio), le interferenze possono essere sia positive che negative in un test.

Nelle discussioni preparatorie siamo stati formati a considerare le condizioni ambientali (aria, luce, temperatura, provenienza) come importanti per poter trarre delle convinzioni.

Le prove effettuate dal Prof. Riemschneider sono considerate fondamentali nel nostro percorso. E sono state considerate fondamentali e non criticabili dal gruppo tecnico scientifico[1] che ha collaborato con Doxal nelle attività R&D.

[1] Al Gruppo di Lavoro hanno fatto parte, in tempi ed in modi differenti: Prof. Cirilli, Prof. Riemschneider, Prof. Matteuzzi, Prof. Piva, Prof. Marchetti, i Tecnici dell’Institut Pasteur (Prof. L. Jambon, Prof. Guillot, ed il loro team), Prof. Allen, Prof. Bizzini, dr. Volpato, i Tecnici che hanno operato in Doxal.

Perché le considerate fondamentali?

Perché hanno fornito ad ogni componenti il gruppo di lavoro tecnico delle certezze, sulle quali è stato possibile costruire e dare un senso alle attività R&D che continuano ancora attualmente.

Ma andiamo per gradi.

Le prove del Prof. Riemschneider avevano come obiettivo

  1. Verificare se le cellule inattivate avessero una attività positiva sullo sviluppo e sulla crescita dei girini
  2. Verificare la dose
  3. Verificare che non vi fossero effetti indesiderati.

Ma ritorniamo su quanto riportato direttamente dal Prof. Riemschneider negli atti del Convegno. Aveva proseguito dando dei dati su come normalmente viene trattato lo Xenopus,

La quantità di ortica somministrata, come riportato da tutti i test scientifici di riferimento, è indicata nello schema seguente:

Età in giorni

Alimento mg x capo/giorno

5

2

6

3

7

4

8

5

9

6

10

8

12-19

10

20-26

10

27-33

15

34 in poi

20

Al Gruppo di Lavoro hanno fatto parte, in tempi ed in modi differenti: Prof. Cirilli, Prof. Riemschneider, Prof. Matteuzzi, Prof. Piva, Prof. Marchetti, i Tecnici dell’Institut Pasteur (Prof. L. Jambon, Prof. Guillot, ed il loro team), Prof. Allen, Prof. Bizzini, dr. Volpato, i Tecnici che hanno operato in Doxal.

Sui girini in sperimentazione vengono controllati vari parametri:

  • L’accelerazione della crescita mediante il controllo della lunghezza e del peso
  • L’evoluzione della metamorfosi
  • Controllo dei fattori inibenti la crescita
  • Controllo di manifestazioni teratogene

La crescita è stata misurata settimanalmente ed è risultata interessante soprattutto durante il periodo da 30 a 50 giorni dopo che le larve sono uscite dalle uova.

L’inizio della metamorfosi coincide on la comparsa delle zampe anteriori.

Lo stadio di rana adulta coincide con la completa riduzione della coda.

Foto 2 – Fasi di sviluppo della rana – girino metamorfosi – adulto

 

 

L’innalzamento del livello dell’acqua negli acquari è stato fatto settimanalmente.

La temperatura è stata mantenuta tra 21°C e 24°C mediante impianti riscaldanti automatici.

Per gli esperimenti sono state usate solamente larve ben sviluppate.

Dopo 3 prove preliminari per determinare le concentrazioni migliori della sostanza da sperimentare, e delle sostanze utilizzate come confronto. Sono stati effettuati  2 esperimenti.

1 esperimento (27.8.82 -23.12.82)

E’ stato condotto con 8 gruppi di soggetti, sui quali sono state effettuate le seguenti operazioni:

Età g.

Manualità e controlli – TABELLA 1

1

Uova

4

Larve natanti libere

13

Formazione dei gruppi di esperimento – acqua 2.5 lt per gruppo – Temperatura 23°C

14

Immissione delle sostanze da controllare, aumentata l’acqua nelle vasche

26

Livello acqua a 5 lt/vasca

36

Misurazione lunghezza (tabella2)

51

Controllo dell’inizio di metamorfosi (tabella 3)

71

Termine dello sviluppo del gruppo trattato (tabella 3)

75

Inizio metamorfosi nel gruppo controllo (tabella 3)

119

Termine dello sviluppo nel gruppo controllo (tabella 3)

L’esperimento ha avuto inizio quindi al 14° giorno di età, su girini selezionati per la loro condizione.

Le sostanze controllate vengono riportate nella tabella 2 al 36° giorno:

Gruppo

Controllo

Lievito vivo

Cellule Inatt.

Cellule inatt.

Fase Liquida cellule inatt.

Sostanza gr./litro

0

0,17

0,17

0,46

0,17

N. girini

27

27

30

26

26

Lunghezza mm.

22,5

23,6

33,6

46,5

22,9

Dev. Stand.

3.5

3.6

4.3

4.6

3.9

 

Rileggiamo la traduzione frettolosa di quanto esposto dal Prof. Riemschneider:

Voglio attirare la Vostra attenzione sulle colonne 3 e 4 corrispondenti ai gruppi in cui venivano apportate le cellule inattivate per evidenziare l’aumento notevolissimo della lunghezza dei girini, soprattutto il gruppo con dose di 0.46 g/lt.

Ancora da mettere in evidenza come il gruppo 2 che riceve lievito fresco vivo non presenta differenze significative con gruppo controllo.

Il valore della lunghezza riportato è un valore medio.

La foto che segue mostra un girino del gruppo 4 in paragone con un controllo al 36° giorno. E’ immediatamente visibile la grande differenza tra i girini dei due gruppi.

 

Il test in vivo mostra l’importanza dell’attività del microbiota. Attività che in ogni modo non deve essere disturbata o malamente indirizzata per apporti non confacenti e/ non appropriati. Se questo avviene l’attività del microbiota non può apportare i benefici alle cellule dell’organismo per l’espletamento delle loro funzioni: crescita, movimento, auto difesa. Il test è poi continuato per verificare l’attività del microbiota nelle differenti fasi dello sviluppo dell’organismo quando è necessario modulare e mettere a disposizione altre sostanze, ad esempio l’arco ormonale, per le attività delle cellule dell’organismo: ad esempio per le metamorfosi.

Questo vantaggio si tramuta in una maggiore precocità nella metamorfosi, come si può vedere dalla successiva tabella.

Età giorni

controllo

Cellule inattivate

51

2 m

54

13 m

58

20 m + 1 R

61

15 m + 9 R

62

16 m + 12 R

63

9 m + 15 R

68

3 m + 24 R

71

– + 27 R

75

3 m

77

4 m

82

5 m + 2 R

91

9 m + 9 R

100

7 m + 17 R

110

3 m + 23 R

117

– + 26 R

Il risultato reso possibile dalla maggiore attività del microbiota è straordinario.

L’apporto è costituito dall’ortica e dalle differenti sostanze. L’organismo evidenzia quanto è stato possibile ottenere dall’attività del microbiota. Il controllo è il riferimento e possiamo constatare che, come riportato da tutte le tabelle di riferimento, le condizioni erano quelle di permettere a tutti i girini di ottenere il loro obiettivo: diventare rane.

L’unico elemento variabile in queste condizioni in vivo è l’attività del microbiota

L’inizio precoce della metamorfosi dei girini del gruppo trattato con Cellule Inattivate sta a significare che anche dal punto di vista dello sviluppo organico l’attività del microbiota ha influito positivamente sui girini.

Al controllo dei pesi, il vantaggio già evidenziato per la dimensione corporea e nello sviluppo organico, si ripete a vantaggio dell’attività del microbiota che ha ricevuto come apporto le cellule inattivate, come si può vedere dalla esposizione dei pesi di alcune rane di entrambi i gruppi, dopo il termine dell’esperimento:

TABELLA 4

 

Gruppo Cellule Inattivate

Gruppo Controllo

Alcuni pesi riscontrati

g. 1.418

g. 0.641

al 25.1.83

g. 1.273

g. 0.484

 

g. 1.215

g. 0.516

media

g. 1.302

g. 0.547

2 esperimento (21.10.82 – 14.2.83)

Si è proceduto in modo similare al precedente, sono stati fatti soltanto 6 gruppi:

gruppo 1    : controllo

gruppo 2    : lievito fresco di birra (vivo)

gruppo 3    . lievito secco di birra (morto e non integro)

gruppo 4    : lievito fresco + Cellule Inattivate

gruppo 5    : Cellule Inattivate

gruppo 6    : Residuo centrifugato con solo cellule integre (senza la fase liquida)

Il controllo è stato fatto il 41° giorno.

GRUPPI

1

2

3

4

5

6

Livello sostanza g x lt.

Contr.

0.23

0.23

0.09+0.23 T

0.23

0.23

Nr. girini

27

27

27

28

28

26

Lunghezza mm

27.3

28.1

27.9

40.0

40.1

39.6

Deviazione standard

2.9

4.5

4.2

4.2

5.8

3.7

La dose dell’apporto delle Cellule Inattivate è stata intermedia ai due livelli usati nel primo esperimento (0.23 g/lt).

L’apporto delle cellule inattivate ha permesso al microbiota di essere più attivo e di consentire all’organismo di beneficiare di questa sua maggior attività a parità degli apporti. Il risultato dimostra che l’inattivazione, la stabilizzazione e l’integrità delle cellule inattivate permette loro di mantenere le caratteristiche proprie: la gastro resistenza, la termo resistenza, l’acido resistenza, e quindi i poter apportare il beneficio di una maggiore attività del microbiota.

Il lievito vivo non ha influito nella maggiore attività del microbiota il quale avrà dovuto eliminare i composti indesiderati delle cellule vive di lievito.

Il lievito morto non ha potuto avere un ruolo nell’attività del microbiota se non limitato al valore nutrizionale, modificato dal processo di digestione.

Il lievito vivo addizionato alle Cellule Inattivate nel gruppo 4, non ha limitato la capacità delle Cellule Inattivate di migliorare l’attività del microbiota.

Il residuo centrifugato ha dimostrato che sono le cellule inattivate, stabilizzate ed integre che migliorano l’attività del microbiota.

Il controllo delle metamorfosi e dello sviluppo in adulti, così come i pesi, seguono l’andamento molto significativo dell’esperimento.

TABELLA 6 – Controllo delle metamorfosi e delle trasformazioni in rane (M=metamorfosi – R=rane)

 

Età in giorni

Controllo

Cellule Inattivate

51

2 M   

58

20 M + 1R

62

16 M + 12R

68

3 M + 24 R

71

   –      27 R

79

5 M

86

7 M + 4 R

93

7 M + 13 R

100

7 M + 17 R

107

2 M + 22 R

117

           26 R

Anche in questo esperimento il microbiota dei girini che hanno avuto l’apporto delle Cellule Inattivate ed integre nella forma semiliquida e solida ha permesso all’organismo di iniziare il processo delle metamorfosi (movimentazione anche ormonale) con notevole anticipo sui controlli e così pure avviene per la trasformazione in rane adulte.

 

 

 

Il controllo dei pesi sui due gruppi ha dato i seguenti risultati:

TABELLA 7 – Controllo dei pesi in grammi (la dose è stata diminuita).

 

Età in giorni

Cellule Inattivate

Gruppo CONTROLLO

61

0.36

–   

68

0.54

71

0.62

82

0.24

89

0.30

96

0.33

114

0.41

117

0.44

Nelle prove in vivo, seguendo il protocollo internazionale, abbiamo la dimostrazione che le Cellule Inattivate e stabilizzate ed integre sono in grado di migliorare l’attività del microbiota, e questa maggiore attività si evidenzia nel miglioramento dei processi metabolici dell’organismo.

Questo è quanto affermato dal Prof. Riemschneider nel convegno. E per Doxal le considerazioni sono state e sono fondamentali.

Perché questi test sono stati fondamentali?

Perché da questi test ne abbiamo ricavato dei punti che per noi sono stati fondamentali ed hanno caratterizzato le nostre attività R&D. I punti sono stati:

  1. Le cellule inattivate mantengono le loro specificità relativamente a gastro termo e antibiotico resistenza, quindi arrivano dove debbono arrivare. E’ questa è una caratteristica unica.
  2. Le cellule inattivate sono in grado di stimolare in vivo l’attività della microflora.
  3. Le cellule inattivate non hanno alcuna attività diretta.
  4. Lo sviluppo davvero sorprendente dell’organismo è dovuto ad una maggiore attività del microbiota dei girini che ha saputo utilizzare, nei gruppi in cui erano state aggiunte 0,17, 0,46, 0,23 grammi/litro di cellule inattivate, l’unico apporto di alimento (ortica) per fornire maggiore “elementi” alle cellule dell’organismo girino alfine di ottimizzare tutto il processo vitale, mettendo in moto anche tutto il potenziale ormonale (metamorfosi, crescita, formazione di organi interni quali i polmoni, ad esempio). L’attività del microbiota è l’unica variabile da considerare nei test sopra riportati. A parità di alimento e di condizioni ambientali l’attività del microbiota è l’unica variabile per spiegare i risultati ottenuti dalle cellule dell’organismo.
  5. Il lievito vivo non ha dimostrato alcun beneficio apprezzabile per quanto riguarda le attività delle cellule dell’organismo del girino, in funzione di una maggior attività del microbiota. Questo confermava una nostra personale credenza: un non simbionte ha sempre una capacità di attività superiore a tutti i ceppi di simbionti, e sottrae e produce dei composti non desiderabili, occupando le azioni del microbiota per eliminare tali composti. Essendo vivo i suoi spostamenti non sono prevedibili.
  6. Il lievito morto resta un apporto alimentare che ai dosaggi utilizzati non ha dimostrato alcun vantaggio apprezzabile per quanto riguarda l’attività del microbiota.
  7. Le cellule inattivate hanno permesso al microbiota di utilizzare al meglio l’alimento e ricavare da questa maggiore attività del microbiota degli elementi che hanno permesso le performances dell’organismo girino.
  8. La maggiore attività del microbiota, ed è questo un altro punto fondamentale, non era dovuta al contenuto delle cellule inattivate rappresentate dal gruppo 7. Il gruppo 8 ha ricevuto il contenuto proveniente dalla fase fermentativa del processo. Contiene quindi tutti i componenti: vitamine, aminoacidi, gruppi purinici, eppure questo non attiva il microbiota, in vivo, mentre lo fa in vitro. Resta un “apporto” importante? Sicuramente sì, ma non stimola l’attività del microbiota. Rimane giusto un apporto. Sicuramente valido ma non evidenziato in questo test che aveva come unico scopo quello di dimostrare l’attività del microbiota. Al di là che ogni apporto è importante che non abbia delle implicazioni negative, secondo una nostra opinione non ha molto senso apportare dei componenti che sono naturalmente presenti, ed in grande quantità nelle cellule che costituiscono il microbiota. Ad esempio le cellule di gram-positivi (subtilis, bifidi, lattobacilli) hanno la parete cellulare costituita dal 90% di peptidoglicani, quindi sono a disposizione quantità immense rispetto a qualsiasi apporto. Le ricerche hanno un grande lavoro ancora da fare, tenendo in considerazione le lotte fratricide e verso qualsiasi “esterno” (anche della stessa specie e famiglia) da parte dei costituenti il microbiota.
  9. Il gruppo 8 del primo test ci ha reso evidente l’importanza degli apporti. Gli apporti, anche se non hanno alcuna influenza sull’attività del microbiota sono importanti ma è necessario avere la consapevolezza che debbono tenere in considerazione come, gli stessi apporti, possono essere utilizzati dal microbiota per avere il beneficio per le cellule dell’organismo. Come mai questi apporti, che provenivano dal contenuto delle cellule inattivate, prima della inattivazione e stabilizzazione, non avevano l’effetto di stimolare l’attività del microbiota? Certamente avevano importanza quale integrazione. Da questa osservazione l’importanza delle caratteristiche dei componenti dell’integrazione e delle attività R&D per definire sempre meglio le specifiche dei componenti dell’integrazione, in particolare in presenza di una maggiore attività del microbiota.

Queste nostre riflessioni, che sono continuate e continuano ancora attualmente, ci hanno permesso di avere delle nostre personali posizioni, focalizzate sull’importanza dell’attività del microbiota. Parafrasando il paradosso di Jacques Monod “quello che vale per l’escherichia coli vale per l’elefante”, noi affermiamo “i benefici della maggiore attività del microbiota nello Xenopus vale per qualsiasi altro organismo uomo, suino, ruminante, ape, balena.”.

Che opinione avete sull’impiego dei probiotici e questi sono stati sempre ritenuti importanti?

La nostra opinione, per quanto riguarda il miglioramento dell’attività del microbiota è positiva, se si tratta di simbionti (Lattobacilli, Bifidobatteri, Subtilis), resta perplessa in merito a non simbionti ed a frazioni dei componenti separati della cellula.

P. Henry nel suo saggio scientifico sottolinea la forza competitiva presente nel microbiota:

“La diversità degli habitat che vengono colonizzati dalle cellule batteriche impone loro di secernere, attraverso la loro membrana delle proteine, o delle tossine che sono le armi di caccia o di difesa, sia degli enzimi che vanno a digerire certi componenti del mezzo per poterne estrarre dei nutrimenti, sia dei mattoncini che permettono loro di costruire dei rifugi, formando dei film batterici. Far passare una proteina attraverso l’armatura che le protegge non è semplice e si conoscono una quindicina di sistemi differenti. Certi sono molto sofisticati, simili a delle siringhe, con un pistone ed un ago per iniettare la tossina nella vittima. Il mondo delle cellule batteriche è senza pietà e quando due specie sono in competizione per occupare un ambiente favorevole, queste armi sono utilizzate in maniera fratricida.”.

Ed è bene che non lo dimentichiamo mai. Il nostro impegno principale è quello di permettere una maggior attività del microbiota, e nel caso, di apporti simbionti di favorire la loro accettazione. Ognuno di noi deve essere consapevole che non è facile né automatico poter far parte del microbiota in quanto è sempre un unicum. Per poter avere la certezza occorrono delle prove in vivo senza le interferenze di qualsiasi genere.

Ma per rispondere anche alla seconda parte della domanda, poiché sulla prima parte ci torneremo, dobbiamo dire che non è stato sempre così. D’altra parte è solo nel 2016 che è stata pubblicata la revisione dei calcoli relativi alle cellule del microbiota, ed è da allora che ha acquistato rapidamente e con sempre maggior interesse ed importanza l’attività e la qualità dell’attività del microbiota.

Nel periodo precedente la flora batterica non aveva questa importanza, per la maggior parte degli attori. Per Doxal, sin dall’inizio, l’importanza della maggior attività del microbiota era fondamentale per lo stato di salute delle cellule dell’organismo.

Per quanto riguarda gli animali da reddito si preferiva utilizzare gli antibiotici auxinici (antibiotici quali fattori di crescita). D’altra parte sino al 1990 uno dei prodotti più utilizzati era denominato UGF (Unknowed Growth Factor) ed era costituito dalla massa dei miceli provenienti dalle varie fabbricazioni di fermentazione. Altri antibiotici auxinici erano: Clortetraciclina ed Ossitetraciclina, Flavomicina, Virginiomicina, Zinco Bacitracina. Da qui la nostra difficile situazione pratica in un mercato che aveva lo sguardo in tutt’altra direzione.

Doxal affermava che l’impiego degli auxinici sfavoriva l’attività della flora batterica ed invece rafforzava la resistenza dei ceppi fluttuanti e/o patogeni. Un trattamento con l’antibiotico colpisce per primo le cellule dei simbionti (Doxal paragona un trattamento con antibiotici ad una bomba atomica per il microbiota).

Se le cellule inattivate aumentano l’attività del microbiota aumentano tutti i componenti, sia i simbionti che i fluttuanti, che i patogeni. Cosa dite a tale riguardo?
Gradino 4 – Selezione positiva dell’attività del microbiota

Ci siamo posti il problema: ma se le cellule inattivate, integre e stabilizzate con la metodologia Doxal attivano in vivo il microbiota, attivano anche la crescita dei non simbionti?

L’aumento della attività del microbiota è certa. Essendo il microbiota costituito da 90-92% di simbionti, questi sono in grado di limitare la crescita e la permanenza dei flottanti e dei patogeni: non lasciando alcun spazio.

https://www.flavio-veneroni.net/wp/wp-content/uploads/2024/03/Immagine14.jpgLo ha dimostrato, nel 1989, l’Istituto Zooprofilattico di Treviso, numerando le colonie dopo un trattamento antibiotico e confermando che una preparazione adeguata al microbiota assicurava il mantenimento ed il pronto ripristino dell’attività dello stesso, con beneficio per il benessere animale e per il raggiungimento degli obiettivi (> sostenibilità).

..\..\certimeat 2018\eubiosi\1989 – Buratto – Test biologico sperimentale inteso a verificare attività Thepax Dry nel pollo da carne_rif 24.pdf

L’ipotesi ed il test empirico dell’Istituto Zooprofilattico di Treviso diretto dal dr. Licinio Buratto, venne confermato dalla prova sperimentale all’Università di Tours e dall’Inra di Tours su polli axenici, il cui microbiota è stato immesso in un ambiente non 

https://www.flavio-veneroni.net/wp/wp-content/uploads/2024/03/Immagine13.jpg

contaminato per poter avere un risultato scientifico, proprio per verificare scientificamente l’attività delle cellule inattivate nei confronti di un microbiota. Il risultato, come riportato dalla diapositiva constata che:

L’apporto di cellule inattivate (ingestione) non modifica il numero dei gram negativi (patogeni) mentre aumenta di un log il numero dei simbionti. Il test del gruppo dell’Institut Pasteur conferma il risultato del dr. Buratto.

..\..\certimeat 2018\eubiosi\copertina e conclusione test su polli axenici ecole francia.pdf

Doxal è stata ed è convinta che l’attività del microbiota sia fondamentale per il benessere animale, per poter ottenere i risultati zootecnici da organismi che debbono essere degli atleti per poter ottenere delle derrate economicamente sostenibili. Solo l’attività del microbiota permette l’utilizzazione degli apporti, ma su questo potremo tornare più tardi. Ma attenti! L’attività del microbiota non deve venire sprecata per operazioni di eliminazione e/o di sovraccarico, per eliminare quanto non necessario. Gli organismi ai quali ci rivolgiamo sono dei super atleti e dobbiamo averne la consapevolezza.

https://www.flavio-veneroni.net/wp/wp-content/uploads/2024/03/Immagine13.jpgDiversi sono le fasi di sviluppo dell’organismo e diverse le circostanze in cui si trova ad operare ed è utile rafforzare il microbiota.  Resta il punto della problematicità per il probiotico di colonizzare uno spazio interamente occupato e da un numero di cellule e migliaia di ceppi differenti che non hanno un indice di ospitalità alto (quorum sensing[1]): il punto critico del probiotico simbionte è la sua possibilità di colonizzare. Per questo riteniamo utile la sinergia tra il probiotico simbionte con le nostre cellule inattivate. Viene qui riportato in test effettuato su un probiotico per uso umano che si trova normalmente in Farmacia e viene prescritto per rafforzare il microbiota in caso di trattamenti terapeutici o paraterapeutici. Viene anche consigliato in caso di disfunzioni dell’apparato digestivo e non solo. Abbiamo effettuato un test su scatole Petri per verificare il beneficio sinergico tra il probiotico simbionte e le cellule inattivate.

Abbiamo utilizzato sia le cellule inattivate provenienti dal processo interno di fermentazione, e sia la forma solida che proviene da fabbricazioni che usano il nostro processo per poi ottenere mediante spray o altra tecnica le cellule in forma solido, di polvere. Quindi niente dubbi!

[1] J. P. Henry : La mècanique du vivant

Il risultato positivo della sinergia è visibile dalla foto che riporta sulla sinistra la crescita del probiotico da solo, mentre la piastra Petri centrale mostra il beneficio dovuto all’aggiunta di cellule inattivate in forma liquida e la Petri sulla destra il beneficio dell’aggiunta di cellule inattivate in forma solida.

https://www.flavio-veneroni.net/wp/wp-content/uploads/2024/03/Immagine13.jpgMa è facile ottenere dei risultati in Laboratorio. Un risultato come dimostrato dalle fotografie non ci deve esaltare: “anche l’aggiunta di zucchero può ottenere questo risultato”. Questa considerazione è stata fatta da un Tecnico dell’Università di Milano quale risposta ad una ditta farmaceutica che voleva verificare la sinergie del proprio simbionte e le cellule inattivate. (esempio di disinformazione voluta).

Ma noi sappiamo che le cellule inattivate attivano il microbiota grazie alle loro specifiche di gastro, termo e antibiotico resistenza. Noi sappiamo che nei girini hanno dimostrato, in vivo, la capacità di attivare il microbiota.

Il Tecnico dell’Università non sapeva questo e, forse, stava difendendo un proprio consiglio quale tecnico con una posizione specifica presso il tecnico dell’industria farmaceutica.

La sinergia dimostrata nel test sopra riportato ci dice che le cellule inattivate possono favorire la crescita del probiotico simbionte ed anche favorire la colonizzazione nel microbiota.

Un punto che dobbiamo sapere, anche se non lo diciamo, è una logica, che abbiamo desunto dallo studio di J.P. Henry:

calcolo cellule naturali e cellule vive probiotici (rev.02).xlsx

Chiunque voglia vendere ed utilizzare il probiotico simbionte dovrebbe tenere in considerazione la sinergia con le cellule inattivate che sicuramente aiutano il probiotico simbionte nell’eventuale colonizzazione nel microbiota.

E sull’impiego di probiotici a base di lievito, quale è la vostra opinione?

Per quanto riguarda l’impiego di non simbionti, e le cellule vive di lievito sono dei non simbionti, ancorché si stia parlando di ceppi registrati da varie autorità sanitarie, noi restiamo perplessi. Ma è una opinione del tutto personale. Il comportamento dei microorganismi è davvero un mondo ancora molto poco conosciuto. Lo dimostrano le ricerche riportate mensilmente relativamente ai cambiamenti ed alle modifiche del microbiota in funzione delle diverse circostanze alimentari, ambientali, sanitarie dell’organismo. Introdurre consapevolmente dei non simbionti ci lascia perplessi. Non vi è da parte delle cellule inattivate una maggior crescita delle cellule di lievito vivo, ma è molto importante ricordare, e questo lo aveva dimostrato il Prof. Riemschneider, che le cellule vive di lievito non hanno alcuna interferenza sulla capacità delle cellule inattivate di innescare la maggior attività del microbiota. Quanto meno una parte dell’attività del microbiota dovrà essere rivolta all’eliminazione dei prodotti indesiderati del lievito vivo e ad un maggior lavoro per rimpiazzare l’utilizzo da parte del lievito vivo di elementi (aminoacidi e zuccheri) sottratti alle necessità del metabolismo dell’organismo.

Ma come fate a misurare l’effetto delle vostre cellule inattivate?
Gradino 5 – Come misurare in vitro e rapportare il risultato in vivo?

Questo è stato un problema. Doxal ha svolto i test per verificare l’effettivo risultato in vivo, senza questa certezza le prove in vitro restano solamente delle prove in vitro. Quanto segue è valido per il percorso effettuato da Doxal.

Ci aiutò a risolverlo un Prof. di Bologna al quale le cellule inattivate avevano risolto un piccolo problema per un suo familiare. Come ricompensa mi fece dono del ceppo di un lattobacillo caratterizzato da un breve periodo di latenza.

Questa latenza davvero minima, normalmente i simbionti necessitano di 24 ore per riprendere le attività, ci permise un salto di qualità.

https://www.flavio-veneroni.net/wp/wp-content/uploads/2024/03/Immagine13.jpgLa misurazione viene effettuata dopo 5 ore.

La caratterizzazione del ceppo DX-27 è stata eseguita nel 1993 dal dr. Ernst Grabitz.

CARATTERIZZAZIONE DR GRABITZ CEPPO DX27 – 1993 word.docx

Il ceppo DX-27 viene utilizzato per la convalida di ogni lotto di produzione.

In cosa è consistito il salto di qualità?

Il primo salto qualitativo è stato la revisione delle nostre specifiche di produzione. Prima la nostra specifica era relativa alla inattivazione (< 103 di cellule vive e/o di enterobatteri) ora potevamo, per ogni lotto determinare la crescita nei confronti del lattobacillo, e questo valore poteva essere ottenuto nella giornata  lavorativa. La specifica riguarda quindi:

  1. L’inattivazione. Nessuna crescita
  2. La crescita maggiore del Lattobacillo, confrontando la crescita da solo e la crescita con l’aggiunta di cellule inattivate.

Abbiamo chiamato la crescita del lattobacillo “bioattività” e quindi la maggior crescita ci dà un numero > 1, che chiamiamo “indice di bioattività”. Ogni lotto di cellule inattivate viene convalidato se l’indice di bioattività è > 2,5. Questo significa che l’aggiunta di cellule inattivate aumenta di 2,5 volte la crescita del lattobacillo da solo.

Il coefficiente di bioattività ci ha permesso di misurare l’impatto della temperatura e del tempo, confrontando le variazioni della bioattività dopo aver sottoposto le cellule inattivate agli stress della temperatura e del tempo.

https://www.flavio-veneroni.net/wp/wp-content/uploads/2024/03/Immagine13.jpgAbbiamo potuto verificare la variazione della bioattività dopo aver sottoposto allo stress delle temperature per un tempo determinato. Questo ci ha permesso di fornire ai Tecnici delle dimostrazioni della specificità delle cellule inattivate e integre: la termo resistenza.

Vi possono essere delle situazioni tecnologiche in cui la temperatura può portare ad avere delle perplessità. Queste determinazioni dimostrano che la temperatura non modifica la capacità delle cellule inattivate di mantenere il risultato della bioattività. Le situazioni tecnologiche che hanno la temperatura come variabile da considerare possono essere le formulazioni alimentari per uomo e/o per gli animali. Le temperature a 120° simulano le situazioni tipiche dell’estrusione, ad esempio.

Avete verificato quali componenti delle cellule inattivate fossero determinanti per l’aumento della attività del microbiota?

https://www.flavio-veneroni.net/wp/wp-content/uploads/2024/03/Immagine14.jpgA suo tempo questa curiosità venne al gruppo di Tecnici francesi, che chiamavamo “pastoriani”, in quanto svolgevano le lor attività dell’ambito del prestigioso Institut Louis Pasteur. Il team di Tecnici, guidati dal Prof. Guilllot, operava all’Ecole Nationale Superieure de Biologie Applique à la Nutrition et à l’Alimentation (ESBANA), Laboratoire de Microbiologie, Centre Universitaire Montmuzard – 21100 Dijon, [1]espletò un test scientifico prendendo in considerazione le differenti parti dei componenti del lievito confrontando le crescite su simbionti che non sono in grado di utilizzare, da soli, le singole parti e/o tutte le parti. Le parti considerate sono state le vitamine, aminoacidi, purine. I grafici dimostrano i risultati ottenuti utilizzando delle cellule inattivate a diversa bioattività e confrontando con l’estratto di lievito puro, ed i componenti sintetici. I risultati sono schematicamente riportati nei grafici a fianco, il test scientifico completo è disponibile per i Tecnici interessati. L’utilizzo dell’estratto di lievito puro in Laboratorio viene https://www.flavio-veneroni.net/wp/wp-content/uploads/2024/03/Immagine13.jpgutilizzato come riferimento di controllo. Come si nota i componenti sintetici, quelli che noi chiamiamo apporti, non dimostrano dei risultati positivi. In merito all’impiego dell’estratto di lievito puro riportiamo l’annotazione a pagina 12: “Le fait que l’ajoute de l’extrait de levure dans le milieu témoin négatif (MS2-B) donne un meilleur taux de croissance que dans les milieux négatifs supplementés par LCS1[2] n’est probablement important qu’en-vitro. En effet les milieux supplementés par LCS1 permettent d’avoir des biomasse importantes et des croissances plus ètalées dans le temps pouvant avoir un effet bénéfique en-vivo.

[1] Il test scientifico di ESBANA è disponibile per la consultazione in originale.

[2] Le nostre cellule inattivate

..\..\certimeat 2018\eubiosi\ALLEGATO 10_ESBANA CELLULE INATTIVATE.pdf

 

La componente purinica era stata giudicata particolarmente interessante e meritevole di ulteriori studi.

Da parte di Doxal, anche dietro il consiglio tecnico del Prof. Riemschneider, vi era la convinzione che non fosse uno o alcuni componenti della cellule inattivata stessa, ma l’insieme così come ottenuto dal processo.

L’attività del microbiota è un fattore importante ma non affatto semplice, è necessario fare molta attenzione. Le possibili interferenze negative possono portare a degli effetti ancora poco conosciuti.

Anche per questa ragione Doxal dà importanza agli apporti ed a tutto quello che può avere un effetto benefico sull’attività del microbiota. Attività che deve essere tutta e sempre al servizio delle necessità delle cellule dell’organismo.

I Tecnici pastoriani sapevano bene che una cosa sono i test in Laboratorio ed un’altra cosa gli effetti in vivo, da qui la preziosa chiosa. Quindi niente dubbi!

Le determinazioni analitiche vengono sempre svolte in scatole Petri?

https://www.flavio-veneroni.net/wp/wp-content/uploads/2024/03/Immagine13.jpgLe determinazioni di routine vengono svolte con il metodo della nefelometria, la metodologia utilizzata è stata convalidata dal Prof. Floridi dell’Università di Perugia nel 2004. Ed è la determinazione che viene consigliata per i lavori in Laboratori di microbiologia, ed è la tecnologia utilizzata nei Laboratori di Sulbiate.

La metodologia[1] per nefelometria conferma quanto riportato dalle nostre esperienze: che la bioattività delle cellule inattivate è > 2,5, e che non vi è un aumento apprezzabile con le cellule di lievito morto o vivo. La metodologia può venire applicata, senza particolari difficoltà, in qualsiasi Laboratorio di Microbiogia.

 

 ..\..\certimeat 2018\eubiosi\relazione floridi THEPAX con grafico.docx

[1] Determinazione della attività verso il ceppo di Lattobacillo Acidophilus con metodologia del Prof. Floridi dell’Università di Perugia.

Questa metodologia viene accettata dai Laboratori di Microbiologia?

La risposta è sì. Da tutti. L’unica osservazione critica è pervenuta dal dr. Allen[1], che ebbi l’occasione di incontrare nei laboratori inglesi. Lui sosteneva che i nostri dati relativi alle determinazioni in nefelometria fossero fuorvianti. La nefelometria è un metodo turbimetrico, ma “chi può dire se la turbimetria è costituita tutta da cellule vive di lattobacillo?”. Nella sua lettera il prof. Allen riportava un lavoro personale eseguito per verificare la bioattività nei confronti di un ceppo di Enterobatterio porcino, da lui ben conosciuto.

La maggior parte dei Tecnico microbiologi che abbiamo incontrato lungo la storia aveva sempre uno o due ceppi di riferimento dei quali conoscevano i tempi e le condizioni di crescita per cui potevano valutare l’effetto benefico della bioattività, oppure delle interferenze negative.

Ognuno di loro conosceva i tempi di latenza, il, o meglio il più adatto, mezzo di coltura per la loro crescita. Talvolta i simbionti provenivano dalle deiezioni o da altre parte degli organismi interessanti per ciascun tecnico.

Il punto di qualità di Doxal era ed è che le nostre cellule inattivate e stabilizzate hanno un effetto positivo e misurabile tanto in Laboratorio quanto in vivo, proprio per le loro caratteristiche, e che vi è correlazione tra i test in vitro e le prove in vivo. Il tutto dovuto alla maggior attività del microbiota.

 

allen in inglese.pdf

[1] Lettera di dr. Allen di Unilever Research del 22/2/1988

La maggior attività del microbiota cosa può comportare, in pratica?

La maggior attività del microbiota comporta dei benefici per l’organismo. Riportiamo alcuni benefici dovuti alla maggiore attività del microbiota.

Organismo

Benefici

Vacche da latte

·       Aumento attività batteri ruminali di conseguenza maggiore attività ruminale e digestiva della fibra (+acido acetico)

·       Aumento assunzione sostanza secca con conseguente effetto secondario su stato di salute e produzione.

·       Effetto positivo anche su regolazione del ph ruminale ed abbassamento di stati di acidosi (ph)

·       Soluzione rapida in caso di blocco ruminale

 

Vitelli

·       > digestione,

·       > assunzione latte con effetto positivo su sistema immunitario,

·       > resistenza a casi diarroici e influenzali

Tori

 

Broilers

·       >performances zootecniche (IC, GMQ, < % mortalità,

·       Indice performance: 213 vs. 203

Galline ovaiole

·       Numero uova: > 1,75%

·       Uova commercializzabili: >2,16%

·       Tasso mortalità: < 0,83%

Faraone

·       >performances zootecniche (IC, GMQ, > mortalità)

·       Indice di performance 73,7 vs. 69,2

Suinetti

·       > digestione,

·       > assunzione latte con effetto positivo su sistema immunitario,

·        > resistenza a casi diarroici e influenzali

Scrofe

·       > ingestione,

·       > digestione,

·       > assimilazione/ in lattazione

·       >produzione e qualità latte

Suini

 

Colombi

·       > resistenza alla fatica alle medie e lunghe distanze

Salmoni

·       < mortalità

Cani

·       > lattobacilli,

·       > digestione e assimilazione,

·       < batteri proteolitici causa di abbassamento del ph intestinale,

·       >stato immunitario

Api

·       In osservazione. Effetto su microbioma intestinale (presenza di lattobacilli) > attività batteri positivi con effetto su stato di salute,

·       Secondario immunostimolazione con resistenza a patogeni e insetticidi,

·       Aumento produttività

 

Potete chiarire il concetto degli apporti e perché questi debbono tenere in considerazione l’attività del microbiota?

Dobbiamo fare una premessa. Quando le attività riguardano degli animali da reddito si deve considerare che questi animali sono degli atleti, poiché da loro ci si aspetta dei risultati. Quindi gli apporti debbono soddisfare diversi parametri, fatto salvo tutto quanto concerne il benessere animale in fatto di condizioni ambientali, benessere, salubrità ambientale. I parametri che dobbiamo tenere in considerazione per gli apporti e che questi sono sempre rivolti alla loro utilizzazione da parte del microbiota e quindi non debbano rappresentare un possibile freno all’attività del microbiota stesso.

Gli apporti sono costituiti dagli elementi alimentari, nutrizionali, farmacologici e tutti debbono essere bilanciati, alfine di impedire lo spreco dell’energia del microbiota che deve essere tutta a disposizione al trasferimento di quanto è necessario alle cellule dell’organismo.

È necessaria una spiegazione più chiara.

Abbiamo potuto ricordare come, per molto tempo, non venne data molta importanza all’attività del microbiota, in quanto si interveniva con antibiotici auxinici e con trattamenti preventivi terapeutici. In questa situazione, non  considerando fondamentale e basilare l’attività del microbiota, poca importanza veniva data alla quantità e qualità degli apporti.

https://www.flavio-veneroni.net/wp/wp-content/uploads/2024/03/Immagine13.jpg

Cosa si deve intendere per apporti?

Per apporti, i questa nostra conversazione, dobbiamo ritenere quanto apportiamo con l’ingestione da parte, in particolare, degli organismi degli animali da reddito. Tutto quanto gli organismi ingeriscono deve essere elaborato dal microbiota, per poter tornare utile all’organismo per l’espletamento di tutte le attività metaboliche.

Possiamo distinguere gli apporti in:

  • Alimentari: proteine, lipidi, carboidrati, che debbono essere ben calibrati, e, possibilmente esenti da contaminanti, alfine di assicurare alle cellule dell’organismo di potersi difendere e di espletare con l’energia necessaria le funzioni metaboliche.
  • Nutrizionali: vitamine, oligoelementi, aminoacidi, per i quali risultano determinanti i fabbisogni, nelle diverse fasi, ed i rapporti tra gli elementi nutrizionali, al fine di evitare interferenze nell’assorbimento. Vi sono elementi nutrizionali che possono essere auto prodotti dall’organismo (ad esempio le vitamine), ed altri no (ad esempio i minerali). Ma dato che gli organismi ai quali ci rivolgiamo debbono dare delle prestazioni da super atleti, i fabbisogni necessitano di ben calibrate integrazioni.
  • Farmacologici: terapeutici e para terapeutici, sostanze che sono indispensabili per recuperare uno stato di salute oppure per specifiche fasi della vita dell’organismo. Le cellule di un organismo sano sono in grado di difendere se stesse e l’ambiente nel quale operano da sole. Vi sono delle circostanze particolari per cui sono necessari degli interventi terapeutici (malattia) oppure degli apporti farmacologici per particolari fasi della vita (periodo fertilità, gravidanza, non aborto, minor mortalità perinatale, svezzamento, periodo o circostanze stressanti, come esempi). Anche in questi casi i dosaggi ed i rapporti debbono essere attentamente considerati.

Possiamo convenire che: maggior importanza si dà all’attività del microbiota e maggior importanza verrà data alla qualità ed alla quantità degli apporti; e vale anche il contrario.

La maggior importanza è costituita dalla consapevolezza di evitare gli sprechi (sostenibilità, ed eco sostenibilità) e gli squilibri insostenibili (sovradosaggi o mancanza del rispetto dei rapporti). Tutto ciò impatta direttamente con il microbiota costringendo l’attività dello stesso a delle operazioni non totalmente e direttamente focalizzate sul rifornimento alle cellule dell’organismo di quanto indispensabile a queste per l’espletamento delle loro funzioni metaboliche, per l’adattamento all’ambiente interno ed alla produzione dell’energia e alle difese.

Cosa si intende per evitare gli sprechi e mantenere i rapporti?

E qui si inizia un altro ripercorso. Dobbiamo essere convinti che i due percorsi debbano essere collegati.

Mica facile!

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