RIFLESSIONE SUI GAMBERI

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Il periodo della pandemia ha innescato la dilatazione di contraddizioni i cui segnali erano percepibili in modo flebile. La globalizzazione ha raggiunto alcuni punti che hanno modificato anche in modo profondo alcune costruzioni che tenevano in vita un ordine sociale, anche se perfettibile.

Alcune produzioni venivano e vengono delocalizzate, usufruendo di aperture ed aiuti, anche con risorse delle nazioni che le subiscono, ed una delle ragioni è che in queste si rendevano e si rendono sempre più stringenti i diritti acquisiti, le norme relative alla sicurezza ed alla fiscalità, la perdita di credibilità dell’organizzazione sociale (partiti, sindacati, governi, CEE, gestione della povertà e dell’emigrazione e dell’ordine) tamponata con aiuti monetari miserrimi ma sparsi a diversi soggetti affinché possano, in certi casi, non essere motivati a dare un senso sociale alle loro attività operative, in particolare a giovani non intenzionati alla continuazione degli studi, aiutati inoltre anche finanziariamente dalle generazioni precedenti che avevano dei risparmi, in forte prosciugamento, e la cultura della sobrietà.

Per far fronte alle difficoltà, soprattutto per la mancanza di visioni, si è pensato dall’alto, per trattenere quel minimo consenso sociale, di aumentare la massa monetaria, in maniera forse esagerata e con diversi pretesti. Mentre dal basso si constatava e si registra la variazione delle proprietà di piccoli e medi esercizi ed attività, tutti legati a situazioni di importazione di beni. Importazioni per le quali, vedi alcuni post al riguardo, il bene effettivo era talvolta non bene individuato (cocaina, eroina).

Diversi post, frutto dei segnali flebili, hanno riguardato alcuni casi in Europa e nel mondo, evidenziando delle situazioni talvolta difficili da comprendere, data la fretta e la critica superficiale. Alcuni spunti che sono trattati nei post:

  • Titon delocalizza la propria produzione di pneumatici dalla Francia per diversi motivi tra cui i diritti acquisiti e assolutamente intoccabili dei propri lavoratori francesi, fortemente sindacalizzati, che limitavano il proprio lavoro giornaliero a 3 ore sulle 7 ore e mezzo di tutti gli altri lavoratori in altri settori al di fuori della produzione di pneumatici. Nella polemica politica (scambio di lettere pubblico tra l’Amministratore Titon ed il Ministro dell’Economia francese Montebourg [vedi post]) veniva del tutto trascurata la differenza del trattamento tra tutti i lavoratori. Discriminazione nell’organizzazione sociale.
  • “Nel 2035 nella UE non potrà essere venduta benzina e diesel.” Centrali nucleari da fermare (comune denuclearizzato, quante volte lo abbiamo letto!) e, soprattutto, da non prevedere. Si prevedeva un futuro stabile con prezzi bassi di petrolio, tanto per accontentare dei cammellieri, senza bisogno di produrre sul proprio territorio il gas e contare su sufficienti risparmi per non avere preoccupazioni per i rifornimenti. Niente trivellazione e centrali a casa propria anche per questioni estetiche e di salute, ma si all’acquisto delle produzioni da trivellazioni e centrali da Paesi vicini. Discriminazione schiavista.
  • Misure stringenti tendenti al blocco delle produzioni ad alte emissioni (sto pensando alla chimica), senza tener conto che la tecnologia avrebbe posto sicuramente rimedio, e delocalizzazione di know-how in Paesi sempre più lontani, dove queste produzioni avrebbero creato e creano intere regioni con smog diffuso. Ma che riusciranno a risolvere con il progresso delle conoscenze e che si terranno ben stretto. Tanto noi abbiamo soldi sufficienti per farci arrivare il prodotto finito. Discriminazione coloniale.
  • Salario minimo nell’agricoltura locale ed allevamenti ostacolati per la puzza, sguinzagliando l’orda di forestali e burorchetti per far di tutto per bloccare, fermare. Tanto abbiamo risorse finanziarie sufficienti per le importazioni da Paesi esteri. Ma loro impiegano lavoro minorile! Ma loro sentono la puzza! Ma loro non hanno nessuna cultura e attenzione alla sicurezza degli operatori! “Noi compriamo il prodotto finito perché abbiamo i soldi ed il resto non ci riguarda.”. Discriminazione sociale.

Negli scenari per il futuro a breve si parla di sobrietà, di limitazioni di alcuni consumi, di quote di produzione. Per lo sviluppo durevole lo spreco è considerato un errore da aborrire. Si stima che il 30% dell’alimentare venga eliminato perché appena scaduto e non utilizzato. Si stima che la rete idrica, e mi sto riferendo al territorio italiano, perda e disperda lungo il tragitto l’80% del totale.

Ma occorre un consapevole approfondimento. Se lo spreco è da aborrire, la super produzione non ha la stessa valenza? Non è la stessa medaglia?

Una maggior produzione, pensiamo al latte ed alla carne in Paesi quali Francia, Spagna, Olanda, Germania, Danimarca, Brasile, Argentina non significa impedire ad altri Paesi, ad esempio l’Italia, di arrivare all’auto approvvigionamento?

“Ma allora sei per l’autarchia!”.

E’ una cosa seria. Sono per l’utilizzo consapevole del territorio. Rileggo e faccio mie la morale delle parabole di Gesù dei talenti e del vignaiolo. Le andiamo a rileggere insieme?

La cura del territorio passa da un consapevole utilizzo, e questo vale per le produzioni agricole e zootecniche, per le energie e per i termovalorizzatori per i rifiuti prodotti nel territorio.

Non vogliamo trivellazioni da noi ma non abbiamo niente da dire se le trivellazioni vengono eseguite nel mare Adriatico in Croazia o nel Mediterraneo in Algeria, o altrove, trasportando il combustibile con oleodotti ed altro sino alla nostra porta: tanto abbiamo le risorse finanziarie! Non vogliamo i termovalorizzattori o gli inceneritori, ma ci va bene che i nostri rifiuti, sempre in aumento come quantità, vengano caricati con vari passaggi su camion, poi treno, e portati in territori un po’ lontani, che non vediamo. Ma tanto per le energie che per i rifiuti non vi sono anche là delle esigenze sociali ed una sensibilità estetica che noi riteniamo di avere? Oppure là non ci sono i problemi di salute per cui non vogliamo né le trivellazioni né i termovalorizzatori? Eppure là sui termovalorizzatori in centro di spettacolari città sono in funzione piste da sci e passeggiate per bambini. Dove sono gli interessi ed il lavorio delle barbe finte?

Produrre sul territorio significa quanto meno diminuire le distanze, diminuire lo spreco di risorse.

Se poi Michel Rocard, ministro dell’Agricoltura francese, 40 anni fa affermava “Noi francesi ci turiamo il naso (si riferiva a maiali e bovini) e preferiamo produrre delle eccedenze alimentari tenendo occupate le risorse, anziché pagare aiuti per la disoccupazione”, non la raccontava tutta: la super produzione era utile e concertata con altri Paesi super produttori e cointeressati alla spartizione della torta. L’obiettivo era, con delle offerte ad hoc, far sì che i prezzi, nei territori target o colonia non permettessero lo svolgimento profittevole di attività di territorio che arrivassero ad una minor dipendenza, ad una maggiore cura del territorio, ad una naturale e intelligente utilizzazione dei residui alfine di diminuire la dipendenza, ad esempio, di concimi chimici. Questi sono solo alcuni spunti, lo spirito ed il senso e le attività delle barbe finte, sono stati trattati in FAS ET NEFAS.

Ora oltre alle pandemie c’è una guerra, ma sempre c’è da qualche parte una guerra, ed un aumento vertiginoso delle energie e di tutti i componenti di quanto utilizziamo, in particolare dell’agroalimentare. Ed i risparmi delle generazioni sobrie passate si sono affievoliti, e di molto.

Mala tempora currunt? No, siamo vissuti milioni di anni senza riscaldamento e con cibo appena sufficiente. E’ necessario ritrovare il senso, anche nelle proprie decisioni.

Non ha senso e porta guai ad essere noi a voler essere colonizzati e questo non lo dobbiamo dimenticare mai.

About the author:

ho operato da sempre nel settore dell'alimentazione degli animali da reddito in Europa e nel mondo. Benessere animale, sicurezza dei manipolatori, degli utilizzatori e dei consumatori sono le linee direttrici. Un aspetto importante è lo sviluppo durevole e i ruoli per i giovani nonché l'accessibilità per i meno abbienti a derrate alimentari sicure

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