Previsioni?

Previsioni?

Nessun commento su Previsioni?

I visi intorno ai tavoli di Piazza Grande hanno il colore porcellane Sevres, gli occhi sono grandi come quello del pio bove. In mano pagine di diversi giornali, alcune con riviste, con i video della televisione in continua diretta. Come va? mi chiedono. Cosa e come rispondere? Veniamo da due anni di segregazione più o meno forzata, e quando non è più forzata da disposizioni ci accorgiamo che è la nostra mente che ha dei blocchi. Come va? mi richiedono visto che non ho ancora risposto.

Senza ombra di dubbio va bene. La mia è una affermazione seria. Va bene perché poi sarà peggio. Ci siamo resi conto in fretta della precarietà che avevamo costruito, della impalpabile concretezza delle nostre organizzazioni.

Negli anni 60 e 70 sono state tolte più di 20 milioni di risorse occupate in agricoltura, per impiegarle nell’industria, di qualsiasi tipo di industria in primis per la costruzione della meccanica (auto, televisori, lavatrici, frigoriferi) perché l’agricoltura era sporca, puzzava, era roba da terzo mondo. Inutile produrre derrate alimentari vegetali o animali, meglio costruire macchine ed avere i soldi. La puzza e lo sporco che venga in altre contrade, in altri mondi. Per le risorse sono sufficienti i soldi che ricevono nella busta paga e con questi soldi possono comperarsi tutto. Per poi scoprire che lo sporco e la puzza non veniva poi da così lontano.

Abbiamo costruito un mercato grande convinti che fosse la dimensione e non la sostanza. Abbiamo dotato il grande mercato di una moneta unica che rappresentava economie ed organizzazioni non omogenee per quanto riguarda la fiscalità, la burocrazia. Ma la burocrazia è vista come creatrice di regole e le regole non puzzano, non sporcano.

La burocrazia non ha visione, se non quella di creare sempre nuove regole.

Va bene perché davanti a noi c’è il peggio. La costruzione e le crepe venivano coperte da riserve e risparmi. Da qualche tempo le riserve si sono assottigliate e quasi scomparse e siamo nudi alla meta. Abbiamo perso il know-how.

Ma il peggio è solo un modo di dire. Non preoccupatevi, sto scherzando. Basterà coprirsi un poco di più, usare di più le proprie gambe, cibarsi un poco di meno. Troveremo sempre un politico che ci prometterà dei ristori, anzi ci sarà la gara a prometterne e procurarne ancora di più. L’importante è che non finisca l’inchiostro per stampare carta moneta e fogli su cui scrivere ancora più regole.

MI fermo qui. Per il momento, ma solo per il momento mi fermo qui.

About the author:

ho operato da sempre nel settore dell'alimentazione degli animali da reddito in Europa e nel mondo. Benessere animale, sicurezza dei manipolatori, degli utilizzatori e dei consumatori sono le linee direttrici. Un aspetto importante è lo sviluppo durevole e i ruoli per i giovani nonché l'accessibilità per i meno abbienti a derrate alimentari sicure

Related Posts

Leave a comment

Back to Top