Prendere le decisioni relative alla prevenzione dei rischi significa fare un compromesso tra ciò che è auspicabile e ciò che è fattibile sul piano tecnico ed economico, ed accettabile sul piano dell’etica e dei valori.
Nel settore pubblico le decisioni hanno un fondamento politico nel senso della visione del vivere sociale che la popolazione si aspetta.
Nel settore privato significa spesso conciliare le norme regolamentate, le esigenze della produzione e della redditività, talvolta anche cosa si aspetta il consumatore.
Quasi sempre, e questo vale sia per il pubblico, lo Stato, e sia per il privato, la prevenzione dei rischi è considerata come una spesa improduttiva, quasi sempre imposta da un regolamento o da una revisione regolamentare. Questo atteggiamento fa sì che si preferisca, nella maggioranza dei casi, una reazione nel momento dell’incidente, della catastrofe, dell’avvenimento scioccante, invece che investire prima nella prevenzione.
L’esempio che marca una possibile svolta è il Covid 19. I costi sostenuti sono enormemente maggiori rispetto a quelli che sarebbero stati qualora vi fosse stato un programma di prevenzione. Laurent Cappelletti riporta su Le Monde che un mese di fermo e di confinamento, ad esempio in Francia nel 2020, sia di 150 miliardi di euro di costo integrale (costi diretti e costi indotti e spesso nascosti o sottovalutati). La valutazione del beneficio della vaccinazione è stato calcolato dall’amministrazione USA, in autunno del 2021, a 20.000 $ per ogni persona vaccinata, ad un costo di 130 $, evitando 20.000 morti evitati su un periodo di sei mesi[1]. Questi calcoli si basano sulle ipotesi relative alla dinamica epidemica, alla durata della protezione vaccinale, al numero delle persone a rischio elevato di morte, ecc. Ma, qualunque siano gli scenari, il ritorno sull’investimento è molto positivo.
Qualora si sia convinti che del fatto che la prevenzione dei rischi è un investimento che comporta un ritorno sull’investimento stesso, e non una perdita, come si deve concepire un sistema di prevenzione dei rischi? Quali sono i rischi da considerare? Come anticiparli? L’obiettivo di questo elaborato è di proporre delle risposte, in particolare per quanto attiene ai rischi sanitari di origine ambientale e sociale.
Gestione dei rischi sanitari
Sempre per gestire un rischio, qualsiasi esso sia, si richiede che sia identificato e misurato. I rischi sanitari rientrano in questa categoria e non hanno alcuna loro originalità. Non ci si può occupare di tutti i rischi nello stesso tempo e ciò significa che si debba fare una lista delle priorità e definire degli obiettivi, con i relativi misuratori specifici. E’ la classica gestione di un progetto.
Dobbiamo ricordare che vi è una differenza tra danno e rischio. Il danno è una proprietà patogena intrinseca ad una agente oppure ad una situazione. Il rischio è la probabilità che il danno avvenga. Per esempio l’amianto: ha la proprietà di causare un danno cancerogeno. Il rischio dipende dal livello di esposizione come frequenza e intensità. Si deve considerare i mezzi per controllare i rischi disponibili, che, essendo relativi a rischi sanitari, ambientali e sociali, presentano qualche particolarità. Le particolarità impongono di distinguere tre livelli di prevenzione.
La prevenzione primaria che ha come obiettivo di evitare che il rischio si produca.
La prevenzione secondaria che ha come scopo di individuare la venuta del danno il più presto possibile per limitare la sua frequenza e la sua gravità.
La prevenzione terziaria che cerca di limitare le conseguenze di un rischio che avviene.
I mezzi che si possono utilizzare sono di natura tecnica, come un dispositivo anticontaminazione oppure un equipaggiamento di protezione individuale. Possono essere di natura umana (vaccinazione, tracciamento, formazione) o di natura organizzativa (pianificazione, valutazione del rischio, norme, disposizioni). Si possono elaborare in una matrice che confronta i livelli di prevenzione e la natura dei mezzi disponibili o da predisporre. Un esempio viene riportato nella tabella delle matrici che indica i livelli di prevenzione ed i mezzi:
Livelli
Mezzi
Prevenzione
Tecnici
Umani
Organizzativi
Primaria
Secondaria
Terziaria
La norma, il diritto e la leva economica (premi o penalità) sono dei mezzi che possono intervenire in ciascuno dei nove casi della matrice. I mezzi per gestire il rischio risultano operativi se vengono collocati in un dispositivo di insieme che forma un sistema di gestione dei rischi. Il sistema deve avere degli argomenti solidi e portare alla realizzazione di una reale protezione sanitaria. Le misure di prevenzione operative debbono essere coerenti, globali e strategiche e rispettare i 10 principi generali:
Il principio di trasparenza esige che le decisioni siano fondate su delle regole chiare per tutti gli attori.
Il principio di globalità comporta di prendere in considerazione tutte le fonti e le vie di esposizione ai rischi.
Il principio di universalità deve assicurare che le misure applicate valgano per tutta la popolazione.
Il principio di equità, che completa il precedente, considera le specificità di certi gruppi (bambini, donne gravide, persone in situazione precaria).
Il principio di razionalità deve accertare che le decisioni si basino su prove scientifiche ed a richiamare il principio di precauzione in caso di incertezza.
Il principio di durata prevede che non venga considerato il termine minimo, ma che consideri anche il lungo termine ed a evitare il trasferimento del rischio tra differenti percorsi di filiera. Un esempio classico è il dispositivo di aspirazione dei contaminanti atmosferici che diminuisce l’esposizione degli operatori ma aumenta il rischio per coloro che sono prossimi nell’ambiente (vicini, limitrofi, passanti).
Il principio di anticipazione ha come obiettivo di valutare i rischi ed i benefici attesi relativamente alle decisione prese.
Il principio di ottimizzazione consiste nell’utilizzare al meglio le risorse e le competenze.
Il principio etico favorisce il rispetto dei valori e delle preferenze degli attori coinvolti.
Il principio di uniformità impone il rispetto della legge e del regolamento.
Questi principi costituiscono il quadro di referenza della gestione dei rischi sul piano internazionale. Evidentemente non vengono rispettati tutti nello stesso tempo, ma è necessario sforzarsi affinché questo avvenga. Soprattutto, non ci deve accontentare dei principi. Questi debbono tradursi in dispositivi operativi, in particolare:
Nominare dei responsabili per ciascuna famiglia dei rischi.
Condurre delle valutazione dei rischi che si basi sull’insieme delle conoscenze disponibili e realizzate indipendentemente dai limiti gestionali.
Definire una strategia di intervento in termini di fattibilità e di accettazione.
Prevedere la valutazione degli impatti delle azioni in applicazione in funzione del grado di ottenimento degli obiettivi.
Organizzare una concertazione con le differenti parti coinvolte alfine di aggregare il consenso per l’azione.
ho operato da sempre nel settore dell'alimentazione degli animali da reddito in Europa e nel mondo. Benessere animale, sicurezza dei manipolatori, degli utilizzatori e dei consumatori sono le linee direttrici. Un aspetto importante è lo sviluppo durevole e i ruoli per i giovani nonché l'accessibilità per i meno abbienti a derrate alimentari sicure
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