emissioni di Co2
2025-03-31emissioni naturali ed emissioni entropiche: qualche cifra
Lettura Piazza Grande
Prendere le decisioni relative alla prevenzione dei rischi significa fare un compromesso tra ciò che è auspicabile e ciò che è fattibile sul piano tecnico ed economico, ed accettabile sul piano dell’etica e dei valori.
Nel settore pubblico le decisioni hanno un fondamento politico nel senso della visione del vivere sociale che la popolazione si aspetta.
Nel settore privato significa spesso conciliare le norme regolamentate, le esigenze della produzione e della redditività, talvolta anche cosa si aspetta il consumatore.
Quasi sempre, e questo vale sia per il pubblico, lo Stato, e sia per il privato, la prevenzione dei rischi è considerata come una spesa improduttiva, quasi sempre imposta da un regolamento o da una revisione regolamentare. Questo atteggiamento fa sì che si preferisca, nella maggioranza dei casi, una reazione nel momento dell’incidente, della catastrofe, dell’avvenimento scioccante, invece che investire prima nella prevenzione.
L’esempio che marca una possibile svolta è il Covid 19. I costi sostenuti sono enormemente maggiori rispetto a quelli che sarebbero stati qualora vi fosse stato un programma di prevenzione. Laurent Cappelletti riporta su Le Monde che un mese di fermo e di confinamento, ad esempio in Francia nel 2020, sia di 150 miliardi di euro di costo integrale (costi diretti e costi indotti e spesso nascosti o sottovalutati). La valutazione del beneficio della vaccinazione è stato calcolato dall’amministrazione USA, in autunno del 2021, a 20.000 $ per ogni persona vaccinata, ad un costo di 130 $, evitando 20.000 morti evitati su un periodo di sei mesi[1]. Questi calcoli si basano sulle ipotesi relative alla dinamica epidemica, alla durata della protezione vaccinale, al numero delle persone a rischio elevato di morte, ecc. Ma, qualunque siano gli scenari, il ritorno sull’investimento è molto positivo.
Qualora si sia convinti che del fatto che la prevenzione dei rischi è un investimento che comporta un ritorno sull’investimento stesso, e non una perdita, come si deve concepire un sistema di prevenzione dei rischi? Quali sono i rischi da considerare? Come anticiparli? L’obiettivo di questo elaborato è di proporre delle risposte, in particolare per quanto attiene ai rischi sanitari di origine ambientale e sociale.
Gestione dei rischi sanitari
Sempre per gestire un rischio, qualsiasi esso sia, si richiede che sia identificato e misurato. I rischi sanitari rientrano in questa categoria e non hanno alcuna loro originalità. Non ci si può occupare di tutti i rischi nello stesso tempo e ciò significa che si debba fare una lista delle priorità e definire degli obiettivi, con i relativi misuratori specifici. E’ la classica gestione di un progetto.
Dobbiamo ricordare che vi è una differenza tra danno e rischio. Il danno è una proprietà patogena intrinseca ad una agente oppure ad una situazione. Il rischio è la probabilità che il danno avvenga. Per esempio l’amianto: ha la proprietà di causare un danno cancerogeno. Il rischio dipende dal livello di esposizione come frequenza e intensità. Si deve considerare i mezzi per controllare i rischi disponibili, che, essendo relativi a rischi sanitari, ambientali e sociali, presentano qualche particolarità. Le particolarità impongono di distinguere tre livelli di prevenzione.
La prevenzione primaria che ha come obiettivo di evitare che il rischio si produca.
La prevenzione secondaria che ha come scopo di individuare la venuta del danno il più presto possibile per limitare la sua frequenza e la sua gravità.
La prevenzione terziaria che cerca di limitare le conseguenze di un rischio che avviene.
I mezzi che si possono utilizzare sono di natura tecnica, come un dispositivo anticontaminazione oppure un equipaggiamento di protezione individuale. Possono essere di natura umana (vaccinazione, tracciamento, formazione) o di natura organizzativa (pianificazione, valutazione del rischio, norme, disposizioni). Si possono elaborare in una matrice che confronta i livelli di prevenzione e la natura dei mezzi disponibili o da predisporre. Un esempio viene riportato nella tabella delle matrici che indica i livelli di prevenzione ed i mezzi:
Livelli | Mezzi | ||
Prevenzione | Tecnici | Umani | Organizzativi |
Primaria | |||
Secondaria | |||
Terziaria |
La norma, il diritto e la leva economica (premi o penalità) sono dei mezzi che possono intervenire in ciascuno dei nove casi della matrice. I mezzi per gestire il rischio risultano operativi se vengono collocati in un dispositivo di insieme che forma un sistema di gestione dei rischi. Il sistema deve avere degli argomenti solidi e portare alla realizzazione di una reale protezione sanitaria. Le misure di prevenzione operative debbono essere coerenti, globali e strategiche e rispettare i 10 principi generali:
Questi principi costituiscono il quadro di referenza della gestione dei rischi sul piano internazionale. Evidentemente non vengono rispettati tutti nello stesso tempo, ma è necessario sforzarsi affinché questo avvenga. Soprattutto, non ci deve accontentare dei principi. Questi debbono tradursi in dispositivi operativi, in particolare:
[1] https//doi.org/10.1111/risa.14090
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