opportunità per favorire la crescita
2024-12-23R&D, riserve per utili non distribuiti, visione critica e negativa del fisco che si è intascato gli utili e li vuole anche in anticipo, per poi avere un atteggiamento ostile.
Sulle attività economiche, quasi dovunque, gravano quelli che abbiamo chiamato orchetti, genere di animali avidi, senza una finalità precisa se non quella di gravare come zecche succhiando il possibile e lo straordinario sino allo scomparsa dell’individuo economico. Abbiamo trattato in diverse occasioni delle specie che operano nella burocrazia amministrativa e, data la nostra attività, anche di quella che opera nel segmento della sanità pubblica. Sono stati denominati orchetti per la vis destruens, ricavata dalla saga del Signore degli Anelli. In queste giornate di settembre parliamo di esperienze di fatto, nella piazza lacustre di Ascona. La mia mi fa ritornare giovane.
Avevo 21 anni ed ebbi la mia vaccinazione. Con Giancarlo eravamo occupati nel caricare il mitico miscelatore Saga (diagonale), e come di addice a due imbranati eravamo sporchi ed impolverati. Rita, la nuova fresca impiegata, scende le scale al grido “Finanza e Tributaria, venga subito su, la stanno aspettando.”. Ventuno anni e farsela sotto, mentre con le mani tento una improbabile pulizia, ma solo il fatto che mi stavano aspettando mi fece correre inciampando nella mia polvere. Mi ritrovo davanti il classico: due individui dall’età tra i 40 e 60 anni, bassi e abbastanza floridi di corporatura, con cappotto stretto, sciarpa interna, cappello scuro, borsa in una mano. Mi salutano dicendo “Buongiorno siamo della Finanza e Tributaria. Possiamo parlare con Lei?.”. Certamente si e li invito in quello che funge da mio ufficio. Mi siedo e mi scuso di essere impolverato. Le domande mi vengono fatte di seguito, lasciandomi il tempo di formulare delle risposte che però non vengono interamente ascoltate, circa a metà percorso una nuova domanda mi viene posta. “Come vanno le cose, l’attività?”, “Sono già stati qui altri nostri colleghi?”, “E mi dica che risultati abbiamo ottenuto nell’anno scorso, e come sta andando nel presente esercizio.”. Io tentavo di formulare le risposte ma la mia testa era in totale abbandono. Uno solo, mi pare, parlasse, mentre l’altro, quello della borsa, mi osservava in silenzio con le sopracciglia aggrottate. “Beh, noi oggi volevamo conoscerla, perchè saremo chiamati a venirla a verificare quanto prima. Per tenerci in contatto le proponiamo la nostra rivista di categoria (ed il tizio con la borsa estrae due-tre copie di una rivista con la scritta Finanza e Tributaria). Giusto per permetterci di tenerci in contatto, dato che ci siamo conosciuti. Nel caso di visite di nostre colleghi Lei così potrà contattarci. Le proponiamo l’abbonamento, per la continuità del contatto. Un anno o due anni? Sono 30.000 lire per un anno e 50.000 per due anni.”. Rispondo subito “2 anni”. Il tizio della borsa ha già un modulo prestampato, in ciclostile credo, e me lo fa firmare, compilando con la denominazione della nostra banca per l’incasso, non lasciandomi una copia. Si alzano, si fanno accompagnare alla porta, escono con tutta calma, guardandosi intorno per individuare l’entrata di altri capannoni di piccole attività, quali la nostra. Ritorno in ufficio e mi sento vaccinato. Uno spavento senza alcuna spiegazione, un terrore atavico senza motivo, ma terrore. La soluzione a portata di mano. Giancarlo e Rita entrano in ufficio. Rita con un bicchiere di acqua. Giancarlo “ma come hai fatto a mandarli via? ritornano?”. Gli ho spiegato che per me era stata una esperienza omosessuale, senza entrare nei particolari. Certamente non avremmo mai visto niente se non una rivista del tutto inutile. Ma io, nella paura totale, ho creduto che due anni di abbonamento fossero una soluzione intelligente.
Di intelligente c’era il copione alla Totò e Peppino. Per parecchi anni ho ricevuto telefonate da sedicenti Vigili del Fuoco, Polizia Regionale, provinciale e nazionale, Tributaria ed agenzia delle riscossioni, altri enti. Quando la centralinista riceveva questo tipo di telefonate le doveva passare alla mia segretaria che con assoluta serietà e dando la giusta importanza al contatto, mi metteva in diretta comunicazione. Ascoltavo il preambolo, poi con una biro picchiavo il vetro della scrivania e dicevo: “Vada avanti con la sua proposta, l’avviso che ho attivato la registrazione che è in diretta con la Procura.”. Un immediato clic mi diceva che la comunicazione era stata interrotta. Il vaccino era ancora in funzione. Più che orchetti direi sciacalli. Ma sciacalli che vivono in un atmosfera che permette e facilita la loro opera.
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