Ascona. I microorganismi dell’apparato digerente sono 39 trilioni (Nature – Ron Milo – Weismann Institute of Science). 1 trilioni = 1.000 miliardi. Dalla loro attività dipende la funzionalità ed il benessere dei 30 trilioni di cellule che sovraintendono a tutte le funzione metaboliche dell’organismo. Ognuna dei 30 trilioni di cellule dell’organismo necessita dei nutrienti per svolgere le proprie funzioni e per disporre sempre dei mezzi per autodifendersi da qualsiasi nemico (immunodifese). A me e al dr. Grabitz, nei primi anni ’80, parve evidente che la SOLUZIONE fosse unicamente nel trovare un mezzo sicuro per stimolare l’attività dei microorganismi dell’apparato digerente, in particolare la flora simbionte (bifidobatteri e lattobacilli che costituiscono > 90% della flora totale). Se la stimolazione fosse certa e senza interferenze le cellule dell’organismo avrebbero avuto a disposizione tutto il materiale necessario per svolgere le loro funzioni e per le loro difese, il risultato sarebbe stato uno sviluppo naturale ed una armonica esecuzione di tutte i biochimismi organici.
Ci siamo rivolti alle cellule del lievito, perché il dr. Grabitz lo aveva studiato a fondo. ILe cellule del lievito sono dotate di una super attività nei confronti di qualsiasi altro microorgenismo. Sono presenti naturalmente in ogni angolo del pianeta. Il problema è rappresentato dal fatto che fanno parte della flora patogena (1% dei microorganismo dell’apparato digerente), vale a dire quella flora (clostridi, proteus, stafilococchi, pseudomona e funghi, oltre che lieviti) che sottrae dei nutrienti e, soprattutto, produce delle sostanze tossiche per le cellule dell’organismo. Era ed è insano pensare di utilizzare un NEMICO, almeno per noi. Il nostro lavoro si concentrò sulla inattivazione delle cellule del lievito al fine di evitare la sua attività e di verificare se tali cellule inattivate permettessero la stimolazione dei microorganismi della flora simbionte. Il risultato del nostro lavoro fu straordinario.