Miopia dell’industria alimentare

Miopia dell’industria alimentare

Nessun commento su Miopia dell’industria alimentare

Quando si parla di alimentare in Italia si tocca un tasto che inorgoglisce e caratterizza l'”italiano”. Oltre ai confini naturali peninsulari, molto al di là delle lingua, con le sue sfumature regionali, molto ma molto di più rispetto sia all’inno ed alla nazionale di calcio, anni luce rispetto all’appartenenza politica l’alimentare riunisce gli italiani: la gran quantità di marchi DOP e IGP che occupa il 21,5% dei marchi della UE, superando la Francia, Portogallo, Spagna, Grecia, Germania, Regno Unito. In ambito regionale si va dal 25 DOP e IGP dell’Emilia Romagna, ai 22 del Veneto, 20 Lombardia, 18 Toscana, 15 Sicilia, e poi le altre per raggiungere i 149 DOP e IGP al 2005.
Il patrimonio dei marchi è nazionale, deve essere difeso e tutelato, ma coloro ai quali è stato affidato (le industrie alimentari) lo difendono? Un marchio pone delle difficoltà all’entrata ma vive per la credibilità. Viene consumato con delle motivazioni che vanno al di là del costo e dei fabbisogni alimentari, può essere un vero fatto culturale. Ho fatto l’esempio della bresaola della Valtellina e del fatto personale che con la decisione di consumare tale prodotto vi era la volontà di aiutare la presenza ed il mantenimento delle comunità montane, e della razza bruno alpina. Quando ho scritto al produttore questo mi ha detto che non dovevo temere assolutamente niente, la bresaola era fabbricata in Montagna (provincia di Sondrio) e la carne del numero di lotto che avevo indicato era carne di zebù. Con questo l’industria alimentare era certa di essere in regola di aver seguito tutti i commi e commetti del capitolato tecnico. Peccato che da quel momento io abbia cessato di consumare la bresaola della Valtellina IGP, ma abbia deciso di consumare bresaola artigianale (con i filetti di grasso) e carne cruda dei Grigioni o altro. Difendere un marchio è roba seria.
I marchi Locatelli, Invernizzi, Cademartori, Galbani, sono stati acquistati per poche lire da Lactalis, che si è mangiata anche Parmalat. La differenza tra Parmalat e i marchi sopra riportati era che Parmalat era un industria di latte, condotta con strategie fortemente industriali, mentre i marchi trascinavano la cultura ed i momenti di italianità. Chi li consuma oggi, ancora una sparuta schiera di italiani, amanti del formaggino Mio, oppure del Gorgonzola Jim , quello con la goccia, ma servono solamente come esca per dare a questi pochi, dei prodotti fabbricati in Francia e con lo scopo di dirottare i palati verso i formaggi francesi. E’ agevole prevedere che lo stesso accadrà con l’universo importante degli insaccati dove di carne di maiale nato ed allevato in Italia vi è < del 10%. Come è possibile una rivendicazione di marchio? Prosciutto di Parma, Culatello, Mortadella, salame felino o di milano, ma quando mai? Che valore hanno le industrie alimentari che lasciano aperte delle porte giganti al loro castello di difesa immaginario? Quanto terrà un etichetta che prende in giro il consumatore? Quanti comprerebbero bresaola di zebù? Allora è meglio acquistare il pata negra oppure il grana moldavo. Almeno come consumatore non mi sento ne mi sentirò turlopinato. Si parla tanto di mafia della sofisticazione e si grida allo scandalo per il parmesan prodotto in germani o belgio o altre nordiche contrade. Che differenza fa con la condotta dell'industria agroalimentare italiana? La difesa di un vissuto (costumi, abitudini territoriali) è un dovere. Metto sicurezza alimentare come categoria poiché attraverso il marchio acquisto sempre la sicurezza che viene dal tempo, dalla storia, dai Lari.

About the author:

ho operato da sempre nel settore dell'alimentazione degli animali da reddito in Europa e nel mondo. Benessere animale, sicurezza dei manipolatori, degli utilizzatori e dei consumatori sono le linee direttrici. Un aspetto importante è lo sviluppo durevole e i ruoli per i giovani nonché l'accessibilità per i meno abbienti a derrate alimentari sicure

Related Posts

Leave a comment

Back to Top