microbiota e microbioma

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In una giornata piovosa a Locarno, nel bar di Piazza Grande.
– Perché sei contrario all’impiego di probiotici?
Non sono assolutamente contrario. Ci si deve rendere conto che poco ancora si sa di quella che una volta veniva chiamata flora intestinale ed oggi viene chiamata microbiota.
– Cosa intendi per microbiota?
Il microbiota è l’insieme di microorganismi simbiontici che convivono con l’organismo senza danneggiarlo. La definizione di flora intestinale non era corretta in quanto non ha niente a che vedere con i vegetali in quanto prelevalentemente vi è la presenza di batteri. Anche la denominazione intestinale era impropria in quanto il microbiota lo troviamo nello stomaco o stomaci, nella bocca, nella gola, nelle arti genitali. Il microbiota è utile anche per lo scambio continuo di informazioni in entrata ed in uscita. Il microbiota, umano ad esempio, è costituito da 500 a 10 milioni di specie differenti di microorganismi, i più numerosi dei quali sono batteri, ma anche in misura inferiore miceti e virus. Il microbiota si sviluppa nel corso dei primi giorni di vita e sopravvive, salvo in caso di malattie, sorprendentemente a lungo. Il numero di geni totale del microbiota è stimato essere 100 volte il numero di geni del genoma umano.
– Ma non è la stessa cosa dire microbiota e microbioma?
No. Il microbioma è l’insieme del patrimonio genetico e delle interazioni ambientali della totalità dei microorganismi di un ambiente definito. Per l’ambiente definito potremmo considerare un intero organismo (per esempio un essere umano, o animale) o una parte di esso (per esempio l’apparato digerente dei monogastrici o dei poligastrici, l’intestino, la cute. L’analisi del DNA dei microorganismi che vivono nel tratto intestinale umano, realizzata con i metodi della metagenomica dal consorzio MetaHIT ha identificato oltre 3 milioni di geni, 150 volte quelli della specie umana. Delle circa 1000 specie di microorganismi identificati, ogni essere, ad esempio l’umano, ne ospita almeno 160 specie con scarse variazioni fra un individuo e un altro. Possiamo intendere il microbioma quale massa di informazioni in continuo aggiornamento del microbiota. Questa massa di informazioni riceve e trasmette continuamente con l’intero organismo. E’ su questo punto che considero difficile individuare dei ceppi di batteri simbionti che possano convivere con il microbiota dell’organismo. Questo è del tutto unico ed originale ed in più ha degli obiettivi ben precisi: difendersi da qualsiasi alieno, produrre energia per svolgere la propria mansione, mantenere uno stato di salute in equilibrio, rigenerarsi continuamente. La lettura che vi ho vivamente consigliato della pubblicazione La mecanique du vivant, di Jean Pierre Henry, di cui vi ho fornito una libera e veloce traduzione descrive la criticità dell’informazione. Si arriva al quorum sensing, a decisioni a maggioranza. Personalmente ritengo molto improbabile che possano essere accettati degli alieni non in quanto specie di microbiota, ma che non possono assolutamente avere un microbioma condivisibile. Il percorso sin dai primi momenti di vita è diverso per ciascun organismo e la correlazione con l’ambiente differenzia ancora di più il bagaglio delle conoscenze.
_ Puoi spiegarti meglio?
Personalmente ritengo che noi ci comportiamo come il microbiota, mentre Henry suggerisce che il microbiota si comporta un po’ come noi. Per ognuno di noi, anche di fronte alle medesime situazioni, vede, sente, percepisce, in maniera differente. Anche le emozioni sono a livelli del tutto differenti e tutto questo viene trasmesso attraverso dei trasmettitori e costituiscono la memoria, il patrimonio di ciascun microbioma. Capisco solo ora, dopo queste riflessioni, quanto riportatomi dal Professore dell’Università di Bologna che, per ottenere un risultato di riequilibrio per sua madre, di circa 80 anni, aveva estratto dalle deiezioni materne dei bifidobatteri, li aveva coltivati, grazie anche alle cellule inattivate di nostra produzione, e le aveva somministrate all’organismo materno. Alla mia domanda ma perché non i bifidobatteri che si trovano in farmacia, oppure i suoi, mi rispose che era meglio quello che aveva fatto stanti le difficoltà di attecchimento degli altri. Oggi direi stante la difficoltà di entrare a far parte del club ultra selettivo ed ultra razzista del microbiota. Il quale accetta la specie MA con l’identico bagaglio genetico e della totalità delle interazioni ambientali. Ed è questa parte relativa al microbioma che aumenta la mia perplessità. Io e mio fratello siamo nati dagli stessi genitori, ma in tempi e circostanze differenti. Il microbiota alla nascita, trasmesso dalla madre, era lo stesso oppure il microbioma trasmesso a me ed a mio fratello era diverso. E questo sin dall’inizio. Poi io e mio fratello abbiamo avuto dei percorsi di condivisione, ma per la maggior parte, del tutto differenti. Quindi il micriobiota di mio fratello per il mio è un alieno, e viceversa.
Concluso dicendo che non sono contrario all’impiego di probiotici, quali bifidi, subtilis, lattobacilli, sono perplesso in merito alla loro compatibilità con il microbiota ricevente. In particolare se volessi metter mano ad un riequilibrio. Vi sono ragioni di grandezza. I 60 miliardi di bifidi che mi fate vedere, se li prendessi, e non ho alcuna remora nell’assumerli, rappresenterebbero meno dello 0,002% del mio microbiota? Posso parlare di riequilibrio nel caso questo fosse necessario?
– Ma nel frattempo loro crescono.
Si ma anche gli altri. Il problema non è il numero, ma l’entrata nel club super riservato del microbiota. Stiamo assistendo ad una frattura mai vista prima: l’importanza del microbiota e del microbioma ci farà cambiare stili di vita, di alimentazione, di comportamento, di discernimento del grande ambito emozionale. Ecco perché, personalmente, ho dato sin dall’inizio, importanza all’aumento della attività del microbiota originale. La mia è anche una gran paura, come succede a noi, di offendere, di urtare la suscettibilità, di ottenere un atteggiamento del tipo “hai visto questo? adesso ci manda i marines. Ha proprio una scarsa considerazione di noi. Lui, in effetti, non è assolutamente nessuno. Vuoi vedere cosa gli combiniamo adesso?”. Voi dite fantascienza? Ma noi non ci comporteremmo nella stessa maniera? Noi poi che agiamo in maniera del tutto inconsapevole pilotati in ogni nostra anche piccola decisione dall’insieme dei 100 milioni di miliardi delle cellule del microbiota.

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ho operato da sempre nel settore dell'alimentazione degli animali da reddito in Europa e nel mondo. Benessere animale, sicurezza dei manipolatori, degli utilizzatori e dei consumatori sono le linee direttrici. Un aspetto importante è lo sviluppo durevole e i ruoli per i giovani nonché l'accessibilità per i meno abbienti a derrate alimentari sicure

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