Mauro Veneroni a Busseto

Mauro Veneroni a Busseto

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Amici, oggi ci troviamo all’interno della Biblioteca di Locarno, nel locale adibito alla consultazione delle riviste, ed abbiamo avuto il permesso di fare un piccolo incontro. Vi voglio leggere l’intervento che mio fratello Mauro ha tenuto a Busseto, nel 2008, in occasione di un incontro tra persone interessate al settore feed. A dimostrazione che è un male di famiglia.

Ringrazio il Prof Martelli per avermi dato la parola.

Innanzi tutto, non posso esimermi dall’esprimere l’emozione profonda per essere qui, questa mattina, a parlare delle nostre attività in un luogo tanto particolare, come il Teatro Verdi di Busseto, che, sicuramente, contribuirà a nobilitare il tema di oggi, già di per sé nobile a sufficienza: il maiale.

Perché siamo qui e cosa facciamo:

Doxal lavora nell’ambito della salute animale e della nutrizione animale. In altre parole, la missione aziendale è quella di concepire, sviluppare, fabbricare, promuovere e vendere sia farmaci (destinati quasi esclusivamente al settore degli animali da reddito, non pet) sia integrazioni vitaminico/minerali e prodotti dietetici.

Fabbrichiamo cioè quella frazione, comunemente inferiore al 2% del peso, che è il cuore del mangime. Il mangime è la massa industriale più complessa da fabbricare, perché composta da un numero elevato di ingredienti (da 25 a 50), che hanno caratteristiche chimiche e fisiche diverse o opposte, che subiscono durante le varie lavorazioni stress meccanici, termici, pressori, ed un trasporto (vibrazioni) che sembra quasi pensato per vanificare gli sforzi precedenti: la miscelazione corretta di tutti gli ingredienti presenti sembra una chimera.

Ciò è ancora più importante oggi, visto che gli animali che la genetica ci mette a disposizione sono paragonabili ad una automobile di Formula 1, per prestazioni possibili, per robustezza, per resistenza: ma come una macchina di Formula 1, hanno bisogno di un carburante non tanto speciale, ma SEMPRE con il massimo degli ottani. Se la benzina che diamo qualche volta è 90, qualche volta 92 qualche volta 98 ottani, il pericolo non è che la macchina vada più piano, è che il motore si imballi!

Se valutiamo il settore nelle evoluzioni degli ultimi 50 anni, vediamo come:

a) la genetica ha fatto balzi da gigante; 

b) la struttura produttiva è cambiata: un mangimificio di oggi è completamente differente da quello degli anni 50: pensiamo alla automazione, all’introduzione del computer…;

c) la legislazione è stata “dormiente” per 40 anni, salvo poi avere una repentina, costante e progressiva curva di crescita, tanto che oggi è lei a dettare l’andamento del mercato…;

d) in questo panorama ciò che è rimasto sostanzialmente e tristemente piatto è l’integratore, la premiscela…

Mentre il mondo cambiava, i produttori di integratori/premiscele si sono rifiutati di ripensare ai concetti di base che sottostavano alla necessità stessa dei loro prodotti: prodotti che, se rappresentano in termini di peso una frazione piccola del mangime, sono invece il suo cuore pulsante: le vitamine, gli aminoacidi, i microminerali, gli enzimi di questa frazione( in una parola: i MICROINGREDIENTI) sono i catalizzatori di innumerevoli processi metabolici degli organismi degli animali.

Se una variazione del contenuto dei cereali, del loro tenore proteico potrebbe avere una influenza temporanea sui risultati ponderali degli animali stessi, deficienze o, al contrario, sovrabbondanza di microingredienti, ha sicuramente risultati negativi, progressivi ed accumulabili.

L’ambiente in cui operiamo, in questi anni, è variato completamente: se fino agli anni ‘80 la parola d’ordine fu QUANTITA’ (bistecca grande), nei ‘90 e 2000 si è trasformata in QUALITA’ (non mi interessa tanto la grandezza della bistecca, quanto che sia buona); oggi la parola d’ordine è SICUREZZA (pretendo che la bistecca sia SICURA): non a caso il tema centrale dell’EXPO Mondiale 2015 a Milano è la Sicurezza Alimentare. Nel certificato d’analisi del mio prodotto (o del mangime) di oggi, è determinante ciò che NON C’E’, rispetto a ciò che c’è: non ci deve essere diossina, OGM, PCBs, Salmonella, Coliformi, metalli pesanti….

Tornando ai nostri MICROINGREDIENTI, è chiaro che anche loro devono soddisfare i criteri di assenza o di compliance di quanto menzionato prima (OGM, diossina, etc. etc.); ma qui, specialmente per i microminerali, abbiamo un problema aggiuntivo. La ricerca biochimica associata ai processi fisiologici ci ha infatti illuminato sul fatto che, tra di loro, questi minerali all’interno dell’organismo, possono interagire, anche negativamente. Quindi:

  1. Un loro eccesso è negativo (anche perché la quantità della loro assimilazione è piuttosto bassa e, quindi, ce li ritroviamo nelle deiezioni animali, con tutti i problemi ambientali relativi proprio allo spargimento di tali deiezioni sui campi);
  • MA, SOPRATTUTTO, UNA VARIAZIONE DEI LORO RAPPORTI PROVOCA ULTERIORI GRAVI PROBLEMI DI ASSIMILAZIONE.

La formula del mangime, compresa la quantità esatta di microminerali, viene studiata dal nutrizionista, che la fissa tenendo presente molte variabili: ingredienti proteici del mangime, età dell’animale, clima, performance, genetica dell’animale, etc.

Pensiamo ad una pizza 4 stagioni, nella quale la base sia rappresentata dai cereali del mangime, il pomodoro e la mozzarella siano i macroingredienti, e la farcitura finale (nel nostro caso carciofini, funghetti, olive e prosciutto cotto) siano i microingredienti. Se questa pizza viene fatta per una persona, sappiamo che le quantità di ognuno degli ingredienti, decisa dal pizzaiolo, effettivamente verrà mangiata dal cliente nei prossimi 10 minuti. Ma pensiamo ad UNA GRANDE PIZZA, per 100 persone: la probabilità che OGNUNA delle 100 persone avrà, nella sua porzione, la quantità prevista di carciofini, funghetti, olive e prosciutto non è alta. Se consideriamo il mangime, rendiamoci conto che 1 ton di prodotto è destinata al fabbisogno di 1.000, 2.000, perfino 10.000 capi (ovaiole).

La tesi che: “…beh, quello che non mangia oggi, mangerà domani…” cozza inevitabilmente col concetto sviluppato prima, dell’automobile di Formula 1!

Per trovare una soluzione pratica e praticabile a questo problema oggettivo, Doxal sta partecipando ad un progetto di Ricerca, nell’ambito del programma del MISE “Made in Italy”, con vari soggetti della catena alimentare ed altri istituti di ricerca nazionali. Lo scopo della nostra partecipazione al progetto è focalizzato alla preparazione di una integrazione di microminerali che assicuri che la proporzione fissata dal nutrizionista resti costante nelle fasi di fabbricazione del mangime, insacco, trasporto, FINO ALLA BOCCA DELL’ANIMALE. Possiamo già dire, con un certo orgoglio, che, grazie ad una evoluzione ulteriore della tecnologia BMP, siamo riusciti in ciò che il progetto di ricerca ci chiedeva. La tecnologia BMP (Protezione Bi-Modale) è un processo produttivo, brevettato da Doxal, applicato a farmaci ed a premiscele nutrizionali, largamente conosciuto nel mondo: prodotti fabbricati da Doxal con questa tecnologia sono presenti in circa 60 paesi e, nel 2012, più di 200 milioni di quintali di mangime, in 5 continenti, conterranno minerali BMP.

Questa nuova, ulteriore evoluzione della tecnologia BMP, ci ha permesso ora di fabbricare un granulo, sul quale vengono fissati tutti e sei i microminerali, NELLA PROPORZIONE FISSATA DAL NUTRIZIONISTA. Grazie alla filmatura finale, tale proporzione resta intatta, fino alla bocca dell’animale, senza interferire con la sua bio-disponibilità. I vantaggi diretti, dal punto di vista nutrizionale, sono chiari ed evidenti: siamo in grado di dare, costantemente, la benzina col massimo di ottani, alla nostra macchina di Formula 1! Ma esistono anche ulteriori aspetti, relativi alla sicurezza personale degli operatori del settore ed alle emissioni nell’aria di possibili inquinanti, che rendono il nostro approccio di estremo interesse. Infatti il nostro granulo, per la sua stessa taglia (circa 400 micron) fisicamente NON può essere inalato, perché viene bloccato dal filtro nasale. E la quasi totale assenza di particelle fini e finissime (il cui comportamento nell’ambiente non può essere previsto) diminuisce in modo corposo e sostanziale il problema dell’inquinamento ambientale.

La linea completa di queste premiscele innovative è già disponibile per tutti i nostri potenziali clienti.

Doxal è una società che, a partire dai dintorni di Milano, nel corso degli anni è approdata in varie parti del mondo. In parecchi casi, invece di esportare prodotti, abbiamo concluso contratti di licenza, per la fabbricazione locale.

Questa è l’attuazione dello slogan “Think globally, act locally”, che abbiamo fatto nostro. Il significato che gli abbiamo voluto dare è:

“Pensa a soluzioni di problemi generalizzati, ma sii flessibile per applicarle a livello locale” oppure, in altre parole…

“Pensa in grande, sviluppa in piccolo!”.

Perché è vero che viviamo nell’era della globalizzazione, sì. Ed il calcio e la lingua inglese ne sono gli esempi più ovvii. Ma il concetto stesso del “Made in Italy” è legato indissolubilmente ad una attività di sapienza artigianale, di tocco personalizzato, di valorizzazione del “bello”, di ricerca dell’unicum e dell’originale.

Con un neologismo, veramente brutto (forse perché non italiano…) lo si inizia a chiamare

GLOCALIZATION

E cioè, nello specifico: in quasi tutto il mondo si alleva il maiale, le tecniche e le informazioni viaggiano alla velocità della luce, gli alimenti sono disponibili e conosciuti, ma……di culatello o di cotechino ce n’è uno solo.

About the author:

ho operato da sempre nel settore dell'alimentazione degli animali da reddito in Europa e nel mondo. Benessere animale, sicurezza dei manipolatori, degli utilizzatori e dei consumatori sono le linee direttrici. Un aspetto importante è lo sviluppo durevole e i ruoli per i giovani nonché l'accessibilità per i meno abbienti a derrate alimentari sicure

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