MARTINO

MARTINO

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Ho lavorato e collaborato con martino finotto ed è stata una esperienza positiva. Era operaio alla merck bracco con GV (anche grabitz lavorarava alla merck bracco) dove aveva ritirato dei macchinari obsoleti (destinati alla rottamazione) e li aveva ficcati, rabberciati alla meglio, in un garage. Di notte faceva piccole sintesi dormendo in una cinquecento con una lampadina sul tettuccio, GV era a conoscenza e gli dava una mano (martino diceva che gli dava un dito, ed il più piccolo). Era operaio ma la chimica la aveva in testa. Il nostro incontro fu per un imidazolo per il settore feed. Lui sintetizzava per il pharma ed aveva un rapporto di esclusiva con N un trader carico di nobiltà professionale. Questi vedeva male che uno (io) che operava nel feed potesse entrare in contatto con Martino e cercava di ostacolare, pur con una buona tattica. Ma eravamo proprio bravi. Mi ritrovai sul campo di battaglia in diverse occasioni ma ne ricordo due in particolare.

Il ronidazolo glielo portai io, noi vendavamo la diluizione al 12% in europa. Aprì l’index merck, chiamo i suoi due colonnelli, questi bofonchiavano, lui mi confermò che si poteva fare ma come minimo mi dovevo impegnare a ritirare 1000 kg per mese. Dopo 20 giorni la prima sintesi non riuscì, dopo un mese la resa della sintesi era sotto il 10%, poi passo al 25%. Dopo quattro mesi avevo la mia tonnellata per mese, nel frattempo me ne abbisognava 1500 kg, con martino bisognava fare così. N era furibondo, Martino, me presente, gli telefonava. Ritengo che tra loro vigesse il dura minga, magari con scommessa. Poi venne la merck che gli portò la fabbricazione in esclusiva per loro ed un contratto a lungo termine. Mi chiamò e me lo disse, trattò con la multinazionale per lasciarmi dieci tonnellate per uscire lentamente dal mercato, in cambio di un allineamento dei prezzi. Fu una cosa rimarchevole.

Del carbadox ero quello che ne sapeva di più. Con Martino, il fabbricante che voleva entrare anche su questa molecola, ci trovammo N che non voleva assolutamente lasciarmi fare da solo, il buon Magni ed io. L’obiettivo era fabbricare 20 tonnellate che Martino voleva fabbricare velocemente e noi ritirare 6 tonnellate a testa. Sapendo con chi avevo a che fare chiesi se gli altri non avessero ritirato la loro quota cosa sarebbe successo. Martino disse il primo che arriva prende il tutto. Fu costituita la PFP (l’idea dell’acronimo fu di magni, brillante come sempre), iniziò il contenzioso voluto. Finita la riunione in Milano negli uffici di N, mi presi con RB una aranciata amara, salutai il buon Magni che mi disse che le sei tonnellate per lui era francamente troppe, e telefonai a Martino che ancora si trovava negli uffici di N. Gli passai l’ordine per 20 tonnellate consegna al più presto. N disse che anche per lui andava bene poiché nel feed non aveva sufficienti conoscenza, mi chiesero di Magni e riferii che anche per magni andava bene se le sue sei tonnellate le prendavamo noi, e N si complimentò con me, per come avevo condotto il tutto.

Di prodotti per il feed ne facemmo altri, buon ultimo la flumechina una molecola per la prevenzione e la terapia della enterocolite nei conigli. Per questa molecola sconvolsi la storia europea dopo essere stato preso per buffone quando affermai che le quantità, se fosse arrivata ad un prezzo che indicai, sarebbe state di 40 tonnellate al mese, mentre la multinazionale nei cui uffici francesi mi trovavo ( con giorgio pisani), ne vendeva 10 tonnellate per anno ed a fatica e solo nei volatili. Dopo un anno si era arrivati ad oltre 100 tonnellate per mese ed i produttori erano almeno dieci. La multinazionale non aveva accettato il marketing plan che avevamo messo a punto ed è stato un vero peccato.

Fu Martino ad annunciarmi che GV sarebbe venuto in italia con la sua ferrari perché voleva litigare con me, e francamente non sapevo il perché o per cosa. GV ebbe l’incidente sull’autostrada. Lo andammo a trovare con Martino e Pedro. GV nudo sul lettino mi fece festa, ci abbracciammo: non voleva litigare, aveva saputo che avevo dei rapporti professionali con il mitico Gay ed era spudoratamente geloso: il mio mentore chimico doveva essere solamente lui.

Con martino ricordo gli acquisti all’asta privata in centro a Milano dei tappeti, una statua di alberto da giussano, alcuni quadretti, mi rifilò un mobile che aveva nella sua casa di vaprio, che era stato rappezzato con legno delle cassette della frutta. Si trattava di un posatiera del 1300. Mio padre ci mise le mani. Venne Martino a vedere il lavoro finito e restò meravigliato. Mi ricordo della lettura con traduzione di lettere, del brelin con alba, mi volle sentire suonare il piano perché era incredulo, conobbi la prole, ancora oggi ricordo la sua scrivania incasinatissima.

Martino è stato un imprenditore intelligente, che conosceva la chimica e che sapeva fare gruppo, un italico da ammirare. A lui devo l’acquisto della ferrari 208 che fu il mezzo di trasporto mio per cinque anni. Lo conobbi anche come corridore con facetti. Ne feci il protagonista del romanzetto in cui simulai il suo rapimento in quel di Treviglio dal titolo Gennaio a Milano. Poi seppi che si era trasferito a cuba. Martino dovunque ti trovi che il tutto ti sia lieve.

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ho operato da sempre nel settore dell'alimentazione degli animali da reddito in Europa e nel mondo. Benessere animale, sicurezza dei manipolatori, degli utilizzatori e dei consumatori sono le linee direttrici. Un aspetto importante è lo sviluppo durevole e i ruoli per i giovani nonché l'accessibilità per i meno abbienti a derrate alimentari sicure

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