Sono seduti intorno a me e mi guardano come se fossi un fissato. Piazza Grande a Locarno è una piena di mercatini. Offro un caffè così ci sediamo. Ho il tempo di levare dallo zainetto una copia vissuta del Regolamento n. 178. Rileggo ad alta voce il consideranda n. 37.
Dal momento che alcuni prodotti autorizzati dalla legislazione alimentare, quali i pesticidi o gli additivi per i mangimi, possono comportare rischi per l’ambiente o per la sicurezza dei lavoratori, l’Autorità dovrebbe altresì valutare alcuni aspetti legati all’ambiente e alla protezione de lavoratori in conformità della legislazione pertinente.
Tutti i prodotti hanno la loro specifica scheda di sicurezza, ed abbiamo sentito, tutti noi, alcuni specialisti in medicina del lavoro che hanno confermato che non ci sono studi in bibliografia per l’esposizione a più di un agente chimico.
E vi meravigliate che io insisto? In ogni mangime sono presenti oltre 20 agenti chimici. In Italia soltanto vengono consumati > di 300.000 tonnellate di agenti chimici nei mangimi. E quindi le risorse che li producono, che li distribuiscono che li somministrano debbono essere protette. E come? Adottando misure di prevenzione sia per le risorse che per l’ambiente, l’ambiente di ogni singola filiera orizzontale o verticale. Tanto più che la prevenzione non ha un impatto economico non sopportabile. E, se restiamo nel Bel Paese, con oltre 200 marchi di specialità food, che tutte, hanno un legame con il territorio.
Ci fu un tempo in cui si scoprì che una fabbrica di scarpe americane faceva produrre le proprie scarpe in India, dove il lavoro minorile è prassi. Ebbene i consumatori hanno costretto ad una frettolosa marcia indietro, e, mi dicono, che ancora oggi, il marchio risente di questo infortunio. Perché non prendere lezione? Se sul nostro territorio ci diamo come direttiva (ricordatevi i mangimisti svedesi con gli antibiotici auxinici) che per noi la protezione delle risorse e dell’ambiente è fondamentale, vedrete che sarà difficile per uno spagnolo, belga, francese, tedesco, polacco, o altro, prendere possesso del nostro territorio. Basta che colui che immette nel territorio – mercato qualsiasi prodotto deve prima essere sicuro che rispetta i limiti di prevenzione per le risorse e l’ambiente.
E poi il matto sarei io? I minori non debbono lavorare e chi li fa lavorare, anche se nel suo territorio ciò è ammesso, per noi deve essere gettato dalla rupe Tarpea, o in qualsiasi buca dell’urbe.
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