G.G.
2024-07-26Un ricordo personale di una figura importante
Da Melide.
LDB – Leone Del Burgo è il nome italiano che conosco. Al Cairo il 30 luglio 1952 viene deposto ed esiliato, Re Faruk, che arriva in Italia dove vive, tra Capri e Roma sino 1965. Con il colpo di stato anche gli ebrei vengono costretti all’esilio. LDB al Cairo gestiva il negozio più importante per la vendita di lampadine ed elettrodomestici, principalmente Philips.
-E tu cosa hai fatto?
-In tre giorni ho dovuto vendere tutto e non al miglior offerente ma ai capi degli insorti e loro compagni di merenda. Poi con la mia famiglia, con delle valigie con dei vestiti, ho preso una nave destinazione Napoli.
-Perchè Napoli?
-Era la prima nave disponibile ed avevamo fretta e volevo mantenere in vita la mia famiglia. Arrivato a Napoli alloggiammo in un misero alberghetto. Lasciai la famiglia a Napoli e con il treno andai ad Amsterdam, alla Philips. Ero stato un importante e buon cliente. Philips mi fece un prestito e mi permise di affittare un’abitazioni a Napoli, mi nominò agente per la Campania delle lampadine per animali e mi diede il contatto con la Divisione Duphar (vitamine, prodotti fito). Da qui il contatto con te.
Io arrivai in Philips spa, Piazza IV Novembre, 3 a Milano il primo luglio 1960. A settembre mi ritrovai un agente per le vitamine (ADE) per la Lombardia, Signor Mucedola di Rho e il Signor Craviotto di Piacenza per l’Emilia, ed anche un agente, tale Leone Del Burgo per la Campania che avremmo dovuto aiutare “il più possibile”. Nel 1962 a Cinisello, alla porte di Milano la Sezione Duphar di Philips iniziò la produzione di integratori, di Quinoblanc (pittura murale insetticida), di Halamid (disinfettante).
-Gli integratori furono la mia ancora di salvezza. Giravo per cercare allevatori per la vendita delle lampadine (poche) e ti inviavo gli indirizzi per il Notiziario. Con gli integratori strinsi una collaborazione stretta con il Signor Vittorini che produceva mangimi. Con questo accordo cambiò la mia situazione e quella della mia famiglia: vendevo integratori a Vittorini e vendevo agli allevamenti le materie prime per la produzione di mangimi agli allevatori.
-E mi scrivevi lunghe lettere (italiano/francese) quasi ogni giorno.
-Si. Ti scrivevo perché vedevo che questo era una buona occasione per tutti e due. Poi Vittorini morì in uno stupido incidente stradale a Napoli, ma io avevo costituito una base di lavoro che mi assicurava le entrate per mantenere la mia famiglia e far studiare i figli.
Leone era particolare. Ebreo praticante, negoziatore fantastico. Fumava la pipa che teneva accesa per tutto il giorno con una miscela di tabacco di buon odore. Il viso era serio, parlava solo di lavoro, di possibilità, di prezzi e sorrideva spesso.
Imparai da lui moltissimo, in particolare di non essere precipitoso nelle negoziazioni: “Sei troppo veloce, disponibile e decisionale. Rileggiti i proverbi nella Bibbia.”. Mi voleva bene ed io avevo in gran rispetto per lui. Restò con noi sino alla pensione lasciando i suoi clienti al nuovo entrante. Poi si trasferì a Bologna dai figli.
Dovunque tu sia, che il tutto ti sia lieve.
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