opportunità per favorire la crescita
2024-12-23R&D, riserve per utili non distribuiti, visione critica e negativa del fisco che si è intascato gli utili e li vuole anche in anticipo, per poi avere un atteggiamento ostile.
Biblioteca di Locarno. Ci siamo trovati e facciamo il punto sulla sovranità industriale, dopo aver letto la pubblicazione di Elie Cohen e vari commenti. Il mio personale punto di vista è che la crisi del 2008 e la pandemia hanno messo a nudo la fragilità del sistema della globalizzazione e delle liberalizzazioni principalmente nella formazione miope dell’Unione Europea un coacervo di stati senza una visione comune. Il modello Usa è stato trainato dalle attività R&D concentrate e dirette da tutto ciò che concerne la difesa e quindi una concentrazione di know-how nel numerico che trascina tutto un settore. La politica industriale della Germania favorita dalla visione settoriale dei Lander con gli aiuti per mantenere le attività industriali ed i centri di produzione, i cosiddetti “cluister”. Nel Giappone e nelle aree vicine il rafforzamento nel settore delle automobili e nel management. Ci siamo resi conto che le attività operative pensate “senza una fabbrica” come necessità è stata miope e la liberalizzazione a qualsiasi prezzo ha favorito la decolanizzazione e la perdita dello spessore della conoscenza. La conoscenza è strettamente legata alle attività R&D. Personalmente resto convinto che siano le attività R&D che consolidano le attività di produzione e che le attività di produzione, non con una visione autarchica, ma con l’accento sulla necessità di approfondire meglio il valore della sovranità industriale crea le condizioni per non essere condizionati in tanti settori che sono necessariamente collegati: le fonti di energia, la capacità di valorizzare le produzioni nazionali alzando l’asticella della conoscenza. Nel settore che più conosco vige l’apposizione di una etichetta razzista “questo prodotto non può essere utilizzato nella UE” e questo ha portato le autorità di controllo di territorio nel domandare “ma perché questi comprano dei prodotti che non sono utilizzati nella UE”? Come se l’UE fosse vangelo. Senza considerare che in ogni Paese vi sono delle conoscenze specifiche del Paese. Se in un Paese viene utilizzato e permesso un prodotto, anche se nella UE viene vietato, ma vengono ammesse le derrate di produzione effettuate in un Paese terzo è pura miopia, arroganza, non conoscenza. Sono le attività R&D che permettono il consolidamento. Senza queste un risultato non vale sul lungo periodo. Anche per una piccola o media attività le attività R&D sono determinanti.
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