Passando in un giardino cittadino nel periodo delle nebbie padane, dove non si vede a un passo, ti può capitare di intravedere un’ombra ma di non riuscire a decifrarla. Mi si chiede di descriverla i questa giornata primaverile con il lago di Lugano davanti a noi e l’atmosfera così chiara. Ma come faccio? Come posso farvi partecipi della mia incapacità di vedere chiaramente? Ho iniziato l’attività nel luglio del 1960: preistoria. Il settore era ancora da costruire. Ho visto diverse figure di attori che durante l’evoluzione ha cambiato di posizionamento, di consapevolezza, di importanza. I cambiamenti erano dovuti anche alle modifiche del mercato, dalle preferenze e dalle scelte dei consumatori, dall’evoluzione della normativa, della  necessità di for fronte alle modifiche con le attività R&D. Tra le figure con cui ho avuto a che fare vi sono stati i Veterinari. Ne ho conosciuti diversi, alcuni di categoria eccellente. Potrei portarvi degli esempi ma adesso mi preme far presente che l’eccellenza era dovuta ad uno studio continuo e all’allargamento della loro conoscenza che si espandeva dal centro del loro compito (le malattie, la loro origine, come diminuirne l’impatto negativo, ad esempio) sino ad avere voglia di sperimentare altri dettagli anche lontani dal loro centro: la genetica, le condizioni ambientali, le caratteristiche dei materiali utilizzati, alle misure di determinati attrezzi (altezza, portata). Ultimamente vi è una figura che faccio fatica a delineare. Ho vissuto, eccome, l’area (intesa come spazio e tempo) dell’antibiotico centrismo, ed ho visto con entusiasmo l’avvento dell’area del per-biotico. In questa area evolve anche in diminuzione la figura del veterinario e manca sulla scena la figura protagonista del nutrizionista. C’è, in alcuni casi ma non gli si presta attenzione e questa figura fa ben poco per prendersi la luce che deve prendere. C’è un vuoto che deve essere riempito e non capisco come mai non vi sia questa consapevolezza che questo è il tempo del nutrizionista.

Possiamo parlarne.