Il senso
2024-12-03non sempre ciò che capiamo è quanto tratteniamo da quello che ci viene detto e non sempre ciò che campiamo poi lo applichiamo e se lo applichiamo facciamo del nostro meglio.
Ascona – Mi sarebbe piaciuto incontrarlo. Ho provato a leggerlo in spagnolo ma, pur avendo una scrittura molto chiara, ho preferito andare per biblioteche a cercare le edizioni in lingua italiana. Nel prologo ai tedeschi di Il tema del nostro tempo leggo.
E non si può provare pienamente che un’idea è sbagliata fin quando non se ne ha un’altra chiara e positiva con cui sostituirla. Noi naturalmente non l’avevamo. Ma la cosa strana è questa: ci era perfettamente chiaro, nitido lo spazio vuoto della nuova idea, il suo contorno, proprio come nel mosaico la tessera che manca si rende presente con la sua assenza. Probabilmente nella storia è accaduto sempre così. Ciò che domani sarà la solida realtà è stata prima anticipazione del desiderio; di un desiderio, sia ben chiaro, che non rientra nel nostro arbitrio avere o non avere. A quanto pare nella storia agisce una fantasia necessaria che immagina l’avvenire dell’uomo, lo disegna come progetto di essere, come programma di vita. La realtà non è altro che l’esecuzione, più o meno maldestra, di questa trama che l’uomo, drammaturgo del proprio destino, aveva inventato in precedenza. Ritengo che questa considerazione apra la strada a ricerche storiche molto precise e di tipo nuovo. E allo stesso tempo questo dà un senso immediato all’idea di Shakespeare secondo cui siamo tessuti con la stessa materia dei nostri sogni.
A 26 anni per Ortega c’è esplosione. Per me è il 1970. Anno di prendere il volo.
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