i talenti e la frase forte

i talenti e la frase forte

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Nella sala del lido di Melide abbiamo commentato lo scritto del lontano 1985 relativo alla difficoltà di essere figli (dipendenti). Abbiamo anche riletto la parabola dei talenti. Ho riportato nel testo che i talenti erano 10 per ciascuno. Mi avete fatto presente che i talenti erano 5,2,1. Ritengo di poca importanza questa differenza. La mia interpretazione è del tutto personale. Alla nascita abbiamo, nella grande maggioranza dei casi, le stesse possibilità, la partenza sono i talenti che, non materialmente, ci vengono affidati e che abbiamo con il nascere. Per mettere insieme i due alleli abbiamo scelto il momento giusto e battuto 2 milioni di concorrenti. Sono riuscito io ed ho assunto la responsabilità anche per coloro che non ci sono riusciti. Poi ho succhiato, respirato, lallato, mosso le mani e gestito il loro movimento scoprendo mano a mano le possibilità, per sincronizzare il movimento dei ginocchi al fine di permettere alle mani di occupare un ulteriore spazio ho messo del tempo, poi, ma non me lo ricordo bene, ho scoperto che puntellandomi sulle dita facilitavo il movimento dei ginocchi. Il movimento delle dita mi ha permesso di migliorare il mio gattonaggio e di scoprire l’equilibrio, di alzarmi e di mantenere una posizione sempre più stabile. Poi, poi la corsa. Ma i talenti erano già con me. I talenti è la facoltà di voler voler fare e farlo bene. Il voler voler fare conferma che i talenti datimi erano nel posto giusto. Il farlo bene continuamente è il guadagno del trafficare con i talenti. Trafficare non mi piace, ma mi dà il senso di qualsiasi obiettivo del voler voler fare. Anche del voler voler far un bel niente, ma di farlo bene, sempre meglio. Il voler voler ha un inizio, nell’adolescenza, e le idee non sono per niente chiare. E’ il periodo che coincide anche con l’uscita dal nido e questo non aiuta a fare chiarezza ma aumenta la precarietà. Se poi l’uscita dal nido viene posticipata si produce una discronia tra il fare chiarezza del proprio voler voler fare e il senso di sicurezza e di solidità del nido. E’ anche il periodo dei fallimenti, delle disillusioni, ed è da queste, principalmente, che ci si fortifico. Poi arriva l’obiettivo del trafficare. I talenti vanno in una direzione: nel trafficare in generale, su un singolo tema, e quale è il guadagno? Il miglioramento apportato dal mio voler voler fare e farlo sempre meglio. Ed acquista senso anche la frase che è scioccante: ha chi ha (ha chi ha un gap migliorativo) verrà dato. Ma che senso ha dare o non dare a chi si accontenta dei talenti di partenza, non è interessato a voler voler fare, al massimo fa qualcosa tanto per, e non ha alcun incentivo al miglioramento del senso della propria esistenza. Non si parla di risultato, Non si parla di quantità del risultato, si parla di migliorare la decisione del proprio fare: muratore, ballerino, primo violino, pizzaiolo, agricolture, pagliaccio nel circo, impiegato, operaio. Tutti dobbiamo marcare il miglioramento del proprio voler voler fare essendo sicuri che stiamo dando (questo è il ricevere) il senso del perchè ci sono. Se non sono interessato al senso del perchè ci sono (e qui è il togliere) è giusto che mi venga tolto il senso dell’esistere.

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ho operato da sempre nel settore dell'alimentazione degli animali da reddito in Europa e nel mondo. Benessere animale, sicurezza dei manipolatori, degli utilizzatori e dei consumatori sono le linee direttrici. Un aspetto importante è lo sviluppo durevole e i ruoli per i giovani nonché l'accessibilità per i meno abbienti a derrate alimentari sicure

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