opportunità per favorire la crescita
2024-12-23R&D, riserve per utili non distribuiti, visione critica e negativa del fisco che si è intascato gli utili e li vuole anche in anticipo, per poi avere un atteggiamento ostile.
In Val Verzasca sotto un tiepido sole.
Hai detto che è stata la fuga da un mercato troppo rigido e troppo oneroso ed hai citato Clinton. Puoi chiarire meglio?
Le due cose sono in parte legate. La previsione della fuga è avvenuta nel 1968-1970 quando si è innescata una rivoluzione tutta legata al riconoscimento di diritti assolutamente scollegata dai doveri. Mi ricordo il 18 politico, lo sciopero selvaggio, lo stipendio di entrata molto vicino allo stipendio dopo 30 anni di lavoro (in pratica l’annullamento dell’apprendistato = 25% della stipendio dopo 20 anni di lavoro continuo). Le attività erano però serrate in un mondo rigido. Fino a che la rigidità restava (seppure con distorsioni di cui oggi paghiamo la fattura = Stato che con i soldi dei cittadini comprava tutto ciò che andava male) non vi era altra alternativa che alla concentrazione sul proprio core business (coesione interna), alla concentrazione tra aziende con l’assorbimento dei surplus (cadaveri con caterva di dipendenti) da parte dei vari ordinamenti nazionali (dall’economia pubblica che aveva nelle tasse e nella svalutazione delle valvole regolatrici). Ricordo a voi che mentre quando sono entrato nel mondo del lavoro il mio salario era 5-6 volte inferiore al salario di un impiegato o operaio medio; dopo il 1970 il salario di entrata era pari al 90% del salario di coloro che erano a fine carriera. Ciò significava NON dare valore alla curva di conoscenza, ed i lavoratori a fine carriera (si andava in pensione a 50-55 anni) venivano derisi dai giovani per la loro scarsa capacità di aver saputo negoziare le loro retribuzioni. Ma il tutto avvenne senza la necessaria preparazione, senza dare importanza alla conoscenza del why e del how delle varie attività. La massima aspirazione era entrare nel pubblico, attraverso le acquisizioni da parte dell’IRI ed altri enti, o direttamente. Non appena le barriere rigide vennero abbassate (dazi, dogane, protezionismo) il castello dimostrò di essere di carta. Mi sono portato il volume edito da SVIMEZ dal titolo Piccolo codice del federalismo. Descrive il sistema perverso (sono parole sue) dell’amministrazione centralizzata che ha portato ad una situazione, almeno in Italia, davvero insostenibile. Vi è uno stato centrale che assorbe il 52% del ricavato delle tasse, SENZA dare più alcun servizio, mentre il 48% viene distribuito all’organizzazione del territorio (regioni, provincie, altro) che erogano, o meglio debbono erogare, servizi ritenuti utili dai cittadini. E la macchina dello stato (sono parole loro ma sono ben conposciute dai più) NON diminuisce di un centesimo le proprie spese! Quindi la fuga, e non è solo un problema italiano, è andata per ragioni vitali dell’economia. Ricollegandomi a Clinton (cambio di lavoro ogni 5 anni) la sua frase dimostra l’assoluta mancanza di rilievo dato alla curva di conoscenza. Una attività necessita di una continua applicazione ed un costante miglioramento ed innovazione che deriva da una conoscenza sempre più approfondita e più ampia che trasforma una visione miope in una visione sempre più panoramica dell’ambito del proprio ruolo sia che si tratta di un lavoro manuale che intellettuale. Se cambio lavoro ogni cinque anni che fieno di conoscenza metto in cascina? Lo studio DEVE essere continuo, ma non sullo stesso spartito, ogni attività deve essere continuamente migliorata ed innovata, chi può farlo se non colui che ha questo come ruolo? Nel film Quo vado che rispecchia una grande maggioranza di attività il personaggio cambia lavoro? No cambia territorio, mansioni, ma il suo vero lavoro è restare dipendente dall’ente pubblico che paga indipendentemente dal risultato dell’attività, dalla produttività per ciò che conta al consumatore. Questo è il risultato ottenuto dai sindacati che hanno contribuito all’harakiri da parte delle risorse attive nel privato. Qui si confonde la produttività con la timbratura con la mano destra o la sinistra oppure con il braccio di mezzo (parodia copyright del film). Manca del tutto il miglioramento, la continua innovazione anche piccola e di ogni dettaglio, e la conoscenza e la visione panoramica, manca la discussione del risultato dell’attività operativa, manca il percorso dell’arte.
E’ una fuga intelligente quella obbligata dalla globalizzazione? Abbiamo toccato di striscio l’altro giorno che in tutto ciò è la svaporizzazione del know-how, la perdita del sapere. E questo è un danno davvero grande. Questo NON ha davvero prezzo, ma NON viene assolutamente considerato.
Noi non possiamo cambiare l’andamento del mercato, possiamo solamente osservare.
No, tu puoi solo osservare perché hai 73 anni, ma noi non possiamo osservare soltanto, noi dobbiamo decidere cosa e come fare. Cosa hai da dire?
Intanto mangiamoci questa polenta e coniglio dell’Albergo Posta, poi riflettiamo insieme.
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