Europa*

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1 commento su Europa*

Da tempo ci domandiamo cosa succederà intorno a noi. Ne abbiamo parlato a Melide e ci incontreremo ancora per parlarne. Quanto riportato nel post viene da Mauro.

Alla luce di quanto sta accadendo oggi (2023), mi sembra che la decisione inglese di Brexit

–    nata dal non essersi mai sentiti “parte del continente” (famoso il titolo del Times, negli anni Trenta “Nebbia sulla Manica Il Continente isolato” (!!!);

–    maturata nel corso di parecchi anni mal sopportando la burocrazia europea; e, infine – esplosa sul tema dell’immigrazione (malgrado il fatto che l’Inghilterra sia non solo

un’isola e, quindi, più difficilmente raggiungibile, ma, soprattutto, sia ad almeno 2.000

km dalle coste di partenza e con 1,2,3 paesi europei “cuscinetto”…)

altro non sia che l’antesignana di altre, nuove, prossime defezioni dall’Europa.

La “civiltà” occidentale, sia essa rappresentata dall’Europa o dal nord America o dall’Australia, si sente attaccata, assalita, circondata, invasa dalla marea rappresentata, rispettivamente, dalle orde africane, o latino-americane o asiatiche. Lascio qui, volutamente, perdere l’interpretazione psicoanalitica della paura tutta nostra del cosiddetto “uomo nero”, ma non posso esimermi da una considerazione che, mi sembra, oggettiva: mentre mettiamo in campo tutte e qualsiasi maniere per stoppare la migrazione africana, l’Europa si è “beccata” almeno 3 milioni di ucraini, senza profferire parola alcuna: tutti criminali, assatanati, senza dio, superdotati da una parte; tutti santi, profughi, sfortunati da quest’altra?

La paura profonda, ancestrale, istintiva dell’altro, del diverso, dello scuro, diventa la miccia che propaga l’esplosività in tutto il pianeta. Quando l’altro è biondo, occhi azzurri e, magari, “procace” la paura viene meno.

E’ vero che il subcontinente centroamericano (i latinos) è una vera e propria polveriera, di cui, in gran parte, si è perso il controllo (Messico, Caraibi, l’istmo panamense, Colombia, Venezuela, Ecuador vedono centinaia di migliaia di morti ammazzati ogni anno) e dove i narcos la fanno da padroni veri; e, noi, occidentali, i soliti clienti delle loro polverine magiche: in fondo siamo di fronte alla riproposizione della “guerra dell’oppio”, con cocaina e fentanyl in sostituzione della morfina.

Vero che il Sahel ed il continente subsahariano sono altrettanto esplosivi, non fosse altro per il ritmo di crescita demografica che hanno e per le politiche post-colonialiste di Cina e Russia.

Ma le elezioni, in tutto il mondo, si giocano ormai esclusivamente sulla questione migrazione… E’ di questi giorni la conferma che Biden continuerà la costruzione del muro tanto voluto da Trump, che separa il Messico dagli Stati Uniti: come se fosse possibile controllare con un muro, per alto che sia, un confine di più di 5.000km.

La mia convinzione è che nei prossimi anni assisteremo ad altre “XXXexit”; che il patto di Schengen (con l’abolizione delle dogane interne) sia agli sgoccioli; che la EU, intesa come nuova nazione, sia in disgregazione e che dalla parziale integrazione raggiunta non potremo che tornare indietro. Credo che la diaspora comincerà dai “piccoli” paesi di confine, che oggi rappresentano, per i migranti, una tappa intermedia transitoria (nel senso di transito, di alcuni giorni o, al massimo, di alcune settimane) verso il centro ed il nord Europa.

Per poi, alla lunga, toccare anche i paesi fondatori.

*Nel mito, Europa (figlia di Antigore, rapita da Zeus che cercò di stuprarla in un bosco di Creta) è nata in Fenicia.

Quindi fuori dall’Europa!!!! …ma, si sa, la geografia, specie se politica, è variabile…!

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ho operato da sempre nel settore dell'alimentazione degli animali da reddito in Europa e nel mondo. Benessere animale, sicurezza dei manipolatori, degli utilizzatori e dei consumatori sono le linee direttrici. Un aspetto importante è lo sviluppo durevole e i ruoli per i giovani nonché l'accessibilità per i meno abbienti a derrate alimentari sicure

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1 Comment

  1. Flaven  - 2024-03-09 - 8:20 AM

    I migranti e le loro integrazioni, difficili, a livelli variabili, e con spesso una volontà di disgregazione e di contro integrazione, possono essere uno dei grimaldelli per quanto previsto dall’interessante post. Franca

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