dusseldorf un’altra coincidenza

dusseldorf un’altra coincidenza

Nessun commento su dusseldorf un’altra coincidenza

From Ascona. Dalla riserva lo sguardo è più penetrante poichè vi è la calma che induce alla conclusione ed al legame delle osservazioni. La stragrande maggioranza dei migranti sono giovani maschi tra i 20 e 35 anni. Non cercano lavoro. Una delle ipotesi è che siano dei soldati che abbiano il compito di conoscere ed osservare il territorio, in attesa di una nuova ondata. In questa fase le azioni militari sembrano di basso livello: un’ascia o un piccone o un coltello per ferire o minacciare o uccidere, com’è stato il caso di Milano oppure l’uccisione in chiese, a impiego di suv o camion per travolgere ed uccidere (Nizza, Berlino, Londra, altri), oppure bombe nei cassonetti o, ripiene di metallo, nel caso del pullman dei calciatori di Dusseldorf. Passa il pullman e tre bombe vengano fatte scoppiare. Allora ha senso tutto ciò che riguarda quel giovane uomo che vedo davanti ad un supermarket, poi lo vedo che va ad osservare un posteggio di un ipermarket, e poi come si svolge la vita in un asilo infantile oppure all’uscita della scuola, magari stando seduto sulla panchina del parco. Si raccolgono le osservazioni sui tempi, sugli orari, sui giorni con più persone. Prima o poi si è pronti per quando arriva l’ordine: fare qualcosa proprio in quella regione, dare una dimostrazione di esserci e rivendicare collegandosi in una mega conflitto lontano da noi.
L’ipotesi che siano soldati non è campata per aria. La domanda è cosa fare. Certamente non accogliere dei giovani maschi, mantenerli, cibarli, disperderli senza controllo in un territorio e lasciarli vivere. Diverso è dare a loro un ruolo ed una funzione dignitosa in quanto esseri umani. Abbiamo il dovere, per ciascuna persona che accogliamo, di dare loro una opportunità per avere un ruolo ed una funzione, anche per rispetto a coloro che hanno fatto per consentire le condizioni per l’accoglienza.
Non vi è giorno senza che vi sia un’azione, anche di scarso rilievo, poichè si sente che vi è la direttiva di non parlare subito di attentato, di nascondere il nome e l’origine dell’attentatore, di non far notare che il “soggetto” era già stato espulso, ma senza che questo fosse avvenuto e che di lui si erano perse le tracce. No, non siamo preparati per questo tipo di guerra. E questo modo di fare genera incertezza e dubbi nel resto della popolazione che sente sempre più un peso da portare che non una opportunità da condividere.

About the author:

ho operato da sempre nel settore dell'alimentazione degli animali da reddito in Europa e nel mondo. Benessere animale, sicurezza dei manipolatori, degli utilizzatori e dei consumatori sono le linee direttrici. Un aspetto importante è lo sviluppo durevole e i ruoli per i giovani nonché l'accessibilità per i meno abbienti a derrate alimentari sicure

Related Posts

Leave a comment

Back to Top