Consumi di carne pro capite nella UE
2019-08-20
Sempre in Ascona e con la pubblicazione di Assalzoo e Nomisma fra noi. La fonte dei dati sono gli Istituti Nazionali di Statistica e i Ministeri dell’Agricoltura dei Paesi membri. Mi chiede un commento. Ma quale commento a delle cifre statistiche? Ricordo solo ai miei giovani curiosi che in Italia il popolo (82% dei voti) ha decretato la morte imperitura del Ministero dell’Agricoltura nel referendum del 1982, se non sbaglio, a dimostrazione di quanta importanza viene data in questo territorio ai problemi della terra. A prima vista anch’io sono curioso di verificare il consumo di cerne (carne, uova, latte) nel suo insieme, bersagliato anch’io come tutti da differenti gruppi vegetariani, vegetariani puri e duri, vegani, ultra vegani e post vegani. La media del consumo pro capite è di 84 kg all’anno ed è così dal 2011, quindi sul medio periodo. Vi sono delle variazioni che tengono in considerazioni aspetti sociologici (migrazioni pensionistiche e lavorative, ad esempio), economiche (tassazioni differenti, paga oraria ed esosità fiscale), evoluzione dei gusti. Il Portogallo ha la media più elevata con 113 kg per anno e per abitante, aumenta, anche se di poco, la propria produzione, tenendo a bada l’importazione, essenzialmente proveniente dalla bellicosa Spagna, ed aumenta di 2 kg per anno per il numero di stanziali, di pensionati desiderosi di sfruttare al meglio quanto hanno pagato con i versamenti pensionistici anche in altri Paesi e con i turisti. La Danimarca si attesta a 100 kg per abitante e per anno, la Slovenia a 94, l’Italia è a 77 kg, ed era a 82 nel 2011. L’Italia importa il 40% del proprio consumo, produce 3.796 mila tonnellate per anno. Per un raffronto veloce la Spagna produce 6.409 mila tonnellate e importa meno del 10%, mentre la Germania ha una propria produzione di 8.719 tonnellate con una importazione del 30%. Se l’Italia producesse tutte le derrate che consuma, ed avrebbe territorio, risorse, e bisogno) occuperebbe oltre 1 milione di risorse in una produzione che, nessuna potrebbe non essere d’accordo, resta strategica per un popolo, specialmente se poi il popolo si bea e si vanta delle produzioni locali tipiche. Questi dati dimostrano la miopia del settore e la mancanza di regia. Peccato.
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