Il senso
2024-12-03non sempre ciò che capiamo è quanto tratteniamo da quello che ci viene detto e non sempre ciò che campiamo poi lo applichiamo e se lo applichiamo facciamo del nostro meglio.
Socialista convinto. Falegname: dal tetto di una casa, alle pareti, ai mobili, agli attrezzi per le cascine, ai carri. Aveva il dono del parlare in pubblico. Aveva un proprio rito: si alzava e con il martello, che aveva sempre alla cintola, attaccava un chiodo alla parete e vi appendeva la giacca: “Son un lignamè”. Questo era l’inizio. E’ stato per lungo tempo, sino alla chiusura, con l’avvento del fascismo, segretario della Società di Mutuo Soccorso del paese. Fondo privato che raccoglieva, da notabili (vi era anche un conte contribuente) e fittavoli, soldi, legna, cibo e lo distribuiva a coloro che avevano perso il lavoro o tenevano una famiglia numerosa. Ed era attento a non dare i mezzi se non alle donne, il lunedì. Altrimenti, in molti casi, i mezzi sarebbero finiti quale baratto per del vino. Ebbe quattro figli e li abituò ad avere un mestiere, un’arte nel mestiere, e nel fare, per ognuno di loro, un bilancio economico alla sera della vigilia di Natale. Per ognuno aveva un foglio con le spese effettuate e che costituivano il prestito che la famiglia faceva a ciascun componente, e che ognuno avrebbe poi reso, per una vera comunione. Non era religioso, fatto salvo, per il giorno di S. Biagio che i tre Biàs, Biasìn, Biasòn, andavano dondolando e sorreggendosi a vicenda per le troppe bevute, ad accendere un cero. Con il fascismo al governo la famiglia ebbe la noia di perquisizioni semestrali: i letti venivano rivoltati, i cassetti buttati a terra, e gli armadi spostati. Tutto questo finì grazie ai buoni uffici del conte che consigliò di mettere una foto di Mussolini appena dopo l’ingresso. Lo fece per la famiglia e per darsi una giustificazione disse “in fondo era un socialista”. Era un maestro severo nell’educazione e nell’apprendimento del mestiere che iniziava con la produzione degli attrezzi. Morì giovane poco dopo i cinquant’anni. Era mio nonno.
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