cultura – le persone passano ma il settore resta.
2024-12-23La cultura del settore è importante.
L’avevamo già accennato in un post, osservando la limpidezza e la trasparenza dell’aria, ed anche il cambiamento degli odori, in occasione delle limitazioni del traffico tanto nelle vie cittadine, quanto nei tragitti autostradali. Adesso vengono delle conferme. Una delle poche attività che hanno continuato senza interruzioni ha riguardato l’allevamento e le attività connesse, come lo spandimento delle deiezioni ed altro. Vi è stata la dimostrazione chiara che le attività operative della zootecnia poco avevano a che fare con la pericolosità delle emissioni.
Ma la puzza? Mi dite. Questo era quello che dicevano anche negli anni ’70, quando Ministro per l’Agricoltura in Francia era Michel Rocard, e gli italiani preferivano portare gran parte degli agricoltori e allevatori nelle fabbriche dell’auto, del bianco (lavatrici, lavastoviglie), delle televisioni, mentre in Bretagna, ad esempio, si aumentavano le attività zootecniche. Cosa disse allora Rocard? “Noi francesi preferiamo, invece di pagare sussidi di disoccupazione oppure mantenere delle persone sotto occupate, impiegarle in produzioni di derrate alimentari che possono sempre tornare utile e danno un senso alla manutenzione del nostro territorio.”. Le parole sono ricordate e quindi possono variare come contenuto ma non nel senso.
5 Marzo 2021
Gas serra, l’Ispra scagiona gli allevamenti
Il crollo delle emissioni dei gas serra nel 2020 conferma che i veri responsabili dell’inquinamento sono le attività industriali e il traffico che infatti sono stati bloccati dalle misure restrittive legate all’emergenza sanitaria da Covid mentre gli allevamenti italiani hanno continuato a lavorare a pieno regime. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento ai dati Ispra che evidenziano la consistente riduzione del 9,8% delle emissioni di gas serra a livello nazionale nell’anno della pandemia rispetto al 2019.
Mentre stalle e aziende agricole hanno continuato a lavorare per garantire i rifornimenti alimentari alle famiglie italiane, le restrizioni anti contagio hanno semi paralizzato fabbriche e spostamenti di camion e auto determinando un crollo dei livelli di biossido di azoto, un marcatore dell’inquinamento, come mostrato chiaramente dalle immagini del satellite Sentinel 5 del programma europeo Copernicus, gestito da Commissione Europea e Agenzia Spaziale Europea (Esa).
Gli ultimi dati Ispra sull’andamento dell’inquinamento nell’anno del Covid confermano il ruolo principale di industrie e trasporti. Le stalle al contrario sono alla base della nuova economia green con la produzione di letame e liquami indispensabili per fertilizzare i terreni in modo naturale e garantire all’Italia la leadership europea nel biologico e la produzione di energie rinnovabili come il biogas. La carne e il latte italiani nascono da un sistema di allevamento che per sicurezza e qualità non ha eguali al mondo, con forme di alimentazione controllata, disciplinari di allevamento restrittivi, sistemi di rintracciabilità elettronica e forme di vendita diretta della carne attraverso le fattorie e i mercati di Campagna Amica.
Solo il 7% delle emissioni di gas serra in Italia arrivano dall’agricoltura sulla base dei dati Ispra dai quali si evidenzia che industria con il 44,7% e i trasporti con il 24,5% sono di gran lunga i maggiori responsabili.
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