G.G.
2024-07-26Un ricordo personale di una figura importante
Veneroni Enrico Romolo, detto Romolo, è seduto su una sedia vicina ad un termosifone, nella sua camera, avrà 94 anni il 25 gennaio del 2013, è mio padre.
Angelo Gariboldi era un bell’uomo, alto, la sua fotografia la puoi vedere al cimitero di Lodi. Era il Generale dell’Armir. Era stato tra i generali di Diaz. Non era fascista ne amava molto i tedeschi, almeno così mi pare.
Il mio numero di matricola, se non ricordo male, era il 441 del 90simo Reggimento di Fanteria, Divisione Cosserio (è stata la divisione che combattè a Sedan).
Arrivammo nell’ansa del Don nell’Aprile 1942. Incontrai il Generale Gariboldi il 3 Novembre 1942, perché venne a visitare il cimitero che avevo costruito, aiutato da 20 prigionieri russi nel paese di Klimovo (?) a 2,5 chilometri dal fronte. I soldati morti venivano portati dalle ambulanze. Il cimitero ne contenne 200, di cui 8 fascisti, di Bologna. Tra i morti vi era un Maggiore con i capelli bianchi che veniva da Brescia, così mi disse il cappellano che era un bergamasco.
Ho bisogno che venga fatto un cimitero, me lo chiese il Maresciallo Maggiore, era di Ventimiglia, per conto del Colonnello Aldo Guascone, toscano e fascista convinto. Costruii un cimitero con uno steccato dividendo il terreno in un campo in quattro parti. I prigionieri russi usavano una vanga motorizzata per scavare le fosse. Il giorno 1 Novembre 1942 il Colonnello Guascone venne a far visita al cimitero con 5-6 tedeschi, i quali si complimentarono.
Quando mi dissero che sarebbe venuto il Generali Gariboldi non feci tumulare il cadavere di Assalini Armando di Cairo Montenotte che era morto ed era stato dilaniato da uno scoppio di mina. Assalini Armando era stato un mio compagno a S. Remo, ed era particolarmente bravo per le riparazioni meccaniche, era del 1921. A S. Remo venne a trovarlo la madre, alla quale, al mio ritorno dalla Russia scrissi dicendole che avevo seppellito il figlio, non dicendole però che era quasi completamente carbonizzato.
Il Generale Gariboldi lo vide e restò sbigottito nel vedere il cadavere. Venni presentato e quando seppe che ero di Lodi Vecchio mi disse che anche la sua famiglia era di Lodi Vecchio, risposi dicendo che conoscevo la sua famiglia, che erano stati proprietari della grande cascina a S. Maria a Lodi Vecchio e suo fratello insegnante a Lodi. Il Generale Gariboldi fece al Maggiore una precisazione sulla inaffidabilità della collaborazione con i tedeschi in quanto dietro la Divisione Cosserio non ci sono i carri armati che avevano confermato.
L’attacco russo avvenne dal 10 al 17 dicembre 1942. Il Colonnello Guascone così come il giornalista Montanelli ed il medico Renato Dulbecco erano già partiti. Il corpo degli alpini era arrivato giusto nel mese di ottobre. Fu una carneficina. Il punto di ritrovo era la città di Voroscilovgrad, in cui giunsi a fine gennaio 1943, con una ventina di sbandati, e con i miei 5 compagni che mi seguirono sino al ritorno.
Il cimitero è stata una buona cosa. Rivedo lo steccato con assi interposte, i tumuli e le croci con i nomi.
Resta là sulla sedia ed io ascolto e mi piace ascoltare.
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