emissioni di Co2
2025-03-31emissioni naturali ed emissioni entropiche: qualche cifra
A Brissago
– ma come, la voglia di farsi del male?
– si, purtroppo è una nostra specificità. Nel settore agrozootecnico è una costante.
Sino al 1992 il settore NON ha mai recepito le direttive della CEE, e tutto il settore se ne faceva un vanto. Poi si è dovuto recepire tutto l’arretrato in pochissimo tempo: il risultato è che importiamo il 50% di carne e di latte che potremmo produrre, e con profitto, creando oltre 1 milione di posti di lavoro, ma non lo abbiamo fatto. E adesso ci sono i paesi che esportano verso di noi che NON hanno alcun interesse che noi rimettiamo le cose a posto.
Ricordiamo le quote latte? Bastava prendere la quantità dichiarata dagli olandesi, dividerla per 14 (i milioni di abitanti dei paesi bassi) e moltiplicarla per 55 ( i milioni di abitanti del nostro territorio). Bastava fare questo. Invece abbiamo voluto dire quanto latte produciavamo (e NON lo sapevamo). Da qui la nostra quota che ha rappresentato il 50% del nostro fabbisogno.
Vediamo il comportamento nel benessere animale. Ci sono stati comitati su comitati, ma l’italia era presente con funzionari che NON conoscevano per niente le nostre specificità nei polli, nelle ovaiole, nei suini, per non parlare dei conigli.
I regolamenti quindi vengono emessi sulla base di quanto viene applicato nei paesi i cui funzionari rappresentano la produzione. Questi funzionari sono affiancati da tecnici di associazioni di categoria, e quindi portano delle ragioni tecniche.
Noi invece continuiamo ad ignorare l’importanza di questi fondamentali. E si arriva che siamo obbligati a mettere in pratica i regolamenti che niente, ma proprio niente hanno a che vedere con la tradizione, con le specificità delle nostre produzioni, ma abbiamo messo la nostra firma, firma di funzionari assolutamente non adeguatamente preparati. Avrebbero sempre potuto esercitare il diritto di veto.
Le quote latte riguardavano anche il formaggio e l’italia ha la specificità di essere un grande produttore di differenti tipi di formaggio.
Lo stesso dicasi per la carne suina. Lo stesso dicasi per le uova.
Dobbiamo fare un mea culpa, ma questo NON basta. Dov’erano le associazioni di categoria?
Adesso i regolamenti ci sono e le regole vanno osservate. C’è un tempo per discuterle ma NON è più questo tempo. Adesso non si può fare assolutamente niente: è necessario osservarle e quindi viene penalizzata, e di brutto, la nostra già precaria produttività.
La rabbia è ancora maggiore perchè le specialità italiane sono riconosciute come specialità dal mondo intero. Purtroppo le nostre associazioni di categorie non sono state miopi, sono state del tutto non vedenti.
– e allora?
– e allora è tardi. i giochi sono stati già fatti e noi ci siamo autoesclusi.
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