– snellire di almeno il 50% il personale pubblico lasciandolo a casa al 50% dello stipendio.

– introdurre il contratto con la possibilità di licenziare. C’è il divorzio perdio! Sappiamo tutti che su 100 risorse ce n’è 1 o al massimo 2 che proprio non vanno, si è fatto un errore, ma restano protetti da un sindacato luparoso (perchè parlo così? ha vuto in famiglia uno che ha dato da lavorare ad una filippina, questa, ad una famiglia vicina, ha portato la propria nipote, senza documenti, una clandestina in pratica. Dopo 6 mesi la nipote dice che se ne va da un’altra parte, da un giorno con l’altro e vuole il pagamento di quanto le spetta e parla di liquidazione, con tanto di conteggio. I datori di lavoro la mandano a defecare ma questa manda la zia, sempre filippina, che viene accompagnata dal sindacalista “E’ meglio pagare, altrimenti vanno a processo e poi si paga lei + il legale, conviene?” (è il sindacalista che parla), quindi si paga la liquidazione della nipote alla zia (in nero chiaramente) che poi versa il suo bel 10% al sindacalista). Quindi riconfermo protetti da un sindacato luparoso (a loro volta con licenza di uccidere per l’operato a tappeto di una apparato di giustizia che neanche a maracaibo, altrimenti vedresti come tutto si sistema nel giro di una giornata!).

– dare in busta paga il tfr a tutti

-dare in busta paga tutte le trattenute per l’assicurazione sanitaria e la pensione, che ognuno faccia come crede.

– sciogliere l’inps

– che lo stato esca dalla conduzione di qualsiasi posto relativo alla salute. Se hai i soldi ti fai curare, se no c’è la carità come una volta c’era il patronato. E la carità gestita da privati che sia finanziata da sacrosante tasse.

L’economia si riaccende se si liberano i legacci. Le province sono legacci? Si! Ma quando si tolgono i legacci non va con il ditino questo si e questo no: si taglia, è il nodo gordiano, è il fuoco.

Licenziare si può (in francia è stabilito con una legge) e si deve fare perchè i 99 dipendenti non si sentano dei cretini confrontati come sono da quell’unico fancazzista (bidello di io speriamo che me la vaco) che rimarca agli altri quanto stupidi sono a creare valore per il loro posto di lavoro.