cultura – le persone passano ma il settore resta.
2024-12-23La cultura del settore è importante.
Ritengo che l’informazione al consumatore debba essere affidabile e che possa costituire un vantaggio per le produzioni italiane di derrate alimentari provenienti da animali.
Le produzioni italiane vicono nel 2010 e per tutto il 2011 di uno stato di profonda e grave crisi. Nei periodi di crisi monetaria globale tutte le attività ne risentono ed i paesi importatori registrano maggiori difficoltà poichè i paesi esportatori intensificano le attività di penetrazione (utilizzando tutti i mezzi possibili, talvolta inimmaginibali) proprio per NO perdere alcuna possibilità per la collocazione delle loro produzioni eccedentarie e che sicuramente non possono essere assorbite dal consumo interno. Mi riferisco in particolare alle derrate alimentari carne, uova e latte. La crisi mondiali ha rallentato i consumi e proprio per questo si è intensificata l’attività dei paesi esportatori verso l’italia di carne bovina, di carne suina e di latte. La situazione del comparto suino in italia è drammatica. Ma come l’informzione al consumatore può essere d’aiuto? In scenari indicavo nel terzo scenario (qualità definita) l’interesse per chiunque operi nel settore zootecnico italiano. Il legame prodotto-territorio resta un fondamentale non fosse solo per la ragione che il territorio non lo si può delocalizzare. Ma questo è vero?
Quando produci un salame e lo etichetti con la dizione Val di Susa ed utilizzi materie prime (carne suina) proveniente da allevamenti e macelli di spagna e/o germania (mi dicono che sono 300 i bilici che ogni mese portano carne di suino tedesca alle nostre inbdustrie di trasformazione [anche nel periodo della diossina? Si, dato che la russia ha bloccato ogni acquisto da germania, la destinazione italia è divenuta ancora più strategica!!!]. Se NON informi correttamente il consumatore stai delocalizzando all’interno (Dio mio!!!) il territorio. Stai vendendo al consumatore il territorio della Val di Susa in maniera impropria. Chi ci perde? Il consumatore perchè è turlupinato, gli allevatori di maiali della Val di Susa perchè non hanno la possibilità di vendere a loro volta le loro produzioni in quanto il loro costo è maggiore della carne estera, tutta la Val di Susa perchè, prima o poi, il giochino salterà e resterà solo la cattiva fama alla Val di Susa (“volveano farci credere che ….. ed invece, pensa te …….”).
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