Le derrate alimentari che arrivano sulla tavola del consumatore devono provenire da animali sani, e gli animali, come ogni organismo vivente, si ammalano ed occorre curarli. a tale scopo si impiegano i farmaci veterinari che, prima di essere messi in commercio, almeno nella ue, debbono superare una trafila tecnica molto più ampia e costosa degli stessi farmaci per uso umano. E la ragione è:
– perchè gli animali vengono poi mangiati dagli umani (residui nelle carni)
– perchè le deiezioni degli animali vengono sparse su terreni come concime (ecotossicità)
solo queste due voci significano anni e anni di studi ed una cifra tra i 200 e 300 mila euro per ogni farmaco veterinario.
Ogni impiego di farmaco DEVE essere prescritto dal veterinario. E non prescritto come succede anche a me quando richiedo le ricette al mio medico della mutua (al telefono e poi in busta aperta dentro un panierino dove tutti noi passiamo, per le confezioni di farmaci che mi servono, pochi per fortuna, ed al telefono ho parlato con una segretaria, spesso membro della famiglia del dottore della mutua, ed anche la ricetta, pare, redatta interamente da questa risorsa).
No, il veterinario è un elemento importante, come il trattamento terapeutico agli animali è un fatto economico, quindi occorre che sia davvero indispensabile al benessere animale e che sia efficace. Ecco perchè la farmacovigilanza è tremendamente importante, per la difesa delle registrazioni in commercio. E qui gioca il ruolo e la funzione del veterinario. In altri paesi è il veterinario che VENDE la specialità, che la esamina, e che la vende, la prescrizione è la fattura. E questo succede ad esempio in tutta l’europa del nord, in Francia, in Svizzera. Qui da noi sarebbe comparaggio: guai!!!
Ecco quindi come sia da approfondire l’applicabilità di una norma comunitaria in paesi che hanno una struttura organizzativa differente. E il ruolo del veterinario, in questo contesto, non è una differenza di poco conto. Il veterinario che vende è insieme medico e infermiere (dispensiere), quindi terrà conto anche di come verrà impiegato il medicamento: perchè la prima cosa che succederà se non vi sarà il risultato sarà il non pagamento della fattura!!!!
Mi sto immergendo nella farmacovigilanza e mi rendo conto che al di là del ruolo del veterinario, comunque strategico e fondamentale (basti pensare alle implicazioni relative al rischio per i manipolatori di medicinali e di mangimi e di acqua contenenti i medicinali!!!), vi sono anche altre specificità territoriali: in Italia, ad esempio, TUTTI i suini da kg 20 a oltre 160 kg vengono alimentati a broda: 1 kg di mangime in farina diluito in 3-4 kg di siero di latte/acqua. E’ una specificità italiana: ma che senso ha accettare il mutuo riconoscimento quanto la registrazione è stata eseguita ed utilizzata SENZA questa specificità? Da qui ancora una volta di più l’importanza fondamentale e strategica del ruolo e della funzione del medico veterinario.
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