cultura – le persone passano ma il settore resta.
2024-12-23La cultura del settore è importante.
Atteggiamento e comportamento[1]
Il cambiamento intervenuto dal Regolamento n. 178 esige una modificazione degli atteggiamenti e comportamenti dell’intera filiera. Il Programma Certifeed ha anticipato alcuni punti e le attività svolte hanno reso disponibili soluzioni prontamente applicabili, ed è questo uno dei motivi dell’innovatività del Programma stesso.
La parte della filiera (campo, mangimificio, allevamento) non ha dato, storicamente, molta importanza alle quantità di agenti chimici da utilizzare. Quando i margini lo permettevano è stata posta in essere la consuetudine favorevole al trattamento con agenti chimici. In periodi di difficoltà veniva eliminato l’impiego sia delle premiscele nutrizionali che, in caso di malattia, l’impiego di premiscele terapeutiche, preferendo l’eliminazione naturale e/o forzata del numero di animali.
Cause straordinarie (BSE ed impiego di farina animali) e capitolati della GDO prima e di marchi poi, hanno obbligato la filiera ad adeguarsi nel non avere dei residui, e quindi a limitare o gestire “tutto quello che stava intorno” all’impiego. Ma è così per tutti gli agenti chimici? Per coloro che collaborano all’esecuzione del Programma Certifeed la risposta è affermativa: la derrata alimentare è di qualità se per ogni agente chimico, prima della decisione dell’impiego, è stato definito il protocollo relativo a tutte le problematiche che l’impiego stesso può comportare. Ogni rischio deve essere stato studiato e risolto con appropriate azioni, di prevenzione.
L’imperativo del nuovo mercato è quello di diminuire le quantità d’impiego di agenti chimici, non tanto o solamente per l’aspetto economico, da non trascurare, ma anche per tutti quegli aspetti che comportano una responsabilità degli attori e della filiera anche se non sono del tutto ancora ben conosciuti.
Allorquando uno dei collaboratori del Programma Certifeed afferma la necessità della riduzione delle quantità di agenti chimici vi sono reazioni di perplessità o ritrosia nel cambiamento delle abitudini storiche. Per cercare di mettere in difficoltà le soluzioni di Certifeed la domanda solita è: “Ma come operare in pratica?”. La risposta è immediata e scaturisce dalle attività svolte dal Programma e quindi attuabili, applicabili e valutabili: eliminando lo spreco.
Lo spreco non solo è un disvalore economico ma comporta delle implicazioni negative non ancora e totalmente ben conosciute.
Lo spreco ha diversi livelli. Il primo è l’utilizzo sistematico di dosaggi superiori allo stretto fabbisogno. Questo vale sia per gli agenti chimici terapeutici che per gli agenti chimici nutrizionali. Ascoltiamo dei commenti del tipo “Ma allo stesso prezzo ho una quantitativo superiore nella composizione, perché non approfittarne?” ; la risposta per tutti coloro che collaborano al Progetto Certifeed è “Perché è un errore che può portare un disvalore all’intera filiera. Si sta “giocando” con qualcosa di pericoloso senza saperlo.”. Stiamo creando dei problemi al microbiota dell’organismo, e vi è il rischio di una eterna rincorsa al tamponeamento di cause non ben conosciute.
Un altro spreco è quello di rivendicare esigenze tecniche di rapporti tra agenti chimici nella formulazione della premiscela e di non verificare se detti rapporti vengono poi mantenuti e rispettati nella razione quotidiana dell’animale. Ci sentiamo ribattere ogni volta “Tanto quello che non ricevono oggi lo ricevono domani e viceversa.”. Quindi la convinzione che i rapporti sono una convenzione non necessaria. Il Programma Certifeed considera questo un errore ed uno spreco in sforzi che non sono necessari e quindi possono solo portare disvalore alla filiera. E siamo ai building block, realizzati e implementabili.
Un altro spreco è relativo alla perdita delle quantità immesse. Questa perdita è dovuta a vari fenomeni: contaminazione dei lotti seguenti, residui lungo il percorso, residui lungo le pareti dell’impianto, emissioni all’interno ed all’esterno dei siti, altro, non ancora ben definito e/o conosciuto. Il Programma Certifeed porta delle soluzioni immediatamente applicabili ed economicamente sostenibili per ridurre questo spreco “tecnologico”, che non può che comportare delle implicazioni negative per l’intera filiera, al momento non ancora valutabili. E siamo alle specifiche tecniche delle premiscele di agenti chimici.
Un altro spreco è relativo all’utilizzo di tecnologie che non sono adatte per le caratteristiche delle lavorazioni che vengono eseguite nel sito utilizzatore oppure possono non sopportare completamente gli stress fisici del sito o della filiera. Su questo punto il Programma Certifeed ha svolto delle attività innovative ottenendo delle soluzioni facilmente ed immediatamente applicabili ed economicamente sostenibili, con le simulazioni degli stress del percorso di filiera. Alcuni operatori del mercato dimostrano ritrosia nel cambiamento di abitudini storiche, proprio per difendere le scelte passate, senza rendersi conto che il mercato esige un cambiamento nell’atteggiamento e nel comportamento avendo equiparato l’alimento per animali a quello per l’uomo, ma non hanno svolto un Programma di R&D. Questo aspetto va oltre gli agenti chimici utilizzati per gli ambiti nutrizionale e terapeutico dell’alimento, ma riguarda anche altri impieghi quali: l’impiego di agenti chimici disinfettanti senza curare poi l’aspetto della rimanenza e della persistenza; l’impiego di tecnologie per il trattamento di macroingredienti, quali il riscaldamento, senza curare poi gli aspetti del mantenimento dello stato sanitario ottenuto durante il periodo e le modalità dello stoccaggio, ad esempio per quanto riguarda le muffe e la produzione di tossine. Questo aspetto delle tecnologie è imbarazzante in quanto vi sono segmenti della filiera che sprecano risorse e mezzi per applicare delle tecnologie che poi possono essere annullate dalle caratteristiche operative del sito e/o della filiera. Vi è un concetto di responsabilità e corresponsabilità non solo tra coloro che attuano questo comportamento superficiale, ma potrebbero esserci delle implicazioni negative per l’intero settore, ed in particolare per il settore italiano già dipendente da forniture estere per arrivare all’autoapprovvigionamento. Questo è un altro punto che dimostra, qualora ce ne fosse bisogno, l’innovatività dell’approccio e delle soluzioni del Programma Certifeed.
Altra forma di spreco è dovuta alla non utilizzazione di macroingredienti e di quanto da loro apportato per ridotto assorbimento e utilizzazione da parte dell’organismo animale. Diventa quindi un obbligo quello di ricercare soluzioni che migliorino l’utilizzazione dell’alimento riducendo le possibili implicazioni negative dovute allo smaltimento dei residui di allevamento (azoto ammoniacale, metalli, altro). L’aspetto legato allo smaltimento si coniuga con quello relativo alle emissioni di agenti chimici a tutela della salute delle risorse e dell’ambiente.
Nello svolgimento delle attività del Programma Certifeed deve sempre essere tenuto in considerazione l’impatto economico delle soluzioni sulle quali si svolge attività di R&D, ed è per questo che chi collabora al Programma mal tollera atteggiamenti e comportamenti legati ad abitudini storiche costose, inutili, dannose e portatrici di disvalore all’immagine ed a ciò (qualità e quantità) che viene prodotto dalla filiera italiana
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