Alcuni giorni fa, ve lo ricorderete, riflettevamo sulle notizie che arrivavano dalla germania ed avevo indicato l’acqua quale fonte di inquinamento.

Quando uscì che la diossina aveva toccato i polli ed era contenuta negli olii che venivano usati per la parte lipidica dell’alimento per gli animali, mi era stato facile osservare che avrebbe riguardato l’intera produzione di derrate alimentari.

La stessa cosa era successa in belgio, alcuni anni fa. Quando si produce grasso destinato agli alimenti per gli animali lo si utilizza in tutte, ma proprio tutte, le specie animali da reddito e non, si, anche nei pet food.

Una epidemia di e.coli così virulento per l’uomo non può venire che dall’uomo. Raro è il salto di specie. Altrimenti si sarebbe registrata una supermoria negli animali, oppure negli allevatori. Dapprima si è cercato di dare la colpa ad “altri”, ai cetrioli spagnoli, alle verdure del mediterraneo. Ma la rapidità ed il numero elevato di infetti ( e di morti) non poteva che essere nelle condutture di acqua. Ed è avvenuta la conferma dei nostri sospetti, da dilettanti sulla riva lacustre. Questo sta a dimostrare come non vi sia un controllo del territorio corretto. Mi rivaluta i 5.500 veterinari operanti nelle nostre asl, hai visto mai?

Avranno superdisinfettato le condutture per fermare il contagio, ma se non avranno scoperto la causa, si potrà ripetere. Ed anche da noi. La causa, e non voglio fare il saputello, sarà lo sversamento di una discarica, in particolare di rifiuti ospedalieri.

Questo fatto ci deve far riflettere sulla necessità di avere dei pozzi diretti, non collegati con reti perdenti e non controllabili. Senza tralasciare il pericolo di possibili attentati attraverso l’acqua potabile. Il tutto risulterebbe più difficile se avessimo molti più pozzi particolari.