cultura – le persone passano ma il settore resta.
2024-12-23La cultura del settore è importante.
e la faccenda sta montando. si chiedono informazio9ni chiare in etichetta ed ho letto di una classifica dove solo uno su una quindicina di prodotti dà informazioni precise sull’origine degli ingredienti e sul percorso di filiera di prodotti alimentari. Ed ho lertto anche della preoccupazione che se questa faccenda della chiarezza e trasparenza va avanti tremerebbero una infinità di marchi dop, doc, igp et similia. A parte che il cammino è inevitabile occorre ricordarsi che le bugie hanno le gambe corte. Ho letto la pubblicità, non vorrei ricordare male, della Bavara che nella Moldavia (moldavia, dove sarai mai?) hanno:
un terreno esteso, con una densità immensa, con vacche al pascolo o in allevamenti, con caseifici, con tecnici italiani (evviva l’italia) e producono il formaggio che nella forma e nel marchio con una B (credo) sormontata dalla corona, ricorda molto il nostro grana (dell’emilia o padano, poco importa). Embè? questa è la dimostrazione di cosa succederà a breve. Vengono date tutte le informazioni al consumatore il quale poi decide cosa comprare. Mi dicono: ma noi? Noi raccoglieremo ciò che abbiamo seminato. Continuiamo a permettere di targare i nosgtri salumi “italiani” che di porco italiano contengono si e no il 15%? E allora? che vogliamo? mangiare è strategico, ma abbiamo dato l’importanza ai frigoriferi e alle lavatrici, alle auto, ma all’allevamento no, perchè puzza,. E allora viva la bavara o la moldavia, ed evviva alla estrema chiarezza e trasparenza. La tecnica è italiana tutto il resto no, ma che valore ha tutto il resto? i 5.500 veterinari delle asl italiane mentre la francia e ha 400 e l’inghilterra 180? Al consumatore interessa quanti ne hanno in moldavia (dovunque essa sia?), andiamo avanti a segare il ramo sul quale siamo seduti.
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