diossina

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leggo su all about feed che:

– anche francia e danimarca hanno importato grassi provenienti dalla germania.

– la harles & jentzscher sita nello Schleswig-Holstein ha avviato procedura per fallimento e che la settimana scorsa gli è stato tolto l’autorizzazione GMP.

Questo cosa insegna?

Il settore della sicurezza alimentare è un numero chiuso. Da ogni numero chiuso quello che può succedere è difficoltà ad entrare ma facilità nell’uscire.

certamente mi rammarico per qualsiasi fatto negativo che tocchi il settore, ma in più mi rammarico della persistenza nel NON voler informare correttamente il consumatore.

L’impiego di grassi additivati da materiale secondario era già avvenuto in belgio, quindi è una pratica straconosciuta.

Leggo le assicurazione del ministro fazio: “non c’è pericolo, le dosi pericolose dovrebbero superare di 100 volte le soglie”, ma questa non è una valida scusa che porti valori alla sicurezza alimentare. Le disposizioni se ci sono si debbono osservare, altrimenti si modifichino le soglie.

Sto da sempre insistendo che il ventre molle è rappresentato dall’Italia, importatore netto di carne suina e bovina e di latte. Vogliamo informare il consumatore che la torta, pasta all’uovo, salumi o altre derrate alimentari contengono (carne, uova, e latte) NON prodotte in Italia?

Perchè questa reticenza nel volerlo dire?

Perchè non dire che il salame brianza di brianza può avere solo (e non si sa sino a quando) l’impacchettamento, mentre la carne è di suino spagnolo, olandese, tedesco, francese (senza nulla, ma proprio nulla togliere alla qualità dei prodotti di questi paesi). In questo caso sto valorrizando una parte del marchio italiano che non deve essere svilita. Tutto quanto resta valido per la facciona della bruno alpina sull’etichetta della “bresaola della valtellina”, ma mettiamoci il muso di un bel zebù brasiliano o argentino. Perchè questa reticenza?

Per le scarpe nike si fece un clamore perchè venivano prodotte in fabbriche del far east che impiegavano mano d’opera minorile. Quello che in Italia è considerato illegale o non etico da altre parti è invece del tutto legale. Perchè non applicare in toto il presupposto primo della sicurezza alimentare: informare il consumatore chiaramente.

Poi decida lui: al limite gli si dica “latte polacco non contenente aflatossina perchè filtrato”, oppure carne argentina allevata con ormoni “ma non ci sono pericoli per il consumatore”.

 

About the author:

ho operato da sempre nel settore dell'alimentazione degli animali da reddito in Europa e nel mondo. Benessere animale, sicurezza dei manipolatori, degli utilizzatori e dei consumatori sono le linee direttrici. Un aspetto importante è lo sviluppo durevole e i ruoli per i giovani nonché l'accessibilità per i meno abbienti a derrate alimentari sicure

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