ho letto il lancio mediatico del professionale pep guardiola (l’ho ammirato vedendolo giocare sia in spagna che in italia) al connazionale ciclista, squalificato per due anni, e la frase “tieni duro, non mollare.”. Delle notizie giornalistiche diffico, potrebbe essere che il pep dica “tieni duro” nel senso di passa questo periodo e poi ritorna, oppure che dica “tieni duro” in quando il ciclista insiste nella tesi da lui sostenuto di NON essersi dopato direttamente ma che la presenza di clen nelle sue urine o nel sangue fosse dovuta all’assunzione della sostanza attraverso la carne consumata. In cina alcuni mesi fa venne scoperto un uso improprio, chiusura di allevamenti, abbattimento di animali, 4 persone giustiziate (!!!). Ritornando al pep e se fosse valida la seconda ipotesi, che poi era quella che trapelava sibillinamente dal lancio dei media, direi che il mondo sportivo spagnolo sta affermando che è possibile ritrovafre nelle urine delle sostanze assunte attraverso il consumo di carne. Dato che la tesi della difesa del ciclista è stata discussa per oltre 18 mesi potrebbe signifcare che tanto peregrina non fosse e che, con mnolta probabilità, la difesa abbia allegato delle analisi su carne di ruminante, maiale, pollo, normalmente presente nella distribuzione degli alimenti e nei ristoranti.
Se così fosse noi italiani ci dovremmo preoccupare. Ma perchè noi? Perchè siamo importatori e la spagna è un formidabile esportatore (sono arrivati ad allevare 40 milioni di suini), battendo gli olandesi che erano stati storicamente i primi della classe.
Si sa che sulla quantità esportata i controlli sono più lievi, e se nella carne che circola sul mercato interno una difesa ha potuto vivere per 18 mesi, significa che aveva delle motivazioni non ritenute peregrine. Quando si devono raggiungere e mantenere delle quote di esportazione tutto avviene con la massima produttività, anche la rapidità diventa un fattore critico di successo. Si può capire quindi anche quella megaditta tedesca di grassi che pur di riuscire a fornire i grassi necessari alla crescita degli animali, non andava tanto per il sottile: usava i reflui degli olii industriali senza bonificarli come si deve. Anche il clen ha uno stretto legame con i grassi: trasforma questi in carne. Le diete in questo caso devono avere proprio un eccesso di grasso alfine di ottenere più carne. E’ la corsa alla rincorsa: d’altronde questi paesi producono un suino, se ci limitiamo a parlare di suini, di 90 kg. Dal giorno della nascita al giorno della macellazione passano 120 giorni. In italia il suino viene macellato a 240 giorni: ci mettiamo più tempo, le curve di crescita sono più basse proprio perchè si deve farfe più strada. Per poter arrivare a 90 kg in 120 giorni le medicazioni sono necessariamente copiose e se uso sostanze che aiutano ad arrivare prima ai 90 kg è un beneficio.
Tutto questo lo dico perchè noi importiamo. Abbiamo una struttura di controllo dei nostri allevamenti e macelli da spavento, ma questa struttura NON controlla la carne proveniente dai paesi membri poichè sarebbe una mossa sgradita. “Non la controlliamo perchè arriva tutta con i timbri dei veterinari dei singoli paesi e quindi se ha il timbro è tutto corretto.”.
Ma come la mettiamo con quento sostiene la difesa del ciclista? Ma come la mettiamo con la carne contaminata da diossina della germania?
E non siamo neanche capaci in caso di emergenza e/o allerta a fare come i tedeschi che, senza sapere alcunchè, cinque minuti dopo la scoperta di disturbi sugli uomini hanno indicato i cetrioli spagnoli quale fonte di problemi, o comunque la verdura del sud europa. Alla faccia delle buone maniere. Per poi scoprire che tutto era lì sotto i loro occhi. E questo lo dico perchè siamo solo noi italiani che importiamo il 50% della cerne e del latte che consumiamo. Se producessimo il 100%, oltre ad avere le risorse ed il territorio, oltre a creare > 1 milione di posti/ruoli/funzioni di attività e lavoro, oltre ad essere e sentirci autosufficienti, che è sempre un bel sentire (da sicurezza, da coesione), non saremmo toccati da quanto succede altrove. Per noi l’altrove e qui.
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