capannoni e la stretta al cuore

capannoni e la stretta al cuore

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Nel tragitto che faccio da casa mia a bottega è un continuo aumento dei cartelli “vendesi o affitasi” su capannoni. Ed è uno spettacolo che si sta allargando in molti territori. Ci sono capannoni vuoti e nuovi, e di questi non mi preoccupo: sono investimenti edili che non incontrano dei compratori, e questo ci sta. Ma la maggior parte sono capannoni prima utilizzati ed ora dismessi.

Mi è capitato di andare a sud di Milano, uscire dalla tangenziale e fare pochi chilometri per portarmi a Zibido ed ho avuto una stretta al cuore: capannoni, capannoni, capannoni, costruiti negli anni ’50 e ’60, vuoti, con la scritta “vendesi o affittasi”. Sino a poco tempo fa questi capannoni erano occupati da attività produttive che hanno chiuso o, nel migliore dei casi, hanno traslocato.

Chiaramente ci sta tutto, la riorganizzazione, la concentrazione, la dislocazione, ma questa miriade di capannoni vuoti mi ha fatto paura, e so che non ho ancora visto il peggio, il peggio deve ancora venire e lo vedrò ancora per diversi anni.

Ecco la mia rabbia, dopo la stretta al cuore, per il mantenimento dell’Irap.

Una ditta che opera fa il suo bilancio, dai ricavi toglie i costi e la differenza è l’utile, su questo si calcola l’imposta che è un dovere pagare.

L’Irap pretende che il primo saldo dell’utile debba essere aumentato delle spese prima tolte, quali costi per il personale e per gli interessi passivi e su questo nuovo totale di utile (utile maggiorato) si debbono calcolare le tasse. L’aumento della tassa è quindi perchè si ha del personale e perchè si utilizzano dei soldi presi a prestito dalle banche e/o dai soci sui quali si pagano gli interessi passivi.

Ma c’è qualcosa di più cretino di questa tassa?

Ma c’è qualcosa di assolutamente non accettabile proprio in questo periodo?

La rabbia è ancora maggiore quando ripenso che la cancellazione dell’Irap era nei programmi della maggioranza di governo per la quale ho dato il mio voto, quindi sono responsabile di questa cretinata! Sono responsabile e provo vergogna.

Il fatto che l’Irap sia stata pensata dal precedente governo e che adesso non ci sono risorse è una baggianata: se è nel programma si DEVE fare, se non si può eseguire il programma, ci si dimette e si va a casa.

About the author:

ho operato da sempre nel settore dell'alimentazione degli animali da reddito in Europa e nel mondo. Benessere animale, sicurezza dei manipolatori, degli utilizzatori e dei consumatori sono le linee direttrici. Un aspetto importante è lo sviluppo durevole e i ruoli per i giovani nonché l'accessibilità per i meno abbienti a derrate alimentari sicure

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