G.G.
2024-07-26Un ricordo personale di una figura importante
Predisponendomi al bdg10 rileggo storie passate …….
Sono stato esonerato dal servizio militare per esubero, ma è un periodo duro per i diplomati ragionieri; è estremamente difficile trovare un’occupazione che rispetti il diploma.
Dopo l’ennesimo pranzo col titolare della stamperia e senza che io abbia mai chiesto un inquadramento come ragioniere, quest’ultimo manifesta la volontà di inquadrarmi come impiegato amministrativo, visto che la società si sta espandendo e che la gestione contabile affidata ad uno studio commerciale esterno non lo soddisfa più.
Mi pone tre condizioni:
poche assenze;
autonomia nella gestione nel giro di un anno (affiancato dal commercialista)
niente blu jeans.
Lo stesso giorno Mario Colombo, segretario comunale di Correzzana, nonché cugino di mia madre, mi telefona dicendo che Dox-al è alla ricerca di un Ragioniere.
Sono quasi convinto ad accettare la proposta del titolare della stamperia; conosco l’ambiente, ho un ottimo rapporto con il titolare, ma la condizione tre ha il suo peso; sin da piccolo mi hanno insegnato a non giudicare una persona dall’abito che indossa ma da quanto sale ha in zucca, e allora provo a vedere “questa Doxal”.
Mi presento e qui non mi ritrovo i soliti “inquisitori” con i loro test o le loro domandine trabocchetto che mandano in buca qualsiasi neo diplomato; ….. no, mi trovo un signorotto anziano che con un dialetto (monzese) più raffinato del mio (brianzolo) mi dice “te ghe voia de lauraà”. Alla mia risposta affermativa mi risponde “se vedum lunedì”.
Questo è il primo impatto con Borgonovo e con Doxal. Questo mi ha fatto scegliere Doxal (sconosciuta) alla stamperia (conosciuta).
Il 2 ottobre 1978 vengo inquadrato nell’organico amministrativo Doxal. L’amministrazione occupava lo stesso locale attuale, anche se era un locale unico e non diviso da separatori. Franca posizionata sotto la cassaforte, Rita alla sua destra, Borgonovo circa al mio posto attuale e io all’attuale posto di Samantha.
Il lavoro in Doxal non è mai mancato e sin dall’inizio mi sono trovato a sbattere il naso con “la partita doppia”, e con la mia innegabile impreparazione scolastica, lontana millenni dalla necessità di un’azienda.
Borgonovo era implacabile; puntuale al mattino e dopo la lettura routinaria della Gazzetta dello sport (era un tifoso accanito del Bologna e criticava costantemente il Monza, pur essendo un Monzese) iniziava a passarmi minuziosamente e con apparente pacatezza, nonostante il suo carattere burbero, quell’insieme di nozioni che mi sarebbero servite a “gestire amministrativamente” Doxal. Ho riempito quadernetti di appunti, che ho poi riletto, studiato a casa e copiato in ufficio pur di non tornare a richiedergli come si contabilizzava un documento. Ricordo con terrore la contabilizzazione delle bolle doganali o delle fatture con Iva non completamente deducibile. Poi, ho scoperto un’alleata in Rita e visto che Borgonovo lasciava l’ufficio alle 16, tutto ciò che non riuscivo a fare lo andavo a chiedere a lei.
Borgonovo proseguiva la lettura della Gazzetta dello sport durante la pausa pranzo. Si posizionava sulla poltrona del centralino e lì ricordo che allo scadere del mio periodo di prova, con un groppo alla gola che mi soffocava e con la certezza di un no assoluto (visto che ero cosciente di non sapere fare nulla) gli ho chiesto se sarei stato confermato o meno. Ricorderò per sempre quella riposta che non è stata ne un si ne un no “va innanz” (vai avanti).
La gestione contabile Doxal era sulla macchina elettromeccanica “Audit” e l’iva veniva gestita manualmente sui registri. Ricordo che quando si trattava di quadrare i due valori erano giorni di panico. Solo in queste occasioni o in fase di riconciliazione annuale Iva ho visto Borgonovo bestemmiare e incazzarsi. Anche in questo caso verso la fine del 1979, lasciavo che lui lasciasse l’ufficio e con l’aiuto di Rita si cercavano le differenze.
Ad aprile 1980 mi ha “costretto” a chiudere il bilancio 1979, e con terrore ho dovuto discuterlo con Ravà e Giuditta.
Tutto ciò che Studio Palma rettificava o puntualizzava, veniva aspramente criticato da Borgonovo; tra lui e Ravà non c’è mai stato un grosso feeling, preferiva di gran lunga Giuditta.
Nel 1980 Doxal comincia a ricercare un centro elaborazione dati e nel 1981 imposta con “Brain Help” il Sistema IBM 34. Per Borgonovo è una grossa mazzata. Sono certo che ha vissuto come un’estromissione questo passaggio, dalla sua gestione manuale, dal budget al bilancio, di botto tutto viene soppiantato e nonostante gli venga riconosciuto un ruolo in “Medici Domus” si rende conto che il suo tempo sta per finire.
Con lui non ho mai avuto nessuno scontro, credo che si sia reso conto che una sociètà che nel 78 fatturava 2 miliardi e che esponenzialmente ogni anno aumentava il suo fatturato non aveva altra scelta. Doveva attorniarsi di gente giovane e di nuova tecnologia che avrebbe scalzato i vecchi.
Questo è per quanto riguarda Borgonovo – Doxal.
A livello personale.
Rammento che non sopportava i preti, i governanti del tempo e i commercialisti.
Lo ricordo Alfista convinto sulla sua Alfetta 1600 verde, sempre polemico e bastian contrario.
Con lui ho incontrato Ferruzzi a Treviso e poi da solo Manfredini a Modena quando V.F. voleva che a tutti costi ogni deposito predisponesse un budget oltre che delle vendite anche dei costi. Ricordo che con entrambi siamo tornati con le pive nel sacco; nessuno a quei tempi aveva voglia e tempo di farlo e soprattutto non era capace a predisporlo. L’importante era vendere, i contabili erano solo dei rompi coglioni.
Non l’ho mai visto portare la cravatta.
Non ci siamo mai frequentati fuori dall’ufficio.
Con lui ho sempre parlato di tutto (oltre che di lavoro s’intende), di politica, religione, fatti di ogni giorno, ecc.
So che andava al mare a Arma di Taggia, che era un conoscitore dei piccioni viaggiatori (teneva una specie si contabilità ad una società colombofila) e che un anno mi ha lasciato in pensione i sui canarini. Quando è tornato dalla vacanza me li ha regalati visto che il loro stato era decisamente migliore di quando me li aveva consegnati.
Credo di essergli riconoscente oltre che sul piano professionale, soprattutto a livello interpersonale. Saper trasmettere valori a volte è più importante che formare professionalmente.
Non ricordo la data della sua morte; a queste ricorrenze non do valore, mi piace ricordare le persone per quello che sono state e magari con un bel sorriso in viso.
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