Alla biblioteca di Locarno – Il futuro non si prevede, si costruisce. Al fine di evitare di essere solo dei pompieri, permanentemente occupati nella sfribrante gestione delle emergenze, è necessario ascoltare i segnali per imparare e saper anticipare ciò che potrebbe succedere, per poter individuare le azioni e le decisioni.
Questo atteggiamento e comportamento relativi alla filosofia dell’azione, riguarda ciascuno di noi in qualsiasi ruolo o ruoli nei quali agiamo ed operiamo.
Filosofia di azione ed invito a cambiare di angolazione, finirla di essere spettatori, vittime di un futuro subìto, diveniamo attori, artigiani di un futuro scelto e che vogliamo voler costruire.
– Ma non ti pare di avere pretese esagerate? Parli parli, ma che cosa puoi fare? Bla bla bla ….
– Fai un pò come ti pare. Anche in questo periodo, nero finchè si vuole, ci sono certi che si fermano o riducono ed altri che mantengono e, guarda, guarda, alcuni addirittura migliorano.Alle porte abbiamo un autunno molto incerto ed un inverno lungo e rigido (risatine!!).
Che angolazione? Che atteggiamento e comportamento? Subire e piagnucolare, aspettando da altri, chiunque siano, magici e ipotetiche soluzioni (le guarigioni inspiegabili aumentano anche a Lourdes), oppure rimboccarsi le maniche, vedere chiaro o meno oscuro, e voler volere agire decidendo?
Certamente vi sono delle difficoltà oggettive: la crisi economica, quella sociale ed anche quella ambientale, le banche che manipolano per succhiare soldi per mettere a posto i loro problemi antichi (e chi non ne ha?), ma piangere non serve a molto. Cerco le opportunità, cerco di modificare e di migliorare, si dice innovare, e non solo tagliando i costi, cerco di non tollerare più la mediocrità e/o un basso professionismo, in me stesso per primo, e poi con e in coloro con i quali mi confronto nelle diverse attività quotidiane, nelle diverse sfere, sul e nel territorio. Difficile? Certamente si, ma niente è maggiormente utile. E’ un concetto spirituale.
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