Il senso
2024-12-03non sempre ciò che capiamo è quanto tratteniamo da quello che ci viene detto e non sempre ciò che campiamo poi lo applichiamo e se lo applichiamo facciamo del nostro meglio.
Pizia di Lidia, che regnò i Celeni, nella città di Frigia, avidissimo fu di oro, più di Mida e di Creso, al punto che impiegò tutti i suoi sudditi, di qualunque condizione sociale, nelle copiose miniere di oro. Molti morivano sotto quelle fatiche, altri si ammalavano, e tutti soffrivano la fame, restando incolte le campagne per mancanza di mano d’opera.
Il sesso femminile soffriva delle comuni miserie, e le donne tutte insieme, atteso che Pizia fosse lontano per affari dalla città, si recarono dalla di lui moglie, supplicandola, piangendo così come questo sesso usa, di alleviare le loro pene.
Provò pietà la principessa e, essendo assente il marito, fece venire a palazzo i più celebri orefici e ordinò loro che, con la massima celerità, fondessero e fabbricassero frutti, carne, pane, polli, pasticcini e torte ed altre cose commestibili di qualunque specie, tutte di oro massiccio. Il tutto venne celermente e puntualmente eseguito.
Quando Pizia ritornò a palazzo era stanco e bisognoso di sostentamento. Ordinò che gli fosse immediatamente servita la cena. La moglie, prudente, fece subito imbandire la mensa di antipasti fabbricati tutti d’oro, con tale maestria che parevano naturali. Pizia si compiacque della bella invenzione della consorte, ma, eccitato sempre più dalla fame, domandava di mangiare e la moglie, fatte levare quelle finte vivande, ordinò che imbandissero nuovamente la tavola.
– Piatti pieni di polli, capretti, fagiani, pernici, lepri e conigli.
E la tavola fu ricolma di ogni ben di Dio, il tutto d’oro.
– Ammiro la maestria degli artefici e la tua saggezza, o moglie, disse Pizia, ma sento i bruciori della fame. Voglio mangiare.
– Che vengano portati i dolci, ordinò la moglie.
Ed anche questi erano d’oro. Il povero Pizia, sempre più affamato richiedeva che gli fosse portato del cibo, e chiedeva questo e chiedeva quello, e la moglie prontamente ubbidiva ed ogni cosa veniva portata sulla tavola ed era d’oro. Sicchè Pizia si lagnava con gli amici di Varrone che erano stati invitati a cena, e non c’erano altre vivande se non d’oro. Sdegnato Pizia sbottò:
– Basta! Che ci venga portato da mangiare perché tutto quanto abbiamo visto erano bagatelle che non levavano la fame, anzi l’accrescevano.
– Mio signore, rispose la saggia e prudente consorte, e come? Voi non siete ancora sazio? Cibi tanto preziosi, preparati da veri maestri e curati in ogni minimo dettaglio e con delicatezza, come voi desideravate avidamente non sono sufficienti a togliervi la fame? Con la tavola coperta di tante squisite vivande ancora cercate nuovi libagioni? Io non saprei quali altri cibi farvi portare poiché, in tutto il vostro stato non si trovano di altra condizione. Non sapete che gli agricoltori, pastori, cacciatori, cuochi, pasticceri ed altri, che venivano tutti impiegati per il vitto, sono stati occupati ad estrarre oro dalle più cupe viscere della terra? Non ne abbiate a male dunque se vi presento i cibi della vostra raccolta.
Con questa prudenza ed ingegnosa arte la saggia donna avvertì il marito del disordine che accadeva e delle miserie nelle quali si trovavano i poveri sudditi.
Leave a comment