Leone Decimo fu pontefice massimo e mecenate dei virtuosi e dei letterati che ricorrevano a lui e venivano ricompensati.

Un alchimista, desideroso di aver denari ed acquistarsi anche la benevolenza del pontefice, scrisse un libro in cui insegnava a fare l’oro e convertire in oro qualsiasi altro metallo e scrittolo, lo presentò a sua santità che fece dire all’alchimista scrittore di ritornare il giorno seguente. Costui, sperando grande ricompensa e denari per la sua fatica, il giorno dopo fu il primo ad arrivare a palazzo e introdotto nella sala del pontefice si vide regalare da Papa Leone una ben grande e bella borsa.

– Veramente il vostro bellissimo libro meriterebbe un monte d’oro per ricompensa, ma, sapendo voi fabbricarne quanto ne volete con la vostra arte, ho stimato bene di regalarvi per gratitudine questa borsa, nella quale potrete riporre parte dell’oro che farete.

Detto questo licenziò il confuso e stordito alchimista.