Niceforo dà notizia di come Eufrasia provvide alla conservazione della sua castità. La purissima vergine Eufrasia, che viveva in Nicomedia, ricusava di adorare i falsi dei e fu dal tiranno condannata al patibolo. Ritrovandosi sola vide comparire un soldato impuro e scellerato che voleva macchiarle il candore ed escogitò sul come uscire da tale penosa situazione. Finge ella pertanto di essere una eccellentissima maga e di sapere far prove ed incantesimi mirabili.

Rivoltasi al soldato disse:

– Se mi lasciate intatta, io in cambio vi insegno un segreto che, dandomi tutto quanto possedete non potreste pagarmi che la metà di quanto vale. Da molte erbe, non ben conosciute da altri, io sono capace di ricavare un succo che applicato a qualunque parte del corpo lo rende subito come un acciaio di finissima tempra, impenetrabile ad ogni maggior fendente. Ed affinchè non sospettiate d’inganno nelle mie parole, voglio che voi facciate la prova prima su me stessa. Sicchè quando gli occhi vostri avranno veduto la forza del mio segreto possiate lietamente andare alla guerra e mettervi, se vorrete, nelle prime file.

Il soldato acconsentì e promise, nel caso il segreto fosse stato suo, di farsi difensore della virginità di Eufrasia, della quale voleva prima essere colui che la rubava. Eufrasia godeva di tale accordo. Si pose all’opera e cercò di qua e di là molte erbe tutte diverse e le pestò con due sassi e le spremette con il velo, indi, con il succo ottenuto, si unse il collo e la gola, ed inginocchiatasi disse al soldato:

– Con tutta la tua forza scarica il colpo.

Così il soldato fece e le tagliò il capo di netto. E la santa Eufrasia, vergine e martire, salì al cielo.