cultura – le persone passano ma il settore resta.
2024-12-23La cultura del settore è importante.
Ho ricevuto la pubblicazione Ersaf e Regione Lombardia dal titolo: Carni e salumi della Lombardia – Le responsabilità di filiera. E non mi è assolutamente piaciuta. Ma vogliamo smetterla di sbandierare il tricolore o la denominazione territoriale solamente per identificare dove sono posizionate le macchine?
Bresaola della Valtellina: e diciamogli tutto al consumatore. La carne, si l’ingrediente principale, NON è stata prodotta da animali che vengono raffigurati sull’etichetta. E’ carne che proviene da Brasile, Argentina, Africa e MAI dalla Valtellina.
Lo stesso dicasi per il Salame della Brianza, il Salame d’Oca di Mortara, forse fabbricato con carni cinesi (senza nulla togliere ai cinesi), per la Bresaola di Cavallo, nella categoria dei prodotti tradizionali. No! Il consumatore oggi deve essere correttamente informato. Altrimenti stiamo facendo il vù cumprà (senza nulla togliere ai miei amici nigeriani e del Burkina Faso). Che poi la pubblicazione sia stata scritta anche con la collaborazione dell’Ersaf (Ente regionale per i servizi all’agricoltura e le foreste) questo mi è sembrato di cattivo gusto. Ho preso cappello ed ho scritto al nostro ottimo Ministro Zaia, per me il migliore, allo stesso livello di competenza e di conoscenza delle cose di Marcora. Perché il territorio è nostro, della filiera, e l’industria che tiene le macchine sul territorio ma che può legalmente utilizzare (e li utilizza al 100%) gli ingredienti che identificano il prodotto, non del territorio NON è filiera. Il territorio e la sua storia e tradizione, è un asset che non è proprietà del marchio, anzi dovrebbe riconoscere una tassa proprio per il territorio. Ma ci vogliamo prendere in giro da soli? Ma ci vogliamo far male da soli? La Spagna è passata da 10 a 40 milioni di suini. Prima o poi le macchine, qualche tecnico, emigreranno come nel calcio. La filiera è SOLAMENTE quella che integra tutto: ambiente, territorio, animali, acque, aria, macello, trasformazione. Altrimenti la denominazione dell’area o pezzi di tricolore NON possono essere utilizzati. Questo è un obiettivo che dobbiamo chiedere ed esigere, magari indicendo un referendum.
La terribile esperienza del latte ci ha insegnato che siamo stati ingabbiati per oltre 20 anni, che potevamo autoprodurci tutto il latte che volevamo. L’industria vuole comprare il latte e la carne in Brasile, in India, in Somalia, in Cina? lo faccia, ma metta sull’etichetta la provenienza di ciascun ingrediente. Che senso ha tenerci i costi di un sistema veterinario ed agricolo se poi la maggior parte delle derrate è possibile marcarle italiane anche se italiane non sono? Ed il discorso vale ancora di più per i prodotti artigianali e tradizionali. Ma glielo vogliamo dire al consumatore che cosa (la qualità) sta comprando? Se glielo diciamo siamo a posto e non togliamo niente al nostro territorio. Se non glielo diciamo come adesso siamo dei pellegrini, ed anche dei pirla.
Prima o poi al consumatore dovremo dire tutto perché lo richiede il suo microbiota. Sarà una necessità sanitaria. Lui dovrà sapere se il suo microbiota accetta delle molecole provenienti da ceppi e razze a lui (microbiota) aliene.
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