Nel 2020 cosa mangeremo? 2

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Nel 2020 cosa mangeremo?

Lettura a Lugano

Abbiamo vissuto nel 2007 un forte aumento del prezzo delle derrate alimentari e nel 2008 siamo piombati in una crisi finanziaria ed una entrata nella recessione. L’evoluzione del comportamento alimentare degli individui può costituire un dato essenziale che può essere di aiuto per anticipare i possibili cambiamenti nel settore agricolo ed agroalimentare, e quindi a modificare i nostri atteggiamenti e comportamenti attuali.

Il contenuto si basa, tra l’altro, su uno studio condotto, nel 2002, da esperti della regione francese della Normandia, su dati della FAO e di INSEE.

Si è tenuto conto, nella definizione dei possibili scenari, delle differenti variabili motrici:

Evoluzione dei redditi dei consumatori.

E’ questa una variabile chiave. Questo dato è influenzato

  1. dai tassi demografici di crescita
  2. dalla ripartizione tra i gruppi sociali
  3. dagli stili di vita per quanto riguarda:
    1. preferenza al consumo di piatti preparati
    2. ristorazione fuori casa
  4. politiche di prevenzione nutrizione-salute nei confronti di scelte alimentari

I dati della FAO, basati sull’approccio della “vista dal campo” è stata preferita. Numerosi studi sono basati sulla “vista dal piatto”. Ad esempio per stimare il consumo di legumi si tiene conto dei legumi acquisitati “nature” o sotto la forma “poco trasformati”. Le quantità che entrano nelle preparazioni culinarie saranno inclusi nei “piatti preparati”. I consumi di legumi tal quale è chiaramente al ribasso la seconda in aumento. Resta difficile trarre delle considerazioni per degli operatori del settore agricolo: meglio, sotto questo punto di vista, le considerazioni “viste dal campo”, come sono state eseguite nel presente lavoro.

Le relazioni tra stile di alimentazione e livello del reddito sono difficili da chiarire perché è necessario osservare da molto vicino la struttura del consumo al cui interno la quota alimentare può diminuire proprio nel caso in cui il potere di acquisto aumenta.

Il consumo alimentare è in continua ascesa, anche se in misura minore rispetto al consumo totale ed a quello dei redditi

Consumi (in M€)

1957

2003

Consumi delle famiglie

220

1150

Spesa alimentare

45

200

Alimentazione/consumi totali

34%

20%

 

Numerosi studi indicano come determinante il ruolo motore dei redditi della famiglia nel consumo alimentare.

Questo legame è confermato da evoluzioni storiche, dalla comparazione dei consumi tra gruppi sociali e dalla comparazione tra i diversi Paesi.

L’aumento del potere di acquisto della famiglia non ha lo stesso impatto sul consumo alimentare (quantità e qualità), in funzione del posizionamento della famiglia stessa nel gruppo “modesto” oppure “alto reddito”.

Dati di Insee del 2001

Livello di spesa alimentare in funzione del livello del reddito

  1. Il consumo alimentare aumenta con la crescita del reddito. Questo legame è più marcato nei gruppi con reddito “modesto”.
  2. Nelle famiglie a reddito modesto un surplus di potere di acquisto conduce ad una crescita significativa della spesa alimentare (MURO DEL PORTAFOGLIO).
  3. Nelle famiglie a reddito “alto” i bisogni alimentari sono già soddisfatti. Un surplus di reddito in questo segmento sarà dedicato ad altre spese: viaggi, benessere e tempo libero, assicurazioni, risparmio (MURO DELLO STOMACO).

Vengono esaminate le variabili relative alla spesa alimentare nei differenti gruppi suddivisi in “quintili”, secondo i dati forniti da Eurostat e Dipartimento USA del lavoro e dal rapporto fra quintili.

Q1

20%

Reddito alto

Q2

20%

Reddito medio alto

Q3

20%

Reddito medio

Q4

20%

Reddito medio basso

Q5

20%

Reddito basso/modesto

 

Il rapporto interquintale si ottiene: Q5/Q1.

Utilizzando il livello del Pil (sviluppo della ricchezza) ed il rapporto interquintile, (ridistribuzione della ricchezza prodotta), si ottiene la mappa sulla quale posizionare le differenti situazioni.

  1. Finlandia o nordico: livello del Pil alto e ridistribuzione meno differenziante.
  2. UE – Molle: livello di Pil medio basso e livello di ridistribuzione medio.
  3. Transizione verso Usa: Livello di Pil alto e ridistribuzione differenziante.
  4. Crisi: livello di Pil basso e ridistribuzione differenziante

Il grafico evidenzia il posizionamento delle differenti situazioni.

I dati relativi alla situazione 2000 ed alla previsione dell’evoluzione nel 2020 vengono riportati nella tabella, con i dati raccolti dalle fonti sopra citate. Si è tenuto in considerazione lo sviluppo demografico per classi di età e di appartenenza al rispettivo quintile riportate da Eurostat: evoluzione demografica +8,3%.

Q1

Q2-4

Q5

Totale

Q5/Q1

Q1

Q2-4

Q5

Totale

2000

8,5

53,3

38,3

100

4,5

 

 

 

 

Molle

11,5

71,7

51,5

135

4,5

+35

+35

+35

+35

Trans.Usa

10,7

73,3

79,9

164

7,5

+25

+38

+109

+64

Nordico

16,4

96,7

50,8

164

3,1

+93

+82

+33

+64

Crisi

7,9

54,6

59,5

122

7,5

-7

+3

+56

+22

Variabili considerate

Famiglie di alimenti poco sensibili al livello del reddito:

  • Derrate a buon mercato accessibili a tutti
  • Burro e zucchero, per consumo diretto
  • Quando il reddito sale il consumo di questi prodotti NON cresce ne in quantità ne per livello di quintile di reddito

Famiglie di alimenti con sviluppo lineare in funzione del reddito

  • Pesce
  • Frutta
  • Essenziale che ci sia crescita del reddito per qualsiasi gruppo soci

Famiglie di alimenti che aumentano nelle fasce modeste con incremento del reddito ma NON variano per le altre fasce seppure in presenza di aumento di reddito.

  • Carne bovina
  • Formaggi
  • Carni preparate
  • Insaccati
  • Rientrano in questa categoria i polli, le bevande analcoliche, gli yogurt, il pane ed i legumi.

Spese per il ristorante

Registrano un particolare stimolo nel caso in cui le fasce alte beneficiano di un reddito addizionale. Le spese per le consumazioni nei caffè, bar e mense seguono una logica simile alle spese alimentari.

Nel suo insieme la ristorazione fuori domicilio (ristorante + caffè + mense) ha un percorso lineare rispetto al reddito. Rappresenta il 5% in ciascun quintile.

Variabile demografica

Crescita della popolazione (2000 – 2020): + 8%

Invecchiamento: maggiori di  60 anni passano dal 21% del 2000 al 27% del 2020.

Fonte Eurostat

Gli effetti dell’invecchiamento sul consumo alimentare sono delicati da analizzare. Le differenze di consumo, per un prodotto determinato e tra le persone anziane, sono marcate. La difficoltà è di dissociare “l’effetto età” (il consumatore cambia invecchiando) e l’”effetto generazionale” (i giovani di oggi non hanno gli stessi gusti di quelli del passato).

Esempio:

Carne bovina e vino il consumo è maggiore rispetto a 30 anni fa.

I consumi possono essere perenni se determinati dall’appartenenza ad una generazione.

Stili di vita e politica nutrizionale

Due sono gli aspetti legati all’evoluzione degli stili di vita che influenzano i consumo alimentari:

1 – Legato al tasso di attività, gli spostamenti casa-lavoro e la struttura professionale della popolazione.

2 – La ristorazione fuori casa e lo sviluppo del consumo rapido; la distribuzione degli alimenti (+ GDO + LD); l’elaborazione dei prodotti (nature, preparati, elaborati). Per quest’ultimo punto viene considerato la diminuzione del tempo dedicato alla cottura e che i giovani preferiscono i piatti pre-preparati.

Considerazioni della complessità.

Fuori casa: + carne bovina e pollo

Piatti preparati: favorisce la diminuzione dei consumi diretti (zucchero ed olio) e degli insaccati e carne suina.

Il valore aggiunto industriale è influenzato da questi fattori. Il valore dei prodotti agricoli sul valore finale è passato dal 32% (1997) al 25% (200

Politiche di prevenzione.

Le campagne contro l’epidemia dell’obesità influenzano negativamente il consumo del burro e favoriscono il consumo di frutta e legumi.

Le categorie più toccate dall’obesità sono quelle più modeste.

Scenario tendenziale: molle

La crescita è media (molle) e nessun cambiamento avviene nella ridistribuzione del reddito tra le fasce

  • Leggero aumento del tasso di attività delle donne
  • Aumento del tempo dedicato al tragitto casa-lavoro-casa.
  • Politica nutrizionale discreta

Al ribasso le bevande alcoliche

Carne bovina e burro perdono terreno.

Apporto calorico: la razione registra + 80 kilocalorie rispetto alle 3.630 kilocalorie del 2002.

La spesa alimentare per abitante registra + 17% in volume, con un aumento del reddito di + 3,5%.

Il 40% della crescita dei consumi è data dall’aumento delle spese alimentari fuori casa.

I piatti elaborati e trasformati crescono.

Il valore dei prodotti agricoli nelle spese alimentari diminuisce e passa dal 25% (2003) al 13% (2020).

Scenario Transizione verso Usa

Crescita economica viva con crescita dell’ineguaglianza nella redistribuzione.

L’aumento del reddito NON si ripercuote, se non leggermente, sul consumo agroalimentare.

Quartile 1

  • Le spese alimentari per abitante aumentano del 24% in volume per una crescita del reddito del 64%.
  • Aumento delle spese fuori casa (+ 50% della crescita dei consumi).
  • Pesce, frutta e legumi favoriti. Anche i formaggi sono leggermente favoriti.

 

Quartile 5

  • Consumo di alimenti preparati a basso prezzo
  • Frequentazione di mense a basso prezzo
  • Zuccheri, cereali olio, carne di pollo favoriti. Formaggi leggermente favoriti.

Politica nutrizionale: molto discreta e poco efficace.

Apporto calorico: + 320 kilocalorie rispetto al tendenziale (- calorie di origine animale [32% nel 2020]).

Scenario nordico

Crescita economica “viva” con un aumento del livello per le fasce modeste (cede il muro del portafoglio).

Dimensione “salute”: alimenti trascinanti omologati.

Dimensione “ridistribuzione”: accesso dei gruppi modesti a dei prodotti più cari.

Consumo alimentare medio per abitante cresce del 30% rispetto allo scenario Usa più o meno con lo stesso livello di aumento del reddito.

Apporto calorico: – 110 rispetto al tendenziale (-30% rispetto al 2002).

  • Pesce, frutta e legumi, formaggio e carne bovina: favoriti
  • Consumo fuori casa aumento in proporzione al reddito.

 

Nutrizione – salute: aumento della sensibilità. Stato e collettività mettono in pratica programmi nutrizionali mirati: favoriti: pesce, pollame, frutta e legumi; sfavoriti: burro, zucchero ed insaccati.

Scenario crisi

I fondamentali sono sfavorevoli: aumento delle ineguaglianza senza crescita economica.

Il reddito medio per abitante: + 22% in 20 anni, ma:

  • Categorie modeste: – 7%
  • Categorie intermedie: stabile
  • Categorie alte: + 56%

Il consumo alimentare aumento solo per il Quartile 1: + 7% in 20 anni.

Stile di vita:

  • Disoccupazione
  • Problemi per la gestione del tempo
  • Deristrutturazione dovuta alla precarietà.
  • Pasti fuori in aumento: paninoteche
  • Crescita di CA per la ristorazione: mediocre.

 

Apporto calorico: + 280 rispetto al tendenziale (componente animale in forte diminuzione (30% nel 2020).

Politica nutrizione-salute: non presente, risorse e mezzi pubblici insufficienti.

Prodotti agricoli:

  • Favoriti quelli a basso prezzo: zucchero, olio, cereali, pollo.
  • Consumati nature o sotto forma di preparati agroalimentare
  • Sfavoriti alimenti cari: formaggi e carne bovina.
  • Epidemia degli obesi in aumento.

L’obiettivo di queste note è quello di portare i dibattiti agricoli sulla questione dell’evoluzione dei consumi in funzione degli stili di vita, in momenti in cui la politica agricola si fa sempre più neutra per quanto riguarda l’orientamento delle produzioni.

L’osservazione grossolana del breve periodo registra un arretramento degli acquisti di carne bovina e di pollame di circa il 4% dei dati del 2008 sul 2007. Anche il consumo di formaggi è in diminuzione.

About the author:

ho operato da sempre nel settore dell'alimentazione degli animali da reddito in Europa e nel mondo. Benessere animale, sicurezza dei manipolatori, degli utilizzatori e dei consumatori sono le linee direttrici. Un aspetto importante è lo sviluppo durevole e i ruoli per i giovani nonché l'accessibilità per i meno abbienti a derrate alimentari sicure

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