Alla ricerca del valore

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L’agroalimentare è il nostro settore. Cosa e quanto sta mangiando la famiglia italiana ? E’ uno dei fattori che è bene teniamo presenti. L’Ismea (Istituto di Servizi per il mercato Agricolo Alimentare) ha pubblicato Check-up 2006, dal quale rileviamo alcuni spunti. La pubblicazione può essere visionata presso la segreteria R&D.

I consumi

I consumi totali delle famiglie sono stati 828.723 milioni di €. Cifra colossale che contiene tutta l’economia. Mentre la variazione 04/03 aveva registrato un + 3,2%, la variazione dei consumi 05/04 registra un + 2,4. Quindi si è speso di più nel 04, ma nel + 3,2% l’alimentare è stato + 2,2; mentre nel 05, +2,4 i consumi totali e + 2,4 i consumi alimentari. Si sono contratti quindi altri consumi. E questa è una osservazione di fondo.

Le famiglie spendono per gli alimentari che consumano sia tra le mura domestiche che fuori di casa. I consumi totali per gli alimentari ammontano a 193.184 milioni di €., suddivisi in 131.725 M€ per i domestici e 61.459 per i consumi extra domestici. Nel 04/03 i consumi domestici hanno registrato + 1,9% mentre gli extra + 3.1%, nel confronto 05/04 i domestici + 2,1% gli extradomestici + 3,1%. Voglia di fuori casa? Anche questa considerazione di fondo è bene conoscerla.

Paniere.

Ma cosa c’è nel paniere dei consumi delle famiglie? Tutto quanto si mangia e si beve. Il segmento del settore che ci interessa più da vicino sono i consumi dei derivati delle derrate animali (A): carne bovina, suina, avicola, salumi, pesci di allevamento, latte, formaggi freschi e sfusi, stagionati, altri. Il tutto rappresenta il 39,1% della spesa alimentare totale. La famiglia spende il resto (B) in frutta fresca e legumi, pane, ortaggi , biscotti, vino, pasta, olio, acqua minerale, pesce fresco naturale, caffè.

Le variazioni 05/04 dei prodotti che ci riguardano sono quasi tutti in positivo, salvo la carne avicola (- 12,5%) a causa delle notizie allarmistiche sull’influenza, e sui formaggi stagionati (- 2%) e di condimento (- 4,9%). Per il resto, malgrado i ripetuti messaggi dei media sulle diete e sul vegetariano, i consumi si mantengono e si consolidano.

Fiducia

E’ un indicatore interessante. Il clima di fiducia dell’industria agroalimentare è in forte ribasso dopo il 2000. Da un + 40% registrato nei primi mesi del 2001, siamo arrivati a – 10 a metà 2005. Un crollo. A dimostrazione che nell’area della qualità gli annunci allarmistici rischiano di rivelarsi dei forti induttori di scelta. E questa frase deve essere considerata con molte valenze: battaglie commerciali più o meno occulte e transnazionali. E nel nostro Paese brilliamo per farci del male da soli.

Relativamente alle carni macellate nel 04 si era registrato – 2,4%, nel 05 ecco un sorprendente +6,6%. E questo nei dati davvero pessimistici sul clima di fiducia, è di buon augurio.

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ho operato da sempre nel settore dell'alimentazione degli animali da reddito in Europa e nel mondo. Benessere animale, sicurezza dei manipolatori, degli utilizzatori e dei consumatori sono le linee direttrici. Un aspetto importante è lo sviluppo durevole e i ruoli per i giovani nonché l'accessibilità per i meno abbienti a derrate alimentari sicure

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