Il made in Italy dei salumi e le gambe corte.

Il made in Italy dei salumi e le gambe corte.

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Lettura a Lugano – Dal marzo 2003, a seguito del riconoscimento Dop della Sopressa vicentina, il numero dei salumi tipici tutelati dalla UE e legati al territorio italiano è salito a 26.

Il valore della produzione nazionale di salumi ed insaccati è, dati del 2001[1], di 12,3 miliardi di €, di cui 9, 3 venduti al dettaglio ed i restanti 3 attraverso il catering.

I prodotti Dop-Igp pesano per circa il 20%, qualcosa come 2,3 miliardi di €.

Il valore a prezzi dell’industria di trasformazione, escludendo la carne suina destinata al consumo fresco, è di 7 miliardi di € di cui 1,7 miliardi di € proveniente dai 25 marchi.

Ma quanto proviene dagli allevamenti italiani?

Va considerato che il 90% delle importazioni di carni fresche/congelate che nel 2001 sono state 797 mila tonnellate equivalenti a 1,7 milioni di €, è destinato all’industria di trasformazione. Quindi l’incidenza della carne dei suini allevati in territorio italiano rappresenta il 30% per la produzione dei salumi tipici.

Sono state prodotte 172 mila tonnellate di salumi tipici di cui: 50% Prosciutto di Parma, 12% Prosciutto di San Daniele, 5% Speck dell’Alto Adige, 9% Mortadella Bologna, 10% Salamini alla Cacciatora.

Sono state esportate 495 milioni di tonnellate di cui il 70% (346,5) è stato realizzato attraverso la vendita di prodotti Dop/Igp.[2]

Ma coloro che utilizzano il made in Italy solamente per qualificare la fase ultima della trasformazione, utilizzando quindi una gran fetta di materia prima, che caratterizza in maniera determinante il prodotto finito, non proveniente dal territorio italiano, sono in grado di condurre il giochino nel medio periodo?

Da 1 a 5 il fattore critico di successo rappresentato da Legami con il territorio peso dal 2,5 al 3,7.

A breve è quindi fortemente probabile che il made in Italy così camuffato finisca per avere le gambe corte. Italy è un marchio che, a nostro modesto modo di vedere, non può essere affidato ad industrie che non lo valorizzino nel tempo. Questo marchio appartiene al territorio, a tutto il territorio.

 


[1] Ismea – Aprile 2003 – Il posizionamento dei salumi nel mercato internazionale.

[2] Fonte Ismea – Quaderni di filiera n. 4.

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ho operato da sempre nel settore dell'alimentazione degli animali da reddito in Europa e nel mondo. Benessere animale, sicurezza dei manipolatori, degli utilizzatori e dei consumatori sono le linee direttrici. Un aspetto importante è lo sviluppo durevole e i ruoli per i giovani nonché l'accessibilità per i meno abbienti a derrate alimentari sicure

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