2050 scenari

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Le veloci traduzioni degli scenari agrimonde riducono in pratica a due gli scenari previsti per il 2015. La pac è finita come previsto e la ruralizzazione si è intersecata con quello che era il terzo scenario: l’agricoltura di territorio. Resta infatti questo scenario per il 2050 descritto in agrimonde 1 – Nutrire il pianeta preservando gli ecosistemi ed il scenario 2° previsto per il 2015, quello della concorrenza rude che viene descritto, per il 2050, in agrimonde go – Nutrire il pianeta privilegiando la crescita economica mondiale.

Gli scenari sono delle possibili indicazioni e non succede mai che uno si posizioni, così come previsto, al 100%. Sono tendenze marcate. Perchè si fanno previsioni? Per poter decidere quali siano i nostri interessi attuali e quelli, verosimilmente per il limite della previsoione. Ed una volta decisi i nostri interessi? Beh una volta decisi i nostri interessi dobbiamo preoccuparci di fare, seppure nel nostro piccolo, quanto necessario per raggiungere e costruire lo scenario, il futuro, che più ci interessa. Io nel 2050 non ci sarò, quindi non ho un interesse personale. Ma il settore nel quale opero ci sarà: gli italiani (seppure questo territorio si chiamerà ancora italia) mangeranno e così anche tutti gli uomini dei territori vicini e lontani. Da qui i due scenari, in paroloni. Agrimonde go tira diritto sulla produzione, produrre il più possibile a costi sempre meno cari, sacrificando tutto alla produzione. Dimenticandosi che dietro a questo vi sono delle ricadute  in parte negative che riguardano il microbioma, la disseminazione di alieni, gli spostamenti dei posti di lavoro, una comunicazione sempre più intelligente ma sempre meno veritiera verso i consumatori. E’ quello che oggi premia il brasile, la spagna, l’argentina, quello che vuole la lobbie del GDO. Ma nel nostro ristretto cerchio della ue anche la francia, l’olanda, la germania. Certamente il territorio he non viene utilizzato per la produzione di derrate alimentari vegetali e/o animali, si degrada, si desertifica, non viene curato, ma questo, quando l’obiettivo è la produzione massima con il minimo sforzo, certamente non viene considerato, queste sono beghe che riguarderanno gli abitanti di quel territorio. Magari 500 mila anni fa il sahara era una pianura verdeggiante e lussureggiante, anche il mio giardino, se non fosse curato, in due anni si trasformerebbe in una boscaglia di rovi. Questo scenario, anche se io non ci sarò non rientra nei miei interessi. Agrimonde 1 lega le produzioni al territorio, considera che un territorio debba essere curato e che si produca ciò che si confa al territorio. Questo scenario rientra nei miei interessi. Occorre avere una visione lunga. L’agriturismo che occupi 3-4 ettari, che ruota intorno al ristorante e a 10 camere, terrà un centinaio di vacche ed un centinaia di ovini, più una decina di cavalli, certamente non per le produzioni animali, ma per far sentire puzza di animale ai clienti (e siamo nella ruralizzazione), ma questo avrà vita non molto lunga, già ci sono i resort agriturismo dove la beauté la fa da padrone. Le produzioni di territorio costano fatica e se voglio che nel 2050 sia agrimonde 1 e non agrimonde go debbo darmi da fare sin da ora. Ciò che non è italiano e ciò che non si fa in italia non debbo sopportarlo, sia che sia un prodotto oppure un concetto, e sto parlando di alimentazione. Ecco perchè mi sforzo di indicare i nemici che non sono immediatamente i brasiliani, ma ancora gli olandesi, i francesi, gli spagnoli, ed ancora di più le quinte colonne italiane al 100%. Che sanno di avere un vicino, l’italia, assolutamente incapace di reagire. Ha delle potenzialità ma non sa organizzarsi, anzi si fa la guerra da solo. Da qui la mia rabbia verso la nostra organizzazione territoriale di controllo che controlla solo ed esclusivamente solo i produttori in loco e non è ossessionata di controllare quello che trasportano i camion che provengono da e, f, d. Ecco perchè conviene sempre di più riempire il camion che non mettersi a lavorare al banco. Se lavori al banco ti cesellano le palle, se invece piazzi il tuo camion sulla tavola, magari con prodotti già finiti (già mangiati sarà dura), vieni applaudito. Quindi dopo la lettura degli scenari debbo individuare i nemici, che stanno in mezzo a noi, ci sono vicini, vicini. Io non ci sarò più, ma non mi fermo.

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ho operato da sempre nel settore dell'alimentazione degli animali da reddito in Europa e nel mondo. Benessere animale, sicurezza dei manipolatori, degli utilizzatori e dei consumatori sono le linee direttrici. Un aspetto importante è lo sviluppo durevole e i ruoli per i giovani nonché l'accessibilità per i meno abbienti a derrate alimentari sicure

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