agenti chimici 02 – mangimi

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Report a Ascona.
Beh, agenti chimici non ha niente a che vedere. sempre in via bassini al 15 giovedì ho sentito un avvocato parlare di accordi privati con valore per la disseminazione. Lo avevo accennato in scenari, nel 2002 avevo riflettuto sull’avvenire del settore zootecnico nel 2015, indicando nel 3° scenario, l’agricoltura e la zootecnia di territorio quello di mio interesse ed alla costruzione del quale partecipo. L’Avvocato ha ripreso una osservazione fatta da Agostino Macrì, il professore che ha condotto il laboratorio dell’istituto superiore di sanità ed ora collabora con l’associazione dei consumatori, che il consumatore, COLUI che decide l’acquisto DEVE essere completamente informato, e quindi, anche se le norme non lo prevedono non vuol dire che lo proibiscano e quindi perchè non si fa educazione ed informazione?
Veramente interessante. Mi sentivo dire con estrema chiarezza alcune delle cose che rientravano nelle mie personali previsioni. Nulla contro la bresaola, ma tutto contro l’etichetta che mostra una bella facciona di bruno alpina con dietro i fiori delle montagne della valtellina. La carne proviene da zebù allevati in brasile o in india o in Somalia. Non c’è un grammo che sia un grammo di carne di bovina italiana ne tanto meno di bovina che sia mai transitata nella valtellina. Questo è quello che dobbiamo dire per informare colui che apre il proprio borsellino per comprare. Sto facendo solo il mio mestiere, io difendo la mia professionalità che è quella di alimentare e curare, se del caso, gli animali che vivono e crescono sul suolo italiano e proprio non posso tollerare un tizio, anche se è in piena regola, che usa l’immagine della valtellina e della bruno alpina dando una non veritiera informazione. Così come non tollero il tricolore sulle forme di salumi che di carne italiana non hanno proprio niente. Così come il latte oppure la pasta, per non parlare dell’olio. Se andassimo a Zibello e fermassimo la macchina, si perchè andiamo in macchina come fanno tutti coloro che vivono nel 2010, avremmo superato strettoie e rotonde, paesi denuclearizzati, dimostrazioni di studenti che si mettono a difendere la fucine di boronie medioevali universitarie, e saremmo arrivati a Zibello. Ci siamo. Tiriamo giù i finestrini e che sentiamo? E che sentiamo? beh, chiaramente quello che vogliamo sentire è il profumo di allevamenti di maiali, che altrove vengono tacciati “puzza”. Se questa NON ci fosse che senso ha il culatello di zibello? Sarebbe come andare ad Alba alla festa del tartufo senza alcun profumo, aroma, puzza.
Ma noi stiamo e restiamo sull’etichetta. Questo periodo finirà e potremo solamente, come degli irochesi, senza nulla togliere alla dignità degli irochesi, finire nella riserva, nel 4° scenario che è quello della ruralizzazione. Ma chi ci spinge? Le norme ed il comportamento di miopi ed avidi spregiudicati che usano il triccolore (le due c sono volute) per buttarlo a mare. L’avvocato ha elencato alcuni principi che non mi stanco mai, ma proprio mai di attuare: l’aggregazione tra operatori, il fare mini filiere, mini accordi che diano un senso al fatto di operare in questo territorio.
Fatica sprecata? Io non faccio altro e non voglio assolutamente fare altro: poi un progetto non mi viene accettato perchè, dopo tutta la fatica di introdurre passo passo tutta la domanda nel computer, mando il cartaceo per raccomandata, questa viene accettata all’ufficio postale di sulbiate (mb) [mb sta per monza e brianza, non per mozambico], ma questa raccomandata, di cui ho la ricevuta, non è mai arrivata al ministero MIUR: morale: non accettabile. w l’italia, ma abbasso ma proprio abbasso gli italiani, me compreso.

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ho operato da sempre nel settore dell'alimentazione degli animali da reddito in Europa e nel mondo. Benessere animale, sicurezza dei manipolatori, degli utilizzatori e dei consumatori sono le linee direttrici. Un aspetto importante è lo sviluppo durevole e i ruoli per i giovani nonché l'accessibilità per i meno abbienti a derrate alimentari sicure

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