cultura – le persone passano ma il settore resta.
2024-12-23La cultura del settore è importante.
Report al Gruppo di lavoro
Non voglio parlare di partitica di bassa voglia di poltrone e di partiti e partitini e di riviste politiche pur di ottenere finanziamenti e di tradire il voto dato. Già mi era capitato al tempo della DC con tre pirla che aveva fatto delle dichiarazioni per poi smentirle e cercare, ma guarda che pirla, di dire ai loro votanti che avevano ancora ragione loro. La loro fine? Sono persi, trombati, sicuramente avranno qualche poltroncina in qualche ospedaluccio, una sinecura da don Abbondio. Ma non voglio parlare di tutto questo anche se questo è l’andazzo che ci attanaglia dal 476 d.c., ritorno a quanto mi sono ritrovato a sostenere durante il mio intervento giovedì scorso alle 18, da stanco. la zootecnia italiana ha una irresistibile voglia di farsi male da sola. non ritengo di conoscere tutti i problemi della zootecnia italiana ma conosco l’ambito nel quale svolgo la mia attività dal 1 luglio del 1960: quello che oggi viene chiamato il mondo degli additivi e dell’alimento (mangime e acqua) e di quanto utile a fini nutrizionali e terapeutici per l’allevamento intensivo degli animali da reddito. Una delle diapositive ha come obiettivo quello di evidenziare la sudditanza pratica e psicologica che abbiamo noi italiani nei confronti dei nostri vicini paesi che ci inondano di loro prodotti e, prima dei prodotti, di concetti. Nel 1960 eravamo tutti al palo, e sto parlando di tutti i paesi europei: tutti faticavano a produrre ciò che volevano mangiare le popolazioni, affamate, uscite dalla guerra. noi italiani da subito facemmo fatica e i professoroni dicevano “ma inutile che pensiamo di arrivare all’autoapprovvigioanmento perchè non abbiamo le derrate alimentari per gli animali, inutile cercare di cambiare la geografia, questa non si cambia.”. ed allora via alle importazioni. per fortuna nei polli ci furono degli sconvolgimenti terrificanti. il punto di rottura fu cipzoo di brescia e all’orizzonte veronesi e amadori, due figure imprenditoriali che venivano dall’allevamento e fecero filiera ed oggi, grazie anche al loro lavoro nel pollame siamo all’autoapprovvigionamento: succeda quel che deve succedere noi ci autoproduciamo le carni bianche e le uova: almeno quello. Non è avvenuto così nel latte e nella carne di suino e negli ovini e nei cavalli. Importiamo, per una cifra che supera quella per l’importazione di petrolio.
La mia diapositiva zoomava sul consumo di vitamine. La gazzetta ufficiale della CE, quindi non il giornalettino aziendale come era il notiziario, del 10 gennaio del 2003 riporta, a dimostrazione degli importi comminati in multa per aver voluto fissare degli extra prezzi, i consumi per i cinque anni precedenti di tutti gli stati europei. Si parla di tanti prodotti in particolare delle vitamine. Ebbene fatto 100 il consumo di noi italiani per produrre le quantità di mangimi l’olanda ne usa il 50% in meno e la spagna, udite udite, il 70% in meno. Ebbene olanda e spagna brillano per essere i paesi che più ci inondano di carne e latte. E l’Olanda non brilla per estensione territoriale ed in spagna c’è anche il deserto. Eppure …..
Ma come è stato possibile che noi consumassimo più del doppio di vitamine di questi paesi? A chi è giovato è facile rispondere ma come sia potuto accadere è un pò più difficile. Ma io c’ero e quindi lo posso raccontare. In italia erano presenti i tre basici, coloro che producevano le vitamine ed erano d’accordo nel fissare dei prezzi alti delle vitamine stesse e quindi, per guadagnare, dovevano per forza aumentare le quantità di consumo. Non importa che tali quantità non servissero assolutamente a niente, non al benessere animale, non ad ottenere risultati migliori, si importavano, si pagavano, si utilizzavano e finivano nelle feci. Il giochetto dei tre basici è stato veramente facile. Andavano da un cliente e si facevano dare la formula dell’integratorte, a base di vitamine e di oligoelementi, che usava e che comprava da coloro che venivano chiamati integratoristi (erano 203 le fabbriche di integratori che comperavano dai tre basici gli ingredienti. E che dicavano i tre basici? Dicevano “guarda io allo stesso prezzo ti dò la stessa formulazione aumentata del 15%”!!!! non facevano uno sconto del prezzo, aumentavano la quantità. Ed i professoroni dondolavano il testone in segno di approvazione: “Male certamente non fanno.”. E così si è arrivati ai consumi riportati dalla GU della CE. Aberrante? Si perchè la nostra zootecnia ha pagato il tutto. Ma ancora più aberrante e che malgrado la GU della CE ancora oggi vengano utilizzate le stesse premiscele con le stesse quantità: burkina faso! Spreco, spreco e connivenza. Ecco perchè considero nemici coloro che amoreggiano con il nemico.
Leave a comment