Il senso
2024-12-03non sempre ciò che capiamo è quanto tratteniamo da quello che ci viene detto e non sempre ciò che campiamo poi lo applichiamo e se lo applichiamo facciamo del nostro meglio.
Ne parlavo con i colleghi, in Piazza Grance, ed ho affrontato l’argomento del “male di vivere” con amici. Come la penso? Difficile dare una risposta e difficile essere rigidi sulla coerenza. Roberto era pieno di vita, si trova, da solo, un cancro alla gola, che dopo che lui lo ha tastato con le proprie dita gli viene diagnosticato. Mi disse che era stato a vedere il “disastro” di coloro che avevano creduto nella operazione e ci dice che “no, a me non succede, mi sparo oppure vado con l’auto giù da un ponte”. Si fa operare, gli ricostruiscono la lingua, supera il tutto. “Lo so che non sono coerente, ma la speranza …”. Lo vado a trovare 3 giorni prima che morisse. Non respirava, ad ogni respiro poteva restarci. Mi sbiacica delle cose personali che voleva io seguissi, poi mi dice “non sono riuscito a finirla e so che morirò come il topo che viene affogato”.
Se un amico mi richiedesse di farla finita e fossi sicuro che non è in depressione (ben poco si fa per capire questa malattia), lo agevolerei e altrettanto ho chiesto ad alcuni amici di farlo nel caso lo chiedessi io. Puntura come si fa con il cavallo, la vacca, il cane.
Ma la coerenza proprio non c’è e non vale, sempre si può cambiare decisione. Non può venire richiesta in questi casi. E anche sul volo di un 94 enne che apre la finestra e si butta dal quinto piano mentre fuori piove e fa freddo, si deve stare zitti, in silenzio.
Requiem aeternam dona ………..
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