cultura – le persone passano ma il settore resta.
2024-12-23La cultura del settore è importante.
In scenari (previsione, focalizzata sul mercato italino, del 2002 sul 2015) avevo indicato che l’interesse degli operatori del settore zootenico italiano, non fosse che per quanto riguarda me, fosse nella attuazione del terzo scenario: qualità definita e legame con il territorio. Prevedere è utile per immaginare delle possibili situazioni economiche per poter definire cosa fare nella quotidianità per agevolare l’avvenimento della situazione che più rappresenta il proprio interesse: in questo specifico caso è il rafforzamento del legame con il territorio (unico bene difficilmente delocalizzabile). Il fattore critico di successo per agevolare la costruzione del terzo scenario era ed è il comportamento anticipatore degli attori della filiera. Su questo possiamo andare nel dettaglio.
Il primo scenario immaginava l’esaurimento, entro il 2015, delle sovvenzioni della PAC.
Il secondo descriveva la situazione della concorrenza spietata ed ipotizzava una riduzione media del 20% del patrimonio animale della UE: se il – 20% è media, per noi, attori della filiera italiana, sarebbe stata la cassa integrazione a zero ore.
La costruzione del terzo scenario presuppone
– il legame con il territorio:
– saper fare sistema, e su questo abbiamo la storia dal 1960 ad oggi che è contraria, storia che ha dimostrato, almeno nel segmento polli e tacchini, che la presenza di imprenditori ha COMUNQUE saputo fare sistema.
– un nuovo posizionamento dei comportamenti dei marchi (in senso lato) e questo è fondamentale.
L’analisi odierna, mancano 3 anni al 2015, è che coloro che hanno tutto l’interesse nella realizzazione del secondo scenario stanno utilizzando anche quel poco che poteva costituire la base del terzo a loro vantaggio: l’appropriazione del territorio, del signifcato e del significante, anche in maniera virtuale.
La filiera italiana non è in grado di competere e di fare la benchè minima resistenza a coloro che perseguono la costruzione del secondo scenario, che è di loro interesse.
– Il Maryland vuole proibire l’impiego di arsenico negli alimenti dei polli (US State to ban arsenic from poultry [17/2/2011])
– In Cina si interviene per eliminare l’impiego illegale di clenbuterolo nella produzione di carne suina (Chinese pigs test positived for illegal feed additive [17/3/2011]),
– gli USA lanciano l’allerta per alimenti per animali da compagnia e cavalli per la presenza sistematica di rumensin (FDA recalls pet food and horse feed [02/02/2011])
– In Olanda si vuole bloccare l’impiego di medicinali destinati alla produzione di mangimi per animali stante l’intersse prettamente economico dei veterinari nelle prescrizioni.
– La UE chiede alla Spagna di dimuire la presenza di arsenico, proibito, nei mangimi per animali.
– 300 bilici di carne di maiale hanno continuato e continuano ad arrivare all’industria di trasformazione italiana, ogni sacrosanto mese, anche durante la crisi della diossina.
Sono solo alcuni esempi.
Quello che resta della filiera zootecnica del comparto suino e bovino (le derrate riguardano la carne, gli insaccati, il latte e tutti i formaggi) ha fatto e comunicato qualcosa?
E’ continuata in maniera sistematica l’occupazione del territorio (controllo GDO, acquisizione di operatori italiani, prodotto estero con etichetta tricolore) da parte del sistema degli operatori il cui interesse, viste le loro eccedenze di produzione, è nella realizzazione del secondo scenario.
Questo è un fatto:
– chi ha l’interesse nella realizzazione in Italia del secondo scenario si è concretamente mosso.
– noi operatori italiani che abbiamo l’interesse nel terzo scenario abbiamo continuato in comportamenti che vanno in senso nettamente contrario.
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